La giovane Europa al servizio della NBA: Western Conference

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Un’altra stagione NBA sta per volgere al termine, almeno per quanto riguarda la RS: in una competizione che si rispetti, perfino ai massimi livelli, ci sono vincitori e vinti, sorprese e delusioni. Su questo aspetto sono state ben poche le prime e molte le seconde, tuttavia da ogni delusione, ogni squadra cerca di raccogliere ciò che è rimasto di positivo per ricostruire attorno il futuro: è proprio in questo momento che alcune squadre stanno gettando le basi per la prossima stagione, in particolare con alcuni tra i più interessanti prospetti del panorama europeo; altre invece godono del presente di questi atleti, ormai affermati e diventati uomini-chiave per le rispettive franchigie.

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RUDY GOBERT: se il presente a Est si chiama Giannis Antetokounmpo, a Ovest Rudy Gobert fa fuoco e fiamme nei pitturati avversari su tutte e due le metà del campo:

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Il francese è diventato uno dei pilastri portati del progetto dei Jazz che hanno costruito intorno a lui, Hayward, Hill e Favors una squadra importante che ora vanta la quarta posizione a Ovest, con un record migliorato rispetto alla stagione precedente di 6 vittorie, e pronta ad essere un’interessante avversaria ai playoff. Per maggiori informazioni riguardo al gioco del pivot classe ’92, vi riproponiamo l’articolo relativo di qualche settimana fa.

 

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NIKOLA JOKIC: arrivato in NBA dopo aver predicato pallacanestro in ABA con il Mega Leks nella stagione 2014-2015, il centro serbo ha impiegato appena una stagione per inserirsi prima e sviluppare il suo gioco quest’anno con risultati straordinari (+6.3 punti, +2.5 rimbalzi, +2.3 assist, +6.8% di precisione dal campo). L’impatto crescente del nativo di Sombor ha inciso anche sull’economia della squadra, che a 10 giornate dal termine della regular season, ha già migliorato il suo record rispetto all’annata precedente, ma l’accesso ai playoffs è in pericolo:

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Il giocatore classe ‘95, come dicevamo, ha sviluppato al meglio ogni aspetto del suo gioco, dal mix di forza e tecnica in post-basso alle percentuali di tiro e a qualità da guardia fuori dal comune per un giocatore della sua stazza; manca ancora di quella sicurezza difensiva che potrebbe fare la differenza anche sull’altra metà campo, ma ormai Joker è una certezza:

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Un’ultima annotazione interessante la riporta anche il ranking sui giocatori NBA di Hollinger (ESPN): è 2° tra tutte le power forward nella lega (dietro solo a Antony Davis) per indice di valutazione (26.43) e terzo per stima sul valore aggiunto (396.1) e stima sulle vittorie aggiunte (13.2); in assoluto nella NBA è 8° per indice di valutazione e 20° per stima sul valore aggiunto e stima sulle vittorie aggiunte. That’s Joker man!

 

clutchpoints.com

JUSUF NURKIC: c’è chi ha avuto più gloria e chi invece ha subito l’oscurità e la decentrazione dal progetto societario; l’esplosione di Jokic ha cancellato di fatto le possibilità di crescita per il bosniaco a Denver, che ora nelle 16 gare disputate finora a Portland ha ritrovato serenità, gioco e quelle qualità che gli sono valse la chiamata alla n.16 al draft 2014, e anche qualcosa di più:

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Ciò che più ha colpito nel giocatore classe ‘94 è l’impatto difensivo e soprattutto la valorizzazione al ruolo di uomo squadra, che lo hanno fatto crescere non solo in termini di forza sotto canestro ma anche nel coinvolgimento dei compagni e viceversa. In un sistema come quello dei Blazers, che ricercava da tempo quel centro di peso in grado di dare completezza a coach Stotts, il nativo di Tuzla si è rivelato un’eccellente acquisto: le statistiche dicono che la franchigia dell’Oregon, con lui in campo, ha un rating offensivo di +6.3 punti più alto (con +3.4 di precisione dal campo), +5.3 rimbalzi e +1.5 stoppate e subiscono -4 punti sul rating offensivo (-1.5 di precisione dal campo), -5.3 rimbalzi e -1 assist. Forse “The Bosnian Beast” è arrivato a destinazione, finalmente; e i playoff sono ad un passo, proprio a danno della sua ex-squadra. Se questo non è karma…

 

nugglove.com

JUAN HERNANGOMEZ: l’esordio per il più giovane dei fratelli Hernangomez, non è stato di certo esaltante, ma sicuramente non da buttare via, dimostrando di essere un’importante valore aggiunto:

