Larry Brown e le difficoltà di ambientamento al basket italiano

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Prima, forse seconda dopo Mike James, novità più importante della stagione di Serie A 2018-19 è sicuramente la presenza di Larry Brown sulla panchina della Fiat Torino. A 78 anni, il coach americano ex Knicks e Nets, ma soprattutto vittorioso nel 2004 con i Pistons, si è ritrovato in una realtà nuova, completamente diversa dalla NBA, che probabilmente non si aspettava. Fin qui i risultati non sono infatti stati buoni: due vittorie in dodici gare, tra cui uno 0-6 in EuroCup e l’eliminazione dietro l’angolo.

Brown si è raccontato al New York Times, all’interno di un lungo articolo dal titolo A Hall of Famer in Exile: Larry Brown’s Italian Adventure”. All’interno del pezzo si parla delle condizioni fisiche del coach, che fino a un paio di settimane fa si trovava negli USA per dei controlli medici: nell’ultimo anno si è operato cinque volte, e uno di questi interventi chirurgici gli ha lasciato una vistosa cicatrice sul collo. 

“Se guardate alla nostra squadra ora, penserete che sia terribile da guardare giocare. E’ solo un gruppo di ragazzi che corre in giro” sono le parole di Brown al NY Times. Ma non sono solo i risultati che tardano ad arrivare, è proprio l’ambientamento del 78enne al basket europeo, e in particolare italiano, il problema: un mondo totalmente diverso dalla NBA, per ciò che si vede in campo ma soprattutto fuori. Questo un passaggio tradotto dall’articolo:

Gli spogliatoi qui, per la sorpresa di Brown, sono distanti anni luce dagli standard della NBA. Ad inizio stagione, è entrato in un bagno in una delle arene e subito ne è uscito quando ha realizzato che l’unico gabinetto presente non aveva dove sedersi.

Ha descritto un volo in Germania in cui era poco sicuro di riuscire ad atterrare in sicurezza a destinazione. “Durante un lungo volo, prendo due Valium. Durante uno corto, ne prendo uno. Eravamo su questo piccolo aeroplano ed ero pronto ad ingoiare l’intera confezione”.

Tutto gli ricorda ciò che Michael Jordan gli disse una volta a proposito della sua parentesi nel baseball.

“Disse che la cosa più divertente erano i viaggi in pullman tra una partita e l’altra della minor league, fermarsi in un’area di servizio, comprare delle patatine o cose del genere” ha detto Brown “E ora sto vivendo la stessa cosa”.

Francesco Manzi

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