La NBA richiederà maggiore impegno alle franchigie per la tutela della salute mentale dei giocatori

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Nell’ultimo anno, soprattutto grazie ad un articolo scritto da Kevin Love su The Players’ Tribune, il mondo NBA si è aperto al mondo della salute mentale, ovvero a quell’area che comprende malattie “non visibili” come la depressione. Da allora diversi atleti, come DeMar DeRozan, hanno confessato di avere avuto in passato o tuttora dei problemi del genere, ampliando ulteriormente la cassa di risonanza.

Da parte sua la NBA, che è sempre socialmente molto attiva, anche a tutela dei propri atleti, ha introdotto nuove norme riguardanti questo argomento. Come riportato da Sam Amick, la Lega ha in questi giorni inviato un memo ad ogni franchigia con dei requisiti specifici che dovranno essere incontrati dalle squadre in vista della prossima stagione. Il programma verrà discusso più approfonditamente il 21 settembre a Chicago, nel corso di un incontro apposta.

Tra i provvedimenti introdotti, ogni franchigia dovrà avere uno o due professionisti di salute mentale a disposizione dei giocatori, oltre che uno psichiatra con licenza.

Francesco Manzi

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