Che Kobe Bryant abbia un rapporto speciale con l’Italia non è una novità, l’ennesima testimonianza è arrivata al sorteggio dei gironi del prossimo Mondiale, quando il Black Mamba si è lasciato andare ad un largo sorriso appena estratta la Nazionale azzurra dall’urna. Nell’ambito del sorteggio, Kobe è stato poi intervistato dalla FIBA ed ha parlato proprio della sua infanzia italiana.
Quando viveva nella nostra penisola, mentre il padre vestiva le maglie di Rieti, Reggio Calabria, Pistoia e Reggio Emilia, Bryant iniziò infatti a muovere i primi passi su un campo di basket. Proprio i metodi di allenamento italiani, secondo la leggenda dei Los Angeles Lakers, lo avrebbero aiutato nella sua lunga carriera NBA, creandogli un vantaggio nei confronti dei pari-età che vivevano invece negli USA.
Crescere oltreoceano mi ha dato un incredibile vantaggio, perché imparavo i fondamentali del gioco. Non stavo imparando come passarmi la palla sotto le gambe o dietro la schiena, bensì la tattica. Cose come muovermi senza palla, fare passaggi semplici, usare la mano sinistra e quella destra. Come usare l’angolo per appoggiare la palla al tabellone, come muovermi sui blocchi: tutte queste cose. Eravamo fortunati se ci facevano fare una partitella a settimana. Eravamo davvero fortunati.
Quando sono tornato in America, gli altri ragazzi non sapevano come fare quelle cose. Non puoi impararlo in un giorno o in una settimana. Ci vogliono anni. Invece per imparare a passarsi la palla tra le gambe o dietro la schiena sì che ci vuole una settimana.
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