Julius Randle si racconta: “Kobe ha cambiato la mia vita per sempre”

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Julius Randle è nel bel mezzo della sua miglior stagione di sempre: l’ala dei New York Knicks sta tenendo medie di 23.2 punti, 11.1 rimbalzi e 5.5 assist, che gli sono valse la prima chiamata in carriera all’All Star Game; grazie alle sue prestazioni i sorprendenti Knicks si trovano attualmente in quinta posizione ad Est con 19 vittorie e 18 sconfitte.

Randle ha scritto recentemente un pezzo per The Players’ Tribune, raccontando alcuni aneddoti sulla sua carriera, in particolare uno importantissimo su Kobe Bryant: “Alla mia prima trasferta a Dallas, la mia città natale, avevo organizzato una rimpatriata con la mia famiglia ed alcuni amici, ma non dimenticherò mai cosa successe: appena scendemmo dall’aereo, salimmo in autobus diretti all’hotel, Kobe mi guarda e mi chiese cosa avessi intenzione di fare; io gli risposi che avrei visto la mia famiglia e passato del tempo con degli amici, ma lui mi interruppe subito: “No, io e te andiamo in palestra ad allenarci“. Ovviamente non dissi di no al mamba.
Da quel giorno in poi, ad ogni trasferta, la prima cosa che faccio è andare in palestra ad allenarmi, ancor prima di andare in hotel, fa parte della mia routine.
La parte più pazzesca di questa storia? La scorsa stagione, trasferta a Detroit: atterriamo e la squadra mi ha già riservato una palestra per allenarmi, una piccola palestra di una high school, quelle che io preferisco. Lì mi aspettava il direttore atletico della scuola e abbiamo iniziato a parlare un po’. Mi disse: “Sai, mi fa piacere vederti. Ormai non viene più quasi nessun giocatore qui per allenarsi, in effetti, l’ultimo che è venuto qui a quest’ora tarda, ormai sono passati anni, è stato Kobe”.
Mi vengono i brividi solo a pensarci“.

Francesco Manelli

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