La stagione di Dwight Howard non è stata esaltante, tant’è che gli Houston Rockets anche a causa di presunti dissapori con James Harden avevano pensato di cederlo prima della deadline. Il centro ha un’opzione sul proprio contratto ed è probabile che diventi free agent già quest’estate per cercare un’altra destinazione.
L’involuzione di Howard dura ormai da qualche anno, periodo nel quale si è trasformato da centro più dominante della NBA a secondo violino molto discontinuo in una squadra che ha lottato fino all’ultima partita per raggiungere i Playoffs. Kevin McHale, coach dei Rockets dal 2011 all’inizio di questa stagione, ha provato a dare una propria lettura della parabola discendente dell’ex Magic e Lakers, parlando a SiriusXM NBA Radio Friday:
Se gli passi la palla in modo poco costante, quel povero ragazzo non si muoverà più. Penso che la schiena lo tormenti ancora, i suoi fianchi si sono ristretti e non è più stato lo stesso giocatore. Lui ci ha lavorato duro. Il ragazzo lavora duramente sulle proprie condizioni fisiche e cerca in tutti i modi di rimanere sano. Ma non è più il giocatore che era tempo fa in post-basso. Penso che anche l’intervento al ginocchio abbia influito.
I Rockets comunque hanno ancora mezza serie da giocare contro i Golden State Warriors, col punteggio sul 2-1 per i Dubs dopo la vittoria dei texani in Gara-3. Il game-winner di Harden ha lasciato impassibile gran parte della panchina di Houston, e proprio Howard è stato interrogato dai media su questa strana reazione. Il centro ha risposto piuttosto chiaramente: “Secondo me si è voluto tirar su un polverone per nulla. Eravamo felici di aver vinto la partita. Però penso che fossimo anche delusi di esserci messi in quella situazione. Siamo arrivati alla vittoria solo sull’ultimo possesso quando l’abbiamo avuta in mano dall’inizio. Quindi per tutte le persone che ritengono non fossimo felici per il canestro di James: chiudete il becco!”.
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