La Dinamo è al centro della bufera e il presidente difende il giocatore preso di mira; io sto con Sardara

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Scrivere di basket in Italia ed essere fan di Stefano Sardara allo stesso tempo è quasi un ossimoro; il presidente della Dinamo Sassari è di fatto l’inventore del gioco delle iniziali, che fa dannare la maggior parte dei giornalisti del panorama cestistico italiano. Ma, in questa occasione, mi schiero al suo fianco.

Stefano Sardara è stato chiaro: la squadra si sostiene sempre.
Stefano Sardara è stato chiaro: la squadra si sostiene sempre.

Personaggio eclettico e sempre presente, Sardara ha da tempo preso la via del “presidente onnipresente”, diventando quasi un simbolo della nuova Dinamo – quella della scalata ai vertici della Serie A. Da “uomo forte” qual è, il presidente biancoblu ha sempre difeso squadra, giocatori e allenatore a spada tratta, rispondendo personalmente a tutte le critiche, una ad una. Questi interventi in prima linea hanno fatto sì che Sacchetti potesse sempre lavorare indisturbato, senza sentire la pressione di un ambiente in ampia crescita sportiva. Lo scorso week-end, tuttavia, è accaduto qualcosa di particolare; qualcosa di nuovo.
Durante la partita del lunedì vinta da Sassari contro Avellino, match emozionante e tirato, dagli spalti del PalaSerradimigni sono arrivati alcuni (pochi) fischi all’indirizzo di Jerome Dyson. L’ex-Brindisi e Hornets è reo di metterci “poco impegno” e vivere un momento di crisi a livello di prestazioni personali, motivi che hanno spinto una piccola parte del pubblico (non bisogna fare di tutta l’erba un fascio) a fischiare il giocatore al suo ingresso in campo.
Oltraggiato da questo atteggiamento sbagliato, Sardara ha immediatamente postato su Facebook un rimprovero a quei tifosi che, al posto di gioire per la sesta vittoria raggiunta in campionato e il primo posto in coabitazione con Reggio e Venezia, hanno osato fischiare un giocatore della propria squadra:

sardara post 2

Facebook è una comunità aperta, tuttavia, e parte dei tifosi a cui era indirizzato il rimprovero si sono sentiti in dovere di rispondere al presidente, sottolineando il diritto dello spettatore di esprimere il proprio disappunto e dando vita ad un acceso alterco tra coloro che sostengono Sardara e gli altri critici. Il tutto si è “concluso” (sapremo se è effettivamente finita qui solo alla prossima partita interna della Dinamo) con un secondo post del presidente:

sardara post 1Sardara ha in seguito cambiato la sua immagine del profilo con la foto di Dyson accanto alla Supercoppa vinta in estate contro Milano e di cui Jerome era stato l’MVP, acclamato da tutti a furor di popolo, suggerendo chiaramente il messaggio che vuole trasmettere ai supporters.

Questo ennesimo accadimento all’interno dell’ambiente sportivo sassarese offre lo spunto per una riflessione: tutto il pubblico di Sassari si merita la Dinamo? Quanto stanno dimostrando alcuni tifosi biancoblu nell’ultimo periodo è allarmante a dir poco: Sassari ha battuto Milano conquistando la sua prima Supercoppa, vince e convince in campionato dove si trova ai vertici della classifica e ottiene gli elogi di tutta la stampa nazionale. Nonostante questo, alcuni tifosi trovano comunque il modo di criticare la truppa di Sacchetti, rea, a loro detta, di giocare male e con poca convinzione.
Ma come è possibile una cosa simile? Come è possibile criticare una squadra, un allenatore e una società, che in meno di cinque stagioni hanno portato la Dinamo dalla Lega Due all’Eurolega? È quello che si domanda Sardara; è il quesito di molti altri tifosi sempre fedeli al team.
La risposta, forse, sta proprio nella rapida scalata della squadra. Come un piccolo borghese arricchito nell’Ottocento, una fetta del pubblico di Sassari, abituata a palcoscenici minori, ha mantenuto i difetti delle sue origini, mischiandoli a quelli che comporta il rapido avvento ad un ruolo d’élite nel proprio contesto. Alcuni tifosi della Dinamo (di nuovo: non bisogna fare di tutta l’erba un fascio) sono ancora vittime dell’atteggiamento della tifoseria della squadra provinciale, a cui hanno aggiunto l’arroganza dei primi della classe, che permette loro di fischiare il giocatore che gli ha regalato il secondo trofeo della storia del Club. Anche la memoria corta è un caratteristica del borghese arricchito, che una volta scalate le gerarchie si dimentica di chi lo ha aiutato…

Drake-Diener-1In questo contesto, inoltre, non aiuta indubbiamente l’aura magica che si respira a Sassari quando si pronuncia il nome ‘Diener‘. I due cugini che hanno incantato il PalaSerradimigni nelle ultime stagioni sono ancora più presenti che mai nel cuore dei tifosi e, di conseguenza, sostituirli non è un’impresa facile.
Anche qui però ci sono dei tifosi sassaresi che commettono un errore: è sbagliato pretendere da Dyson di giocare come Travis Diener, ritiratosi per problemi fisici. Dyson è un play moderno, molto “americano”, abituato a creare l’azione e segnare punti, oltre che a costruire gioco.  TD12, al contrario, era un giocatore quasi atipico per il basket di oggi, che metteva il passaggio davanti al tiro. La differenza tra i due giocatori non implica una minore qualità del nuovo playmaker della Dinamo, che rimane uno dei migliori della Serie A. Se tutto l’ambiente decidesse di dargli la fiducia che merita un giocatore del suo calibro, Dyson tornerebbe presto sui livelli che gli sono valsi un meritatissimo titolo di MVP della finale di Supercoppa.
In ogni caso, a prescindere dal caso specifico di Dyson, tutta la città farebbe bene a mettere una pietra sopra il passato e smettere di rimpiangere i recenti fasti e venerare la famiglia Diener. Anche perché, se da una parte è vero che Travis ha lasciato la Dinamo per cause di forza maggiore, Drake ora gioca a Reggio….

Niccolò Armandola

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