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D’altronde dopo la crescita all’Estudiantes, è entrato nella NBA quando era ancora in fase di evoluzione come giocatore, quindi non una certezza, ma più che altro una scommessa su cui i Nuggets hanno deciso di puntare. Puntualmente la sua lenta ma positiva maturazione gli consente di adattarsi di più agli schemi, a comprendere meglio il gioco e a progedire di conseguenza in maniera corretta dal punto di vista tattico, grazie anche al suo QI cestistico di alto livello; in Nevada ha dimostrato di poter stare in questo campionato, grazie alle sue doti individuali atletiche e difensive ma il tiro è ancora in fase di miglioramento, mentre il fisico invece deve svilupparsi ancora per reggere gli avversari nel confronto vicino e lontano da canestro. Per il futuro della propria nazionale deve assolutamente lavorare ancora e darsi da fare per migliorare: d’altronde per un classe ‘95 il futuro è ancora tutto da scrivere.

 

thenormantranscript.com

DOMANTAS SABONIS: l’impatto del figlio del principe del Baltico in questa stagione NBA è stato tutt’altro che facile: dopo le prime impressioni positive con i Thunder, con tanto di partenze in quintetto, il lituano è calato nelle gerarchie di Donovan fino a partire dalla panchina, con il neo-arrivato Taj Gibson, giocatore con più esperienza e soprattutto rating offensivo, a soffiargli il posto:

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Da questi dati si deduce non solo che il giocatore classe ‘96 non è funzionale all’alto ritmo di gioco della franchigia dell’Oklahoma ma addirittura, senza lui in campo, la squadra può esprimere di più. Eppure all’Università di Gonzaga erano emerse doti individuali di primo livello dal punto di vista tecnico e soprattutto tattico con una vasta gamma di soluzioni offensive in attacco e bravo nel rollaggio sul pick n roll avversario; sicuramente tra le pecche per il ruolo di PF è l’atletismo che gli consentirebbe di essere un giocatore d’elite, piuttosto che uno solido come lo è sempre stato finora. Inoltre. in un contesto come quello dei Thunder, dove la ruota gira agli ordini di Mr.Pointzilla Russell Westbrook, l’ala baltica è uno dei giocatori più coinvolti con 20.8 passaggi ricevuti a partita, ma ne converte in produzione offensiva solo il 25%, davvero troppo poco. Certo è comunque che in questo sistema di squadra riesce a inserirsi meglio con alcuni giocatori (Oladipo, Kanter) piuttosto che con altri (Grant):

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Non parleremmo di delusione totale poichè è la sua prima annata NBA, ma se vuole rimanere nell’elite del gioco dovrà costruirsi nuove soluzioni al suo repertorio, lavorare davvero duro per riconquistare un posto da titolare e magari riprovare a seguire le orme del padre. Forse anche con un cambio di franchigia, che possa garantirgli spazio e fiducia.

 

Clint Capela

CLINT CAPELA: finalmente è arrivata una stagione da uomo-chiave nel sistema dei Rockets per il centro svizzero, che dopo essere entrato nelle rotazioni l’anno scorso, ha trovato posto nel quintetto di D’Antoni con risultati positivi:

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Il grande merito va alla sua capacità di farsi sempre trovare pronto vicino al ferro e alle sue leve atletiche che gli permettono di arrivare ovunque; a questo si aggiunge una mano tecnicamente sviluppata ma non per un tiro a medio raggio, punto che manca fortemente al repertorio del giocatore classe ‘94 ed è ancora in fase di rodaggio. Inoltre, bisogna anche considerare l’addio di Howard, che ha aperto le porte allo svizzero e dato interamente ad Harden le chiavi della squadra per far girare il sistema secondo il suo ritmo, coinvolgendo spesso nei suoi assist proprio il neo-pivot titolare e non è il solo che favorisce il rendimento del giocatore e della squadra:

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Tuttavia, come dimostra la tabella alla voce quello che manca è una crescita in termini di impatto difensivo come rim protector per dare un’ulteriore maturazione a una base solida di gioco già ben costruita.

 

ocregister.com

IVICA ZUBAC: davvero pochi, se non rari addetti ai lavori, avrebbero predetto una crescita del giovane croato nella NBA soprattutto i numeri buoni, ma poco incoraggianti, con cui era arrivato dalla ABA:

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Certo però è che bisogna considerare anche le condizioni non ottimali del giocatore classe ‘97 che con i problemi al menisco non ha potuto esprimere al meglio il suo bagaglio tecnico, cosa che invece hanno notato e su cui hanno deciso di scommettere i Lakers dopo lo straordinario 2015 dove si impose come uno dei migliori centri non solo agli Europei U18 (15.8 punti conditi da 12.9 rimbalzi di media), ma anche ai Mondiali U19 (17.6 punti e 7.9 rimbalzi a gara):

