La Nuova Zelanda doma l’Italbasket, non bastano i tentativi di rimonta degli Azzurri

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ITALIA – NUOVA ZELANDA: 82-88

(14-26, 37-46, 61-64, 82-88)

Dopo Serbia e Francia, l’Italia subisce un’altra sconfitta contro la Nuova Zelanda in una gara dominata in gran parte dai nostri avversari. Non bastano gli sprazzi di azzurro nella seconda metà della partita per riuscire a prendere la testa e acciuffare la prima vittoria del torneo AusTiger.

Ultima tappa del torneo AusTiger per i nostri Azzurri che non cominciano bene la gara. Un primo quarto fatto di strappi e ricuciture vede di gran lunga superiore una Nuova Zelanda più ordinata e con un comodo 55% al tiro. I nostri avversari avanzano subito nel risultato andando sull’8-4, subiscono la reazione dell’Italbasket firmata Gallinari per un parziale di 6-0, ma rispondono sempre ad ogni colpo italiano. La reazione più evidente è quella neozelandese che nella seconda metà del quarto prende lo slancio. Della Valle e Biligha accorciano sul 20-26, ma non tarda la presa di posizione della Nuova Zelanda che gioca bene sotto canestro e anche dalla linea della lunga distanza (27-39 dopo 15′). Bravi gli Azzurri a sfruttare un momento di black-out offensivo avversario per accorciare sul 37-43 ma un fallo tecnico ai danni di Marco Belinelli e un canestro sulla sirena tengono l’Italia a 9 lunghezze (37-46).

Esteticamente più bella è l’Italia che approccia il terzo quarto con la difesa e la corsa in transizione. Funzionali la tripla di Belinelli per lanciare la rimonta, la difesa e la corsa in transizione di Alessandro Gentile – autore di un and-one – e i liberi di Gallinari per riportare la situazione in parità a quota 53. Gli Azzurri corrono, gli avversari offendono e il vantaggio non ha un proprietario. 61-64 dopo 30 minuti. L’Italbasket viaggia sulle ali dell’impatto energico del terzo quarto, ma la Nuova Zelanda è più cinica e precisa in ogni angolo del campo. Corey Webster continua a colpire dalla lunga, Pledger sigla un gioco da tre punti; sono i mattoni per costruire un nuovo sostanzioso vantaggio del 62-79. Nel giro di un minuto e mezzo, a quattro dalla fine, un’Italia indemoniata rimonta fino al -4, 78 a 82. Webster e il gioco interno ristabiliscono le gerarchie; dieci lunghezze di distanza nell’ultimo giro di orologio consegnano la gara ai neozelandesi.

Matteo Bettoni

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