Qualche giorno fa la NBA ha annunciato che, ai giocatori che scenderanno in campo a Orlando per il finale di stagione, sarà permesso scrivere alcune parole o slogan sul tema della giustizia sociale e contro il razzismo, al posto del proprio nome sul retro delle divise. In maniera molto precisa, la Lega ha concordato con la NBPA una lista di esattamente 29 opzioni tra le quali gli atleti potranno scegliere. Queste saranno tutte le opzioni:
Black Lives Matter; Say Their Names; Vote; I Can’t Breathe; Justice; Peace; Equality; Freedom; Enough; Power to the People; Justice Now; Say Her Name; Sí Se Puede (Yes We Can); Liberation; See Us; Hear Us; Respect Us; Love Us; Listen; Listen to Us; Stand Up; Ally; Anti-Racist; I Am A Man; Speak Up; How Many More; Group Economics; Education Reform; Mentor.
La lista è stata pensata dalla NBA anche per tutelarsi e mantenersi comunque all’interno di una conversazione dai toni pacati, senza slogan che potrebbero creare polemiche o minare l’immagine del campionato. L’iniziativa non è piaciuta particolarmente a Jaylen Brown, uno dei giocatori più “rumorosi” quando si è trattato di affrontare il tema di una riforma sociale e delle proteste delle scorse settimane. L’ala dei Boston Celtics ha storto il naso leggendo la lista, definendola troppo corta e in un certo senso limitante. Brown ha anche annunciato che giocherà il finale di stagione.
Celtics Jaylen Brown says that he hopes the NBA makes adjustments to the list of approved social justice statements for the back of jerseys because the list is “a little bit limiting.” Says he would like to see “results”, “break the cycle” and “inequality by design” added.
— Malika Andrews (@malika_andrews) July 6, 2020
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