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Le migliori 10 giocate della storia dei Playoff NBA

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Sono il momento più atteso. Quello per cui notoriamente, dopo ben 82 partite di una lunghissima regular season, le squadre cambiano marcia e iniziano a giocare “sul serio”. Sono i Playoff.

La storia della NBA è piena di momenti iconici, che si sono fissati nella mente degli appassionati. Che sia per la spettacolarità dei gesti o per l’importanza del fatto all’interno di una partita o di una stagione, moltissime azioni sono state tramandate negli anni e sono rimaste impresse tra i fan. Così come a decenni di distanza ci ricordiamo dei 100 punti segnati da Wilt Chamberlain o del gioco spumeggiante dei Lakers dello showtime, probabilmente nel futuro ci troveremo ancora a parlare delle schiacciate di Ja Morant o della stagione da MVP di Derrick Rose prima che gli infortuni ne condizionassero la carriera.

Riuscire a compiere un qualcosa di memorabile durante i playoff, però, ha tutto un altro sapore. Le maggiori difficoltà date da un livello di gioco più elevato, la posta in palio e tutto ciò che comporta rendono quello che accade ai playoff ancora più magico e degno di nota.

Abbiamo provato a stilare una TOP 10 dei migliori momenti della storia dei Playoff: delle vere e proprie giocate che, nonostante gli anni trascorsi, vengono ancora ricordate e celebrate perché spettacolari o decisive. Ovviamente, in 75 anni di storia della NBA, le azioni degne di nota sarebbero tantissime, ma queste per noi sono le migliori 10.

 

10) “Havlicek stole the ball!”

“Gli attacchi vendono i biglietti, le difese vincono le partite”. Non c’è frase migliore per definire la decima posizione della nostra Top 10, che si apre con una giocata difensiva decisiva. Siamo in Gara-7 delle 1965 1965 Eastern Division Finals e di fronte ci sono i Boston Celtics di Bill Russell e i Philadelphia 76ers di Wilt Chamberlain. A guadagnarsi la scena però, non è nessuna delle due superstar: con il punteggio fissato sul +1 per i biancoverdi, Phila conquista il possesso del pallone ed ha a disposizione una rimessa in attacco dal fondo con 5 secondi sul cronometro. Sul tentativo di passaggio da Greer a Walker però, Havlicek capisce tutto e intercetta il pallone permettendo ai Celtics di mettere al sicuro il risultato e conquistare l’accesso alla finale poi vinta 4-1 contro i Lakers. A consegnare l’azione alla storia ha contribuito anche il cronista dell’incontro con la sua frase “Havlicek stole the ball!”, urlata in un Boston Garden in visibilio.

 

9) Il 60-foot-shot di Jerry West

Chissà quanto si sarà “mangiato le mani” Jerry West dalla stagione 1979/80 ad oggi. E si, perché se il tiro da tre punti fosse stato introdotto dieci anni prima e non in quell’annata, West avrebbe potuto regalare ai suoi Lakers una vittoria memorabile contro i Knicks. Invece, durante le 1970 NBA Finals, la linea dei tre punti non esisteva ancora e gara-3 tra Los Angeles e New York era fissata sul 100-100 a pochi secondi dal termine. Con tre secondi sul cronometro, Dave DeBusschere illude i Knicks con il +2 mentre i Lakers hanno esaurito i timeout e tutte le loro speranze sono nelle mani di West che prende il pallone dalla rimessa. “Mr. Clutch” tiene però fede al suo soprannome e poco prima della sirena lascia partire un tiro da 18 metri che si infila nella retina ma, valendo solo due punti, manda il match all’overtime. Al termine del supplementare vinceranno i Knicks, la serie si prolungherà fino a gara-7 e saranno i newyorkesi ad avere la meglio eliminando Los Angeles dai playoff, ma il 60-foot-shot di Jerry West rimarrà nella storia.

