Da tempo ormai si dibatte, nel mondo sportivo, su come gestire il ruolo di atleti transgender. Una persona nata uomo e diventata poi donna dovrebbe giocare le competizioni femminili? Finora non c’è una risposta definita e di tanto in tanto alcuni casi aggiungono materiale alla “giurisprudenza” in questo ambito. In Australia nelle scorse ore per esempio si è deciso che no, l’atleta transgender Lexi Rodgers, nata uomo e ora donna dopo il percorso di transizione, non potrà giocare a basket nella NBL1, il secondo campionato femminile del Paese.
Per deliberare sulla questione era stato nominato un trio di esperti: il dottor Peter Harcourt, l’ex atleta olimpica Suzy Batkovic e la professoressa Diana Robinson. Il caso era stato portato alla luce da Andrew Bogut, forse il cestista australiano più famoso di sempre. L’ex centro NBA si era opposto al tesseramento di Rodgers, la cui identità era ancora nascosta all’epoca, chiedendo: “Siete disposti a sacrificare la santità dello sport femminile in nome dell’inclusione?”.
Dopo poco tempo Rodgers si era rivelata, e da lì era stato aperto il caso. Come riportato dal The Herald Sun, per decidere sono stati effettuati dei test di forza e di fisicità sulla giocatrice, compresi quelli sul livello di testosterone. La storia si è chiusa, per ora, senza lanci di stracci: Batkovic ha ringraziato Rodgers per la disponibilità dimostrata, mentre quest’ultima ha espresso la speranza di riuscire un giorno a giocare nella lega femminile.