La favola della Carpisa Napoli

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La stagione di Serie A 2005/2006 presentava ai nastri di partenza delle squadre di primo livello europeo. La Climamio Bologna di coach Repesa e di Belinelli, Lorbek, Becirovic, e Diawara. La Benetton Treviso di coach Blatt e di Zisis, Siskauskas, Bargnani e Drew Nicholas. La MontePaschi Siena di coach Recalcati e di Kaukenas, Stonerook, Chiacig e Marcelo Nicola. La Virtus Roma di coach Pesic e di Hawkins, Sconochini, Bodiroga e Van Den Spiegel. L’Armani Jeans Milano di coach Lardo e di Gallinari, Galanda, Vukcevic e Joe Blair. Ma soprattutto la Carpisa Napoli di coach Piero Bucchi.

In quel periodo storico la città di Napoli era in cerca di un gruppo da idolatrare, in quanto il calcio navigava ancora tra la serie C1 e la B, e la squadra messa in campo dal patron Maione coinvolgeva la gente, veniva dal nulla e aveva un gioco capace di far scaldare il pubblico in pochi secondi.

Lynn Greer, la Leggenda: "Grazie Napoli" - Napoli BasketBucchi schierava un quintetto formato da:

  • Lynn Greer, playmaker e miglior realizzatore della squadra, mancino con un tiro da 3 mortifero e una grande capacità di creare vantaggi per se e per gli altri
  • Jon Stefansson, islandese dal tiro micidiale e dalla grande difesa
  • Michel Morandais, ala piccola francese tutto atletismo e 1 contro 1
  • Ansu Sesay, ala forte americana, anche lui mancino come Greer, con un gioco in post basso dotato di infinite soluzioni
  • Alessandro Cittadini, centro 27enne con poche velleità offensive ma enorme solidità difensiva

Dalla panchina si alzavano il sesto uomo Jay Larranaga, ovvero l’antesignano dell’ormai classico 3&D, Mason Rocca, centro undersized tutto lotta e cuore, Valerio Spinelli, playmaker di riserva dotato di grande inventiva e velocità nell’1vs1.

L’inizio di stagione è leggermente a rilento e, dopo 4 giornate, Napoli è a quota 2 vittorie ed altrettante sconfitte. Alla quinta giornata però arriva la svolta: con il successo al PalaBarbuto contro la fortissima Climamio Bologna firmato dai 29 punti di Greer, la banda di coach Bucchi acquista consapevolezza e trascina con sé il pubblico di casa, che non ha mai visto una squadra così forte. Dopo 17 partite, MontePaschi, Benetton e Carpisa sono a pari merito a quota 26 in cima alla classifica, ma per questioni di scontri diretti Napoli si qualifica alla Coppa Italia da seconda classificata, e deve quindi affrontare Milano al primo turno.

La cornice è il PalaFiera di Forlì e la Carpisa deve vendicare la sconfitta in campionato: Milano tiene botta, ma Spinelli spacca la partita nel secondo quarto, Greer ne infila 24 e Napoli vola in semifinale.

L’avversario in semifinale è la fortissima Benetton Treviso, vincitrice delle precedenti 3 edizioni della competizione. La squadra di Blatt ha spazzato via la Snaidero Udine ai quarti, Goree e Nicholas partono forte, ma nel secondo tempo la Carpisa piazza due parziali mortiferi e conquista la finale, mandando in estasi i 3.000 tifosi biancoazzurri presenti a Forlì.

In finale con Napoli ci arriva la Virtus Roma, che dopo aver battuto Varese e Siena si trova di fronte la Carpisa di Bucchi. Come detto in apertura, la Lottomatica è un’eccellente formazione ricolma di talento, che ha in David Hawkins la punta di diamante di un sistema ben collaudato, e dove sono presenti giocatori del calibro di Dejan Bodiroga, Vlado Ilievski, Hugo Sconochini e Marko Tusek, guidati in panchina da coach Svetislav Pesic.

La partita comincia bene per Roma, ma l’ingresso in campo di Mimmo Morena ribalta emotivamente la partita. Il capitano infila una tripla che dà il via al parziale decisivo, il match prosegue all’overtime, in cui Greer prende per mano la squadra e la conduce alla vittoria per 85-83 nel delirio generale. Hawkins viene eletto MVP, ma sceglie autonomamente di cederlo a Greer.

La Coppa Italia del 2006 rimane il primo ed unico trofeo della storia cestistica napoletana, vinto grazie ad un gruppo fantastico, oltre che cestisticamente validissimo. Solo due anni più tardi la società sarebbe stata esclusa dalla Serie A per problemi finanziari e successivamente fallita, lasciando spazio alla nascita di altre società che hanno portato all’odierno Napoli Basket, neopromossa nella massima serie ma assente alle Final Eight di quest’anno per un soffio.

Quando Napoli avverte che c’è qualcosa di importante, con il suo pubblico, fa sempre sentire la propria spinta. Tornare con la coppa da Forlì con oltre 3.000 napoletani venuti a sostenerci con le famiglie, che ci hanno poi scortati in tangenziale, è stata un’emozione incredibile” commentò il capitano Mimmo Morena.

Francesco Manelli

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