Kevin Durant parla per la prima volta della morte di Kobe: “Sembra che nulla sia abbastanza per onorarlo”

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All’ultimo allenamento dei Brooklyn Nets, Kyrie Irving era ancora troppo provato per parlare con i giornalisti della morte di Kobe Bryant. Per la prima volta invece lo ha fatto Kevin Durant, uno dei pochi giocatori che non avevano ancora condiviso un pensiero sul Black Mamba, sia esso sui social o davanti alle telecamere.

KD ha spiegato anche perché non ha scritto nulla sui propri profili, ed ha dato una sua chiave di lettura su come potrebbe essere onorato adeguatamente Bryant dai giocatori, ma non solo.

E’ ancora difficile processare questa tragedia che ha reso così tante persone nel mondo tanto tristi. Poter stare intorno a lui e assaporare la sua aura umana è stata una gioia, le emozioni hanno iniziato a venire fuori tutte insieme. E’ difficile comprendere tutto questo. E’ dura andare avanti visto l’impatto che Kobe ha avuto su tutti noi. Ma come comunità cestistica e come mondo nella sua interezza dobbiamo stare uniti per affrontare questa situazione.

Stare vicino a lui poteva significare ogni emozione. Lo odiavi se dovevi giocarci contro, ma come persone che lo ammirava eri anche felice di esserci a contatto. Quando eravamo giovani cestisti, Kobe significava tutto per noi. Molte persone dicono che non lo conoscevano personalmente, ma avete visto Kobe in ogni situazione. Dal rap al vincere un titolo, da avere dei figli a sposarsi, dall’infortunarsi in campo al piangere in televisione. Avete visto tutto di Kobe Bryant. Ha vissuto al massimo, è stata una gioia essere nato nel 1988 ed essermi potuto godere Kobe nel suo prime.

Cosa possiamo fare per onorarlo? Qualsiasi cosa, non lo so, è davvero difficile dirlo adesso. Ogni giocatore deve scendere in campo e dare sempre il massimo, come avrebbe voluto lui. Ho provato a scrivere qualcosa sulla sua morte, pensavo cosa avrei potuto dire e scrivere. Ma sentivo che niente sarebbe stato abbastanza. E’ qualcosa a cui penso ogni volta che penso a Kobe: niente è abbastanza per onorarlo davvero. L’unica cosa è il modo in cui approcciamo la vita ogni giorno. Per me, come discepolo di Kobe e dopo aver studiato ogni suo aspetto, credo che l’unico modo di rendergli giustizia sia dare il massimo ogni volta. Non solo nel basket, ma in qualsiasi cosa.

Francesco Manzi

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