Jerry Stackhouse ha giocato a lungo in NBA, affermandosi come un valido role player e stella per qualche anno, venendo convocato nel 2000 e nel 2001 all’All Star Game. Ora il veterano, 45 anni, è diventato coach: ha vinto la G-League con i Toronto 905 nel 2017 e ora allena in NCAA con Vanderbilt.
Stackhouse è stato ospite del The Woj Pod, il podcast di Adrian Wojnarowski, ed ha affrontato diversi argomenti: tra questi forse quello più interessante riguarda Michael Jordan. I due hanno giocato insieme per una stagione, la 2002-03, l’ultima in carriera di MJ, con gli Washington Wizards. Stackhouse ha ammesso di aver perso durante quella stagione un po’ di ammirazione, di riverenza, nei confronti di Jordan:
Onestamente, non vorrei aver giocato a Washington per diverse ragioni. Sentivo che a Detroit eravamo sulla strada giusta prima che mi cedessero, ed è stato davvero provante essere in squadra con un mio idolo a quel punto della carriera, perché in quel momento pensavo di essere un giocatore migliore di lui. Le cose però seguivano Michael Jordan. Coach Doug Collins… Adoro Doug, ma penso che quella poteva essere un’opportunità per lui di sistemare alcune incomprensioni che poteva aver avuto con Jordan a Chicago. Quindi di base facevamo tutto quello che voleva Michael. Iniziammo bene la stagione e a lui non piaceva la nostra fase offensiva perché si concentrava un po’ più su di me. Lui voleva più possessi in isolamento in post, e quindi gli davamo maggiori possessi in isolamento in post. E alla fine non sono riuscito a godermi quella stagione per niente. L’immagine che avevo in testa di Michael Jordan e l’ammirazione che avevo per lui ne hanno un po’ risentito nel corso di quella stagione.
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