Nonostante molte voci nel mondo del basket sostengano che il divario tra la NBA, Team USA e il resto del mondo si stia riducendo, Kevin Durant non è d’accordo. Durante un’intervista al podcast Out of the Mud, la stella dei Phoenix Suns ha espresso la sua posizione in modo netto.
“Assolutamente no”, ha risposto Kevin Durant alla domanda se il resto del mondo potrebbe mai raggiungere gli Stati Uniti nel basket.
Team USA e il confronto con il resto del mondo
L’argomento è tornato di attualità durante le Olimpiadi di Parigi 2024, quando la Serbia, in semifinale, è arrivata a condurre contro Team USA di ben 17 punti. Tuttavia, grazie a una prestazione straordinaria di LeBron James e Stephen Curry, gli americani hanno ribaltato la partita, vincendo 95-91.
Durant ha minimizzato la preoccupazione per le sfide sempre più serrate:
“Abbiamo battuto la Serbia tre volte questa estate. Sì, magari riescono a vincere una partita in cui sembrano solidi. La Francia ci ha battuto una volta, ma poi li abbiamo superati per l’oro alle Olimpiadi di Tokyo. Anche l’ultima Olimpiade: li abbiamo battuti due volte per l’oro”.
Un dominio storico e culturale
Secondo Durant, il dominio americano è radicato nella stessa creazione del gioco:
“Abbiamo inventato il basket. Giocatori come Luka Doncic, Jokic, Toni Kukoc, Manu Ginobili, Tony Parker: tutti loro sono stati influenzati dagli americani. Noi abbiamo stabilito il modello”.
Durant ha continuato, ironizzando sul fatto che una singola partita ravvicinata o un’ottima prestazione europea non siano sufficienti a cambiare la narrativa:
“È carino per chi vuole rivivere la storia, ma la realtà è che abbiamo sempre dominato. E ora, perché si avvicinano a 20 punti di vantaggio, si dice che ci stiano raggiungendo. Non ha senso. I migliori giocatori provengono da dove veniamo noi. Abbiamo fissato lo standard di eccellenza nel basket”.
Il futuro senza le stelle storiche
Con Durant che avrà 39 anni alle Olimpiadi di Los Angeles 2028 e con LeBron James e Stephen Curry anch’essi in là con l’età, alcuni osservatori temono che Team USA possa perdere la sua posizione dominante. Ma Durant non sembra preoccupato.
“Ci saranno giocatori come Victor Wembanyama, Jokic e Giannis Antetokounmpo. Ma non si può guardare a tre giocatori e dire che hanno raggiunto il livello degli americani. Non basta un solo match punto a punto contro la Serbia per dimostrarlo”.
Secondo Durant, il fatto che il mondo celebri una partita serrata contro gli Stati Uniti è la prova che, nonostante qualche miglioramento, il divario rimane evidente:
“Per me, se sono contenti di essere solo vicini a batterci, significa che non sono ancora in grado di competere davvero”.
- Joel Embiid, ancora problemi al ginocchio: dovrà operarsi di nuovo? - 10 Febbraio 2025
- Doncic-Lakers, quando avverrà l’esordio dello sloveno? - 10 Febbraio 2025
- Mark Cuban ha cercato di fermare la trade di Luka Doncic ai Lakers - 10 Febbraio 2025