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Anche lui ha dovuto seguire un rito di passaggio prima di inserirsi nel sistema gialloviola, dimostrando le sue qualità con la affiliata in D-League, i D-Fenders (14 gare da 15.8 punti e 9.7 rimbalzi a partita con il 60% dal campo), e poi confermandosi in prima squadra da oltre 30 giornate:

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Con un fisico totalmente recuperato, stanno pian piano emergendo le sue qualità individuali: un centro solido dal fisico possente e dalle lunghe leve, molto mobile nei movimenti vicino a canestro su ambo i tabelloni grazie al lavoro di piedi e capacità reattive interessanti, possiede un gancio vicino a canestro e un 1vs1 in post-basso ben eseguiti grazie anche all’ottimo uso del piede perno; inoltre è un giocatore di squadra, in grado di eseguire buone letture offensive favorendo il gioco per i compagni. Nonostante questo, non è un giocatore atletico o esplosivo e il suo raggio di tiro non supera i 3 metri, in più deve lavorare sulla difesa dove pecca sia come rimbalzista che come rim protector:

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Però, in un sistema come quello dei Lakers, ambizioso desideroso di tornare alla gloria, Zubac può essere un buon punto di partenza per la prossima stagione.

 

abc10.com

GEORGIOS PAPAGIANNIS: per il centrone greco, siamo quasi sulla stessa linea di Zubac: fatica nel suo percorso giovanile a livello di club (Panathinaikos), ma non con la maglia della nazionale nelle competizioni importanti. Draftato nel 2016 con la tredicesima scelta, ha passato quasi tutta la stagione in D-League con l’affiliata dei Reno Bighorns (23 partite con medie da 13.7 punti con il 50% dal campo, 8.1 rimbalzi e un’impressionante 2.6 stoppate), ma entrato solo recentemente nei radar della prima squadra, fornendo spunti interessanti:

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La caratteristica che colpisce di più del pivot classe ‘97 è il suo fisico possente di 218 cm con mani che hanno una pericolosità ad un raggio più ampio dei 3 metri; grazie ad esso, può vantare di essere un buonissimo rimbalzista e un rim protector, grazie alle sue leve, ma anche alla capacità di leggere adeguatamente le letture offensive degli avversari. Inoltre possiede un buon gancio e tatticamente gioca il pick n roll aprendosi bene sul rollaggio, tagliando fuori il difensore e guadagnando spazio per concludere al ferro. Il suo punto più debole però è sicuramente la personalità: poca aggressività, freddezza al tiro ed eccesso di pigrizia in difesa sono punti su cui i Kings dovranno lavorare, oltre al lavoro di piedi ancora abbastanza lento. In un contesto come quello di Sacramento, che dopo la cessione di Cousins ha perso la sua superstar, rimpiazzata dalla promozione di Koufos, il nativo di Amarousio avrà da imparare parecchio dal suo connazionale.

 

alcheton.com

RADE ZAGORAC: se a Est Ante Zizic sembra il giocatore più propenso per il grande salto, a Ovest i Grizzlies detengono i diritti del giocatore serbo classe ’95 che in patria, come in ABA ha mostrato notevoli miglioramenti:

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Parliamo di uno dei prospetti più interessanti emersi dall’ultima U20 serba campione d’Europa, il quale rimasto in patria, vuole provare a entrare nella competizione più importante del mondo dalla stessa porta che hanno aperto Jokic, Luwawu-Cabarrot e Zubac recentemente. Giocatore longilineo dal fisico atletico, anche se con poca forza muscolare, ha una versatilità offensiva che lo rende difficilmente marcabile: nel suo ruolo di small forward preferisce avere il controllo del pallone per dare il via all’azione attaccando soprattutto in penetrazione dal lato forte; a questo si aggiunge una predilezione per la spinta in transizione, è molto bravo ad eseguire il pick n roll, soprattutto nel leggere il movimento della difesa e a favorire il rollaggio del compagno, buona mano anche dal perimetro e tanto gioco con i compagni. Nel repertorio offensivo però pecca nell’equilibrio precario, compreso sul tiro, in alcune scelte dal punto di vista tattico ma soprattutto nella personalità facilmente condizionabile, su cui deve lavorare in termini di concentrazione e freddezza. In difesa ha un bel movimento di piedi sugli scivolamenti ed è in grado di coprire nei tre ruoli degli esterni, inoltre ha discrete abilità di stealing grazie alle sue lunghe leve; tuttavia fatica ancora a reggere sui cambi difensivi e contro avversari più fisici. Tuttavia questa giovane promessa può giocarsela, ma per il momento i Grizzlies non hanno mostrato intenzioni per portarlo oltreoceano.

 

STATS BY basketball-reference.com, realgm.com & archive.fiba.com

Federico Gaibotti

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