 

8) “The greatest game ever”

Una partita rinominata nel corso del tempo “greatest game ever” non può non entrare di diritto nella nostra Top 10. È vero, non è una vera e propria “azione” come le altre, ma ciò che rende questa partita speciale è proprio la somma di tante singole azioni che soprattutto nei minuti finali hanno deciso il match. Siamo nel corso delle 1976 NBA Finals e la serie tra i Boston Celtis e i Phoenix Suns è in parità sul 2-2. Anche gara-5, come tutto il resto della serie, è combattuta, ma in questo caso Suns e Celtics si superano. Tra sorpassi, controsorpassi, cronometro da sistemare in seguito a canestri segnati sulla sirena, timeout chiamati senza averne la possibilità e conseguenti falli tecnici, ci vollero ben tre overtime per determinare il vincitore. Con quasi tutti i giocatori titolari di entrambe le compagini fuori dal match per limite di falli la gara venne decisa dalle riserve, che determinarono la vittoria di Boston per 128-126. I Celtics, forti di quella vittoria complicata, si aggiudicarono poi anche gara-6 ed il titolo NBA, ma quella gara e quell’estenuante resistenza dei Suns in gara-5 restarono negli annali, facendo sì che quella sfida si fissasse nella mente degli appassionati come una delle migliori partite della storia.

 

7) La giocata decisiva di Larry Bird

Gli appassionati NBA più giovani avranno nella mente l’immagine di un Larry Bird tiratore, ma la stella dei Celtics era un giocatore molto più completo di quel che può sembrare, capace di decidere le partite anche in altri modi che non con un tiro dal palleggio o sugli scarichi. E’ il caso di gara-5 delle 1987 Eastern Conference Finals tra Boston e Detroit. Nei secondi finali, i Celtics sprecano l’occasione di aggiudicarsi il match e perdono palla, rimanendo sul -1. Con una rimessa a 5 secondi dalla fine i Pistons hanno la vittoria in tasca, ma è proprio in quel momento che salta fuori Larry Bird: la stella dei Celtics intercetta la rimessa, recupera il pallone che stava per terminare fuori e ruotando su se stesso riesce a servire Dennis Johnson per un facile lay-up che regala la vittoria a Boston.

 

6) L’alley-oop tra Kobe e Shaq

Prendi due futuri Hall of Famer ancora nella prima parte della loro esperienza NBA, due superstar che pur giocando per la stessa franchigia non vanno troppo d’accordo, e mettili di fronte al primo vero momento critico della loro carriera. Non tutti ne uscirebbero con un alley oop che rimarrà negli annali della lega.

Siamo alle 2000 Western Conference Finals, si sta giocando gara-7 tra i Lakers che hanno sprecato un vantaggio di 3-1 nella serie e i Portland Trail Blazers pronti a fare lo sgambetto ai rivali losangelini. Nel corso del match, Portland ha condotto per lunghi tratti, riuscendo ad accumulare anche 15 punti di vantaggio fino a poco più di dieci minuti dal termine. Nell’ultimo quarto però, i Lakers trovano la chimica giusta e cambiano marcia e rimontano. Riaperto il match, i gialloviola si trovano sul 83-79 con meno di un minuto sul cronometro: serve qualcosa che scriva la parola fine sul match e tolga dalla mente dei Blazers qualsiasi speranza di vittoria. Ecco che Kobe Bryant cambia mano e velocità sul perimetro battendo Scottie Pippen, penetra in area e vedendo arrivare l’aiuto dei lungi rosso-neri, alza in aria un pallone non semplicissimo che Shaquille O’Neal è bravo ad intercettare e a scaraventare dentro il ferro per chiudere la partita. Quella azione segnerà la conclusione della serie, la vittoria dell’anello dei Lakers e molto probabilmente anche le carriere dei due futuri hall of famer, rappresentando un turning point di non poco conto nelle vite di Kobe e Shaq.

 

5) Il buzzer-beater da record di Kawhi Leonard

Al quinto posto della nostra Top 10 troviamo un altro record: il primo canestro dal campo sulla sirena in una gara-7 nella storia degli NBA Playoff. Dopo aver chiuso la regular season al secondo posto dietro i Bucks, i Toronto Raptors sono approdati alle semifinali di conference grazie ad una facile vittoria 4-1 su Orlando. La sfida contro i 76ers di Simmons, Embiid, Harris e Butler si rivela però una serie che tiene incollati alla tv tutti gli appassionati. Sfruttando il fattore campo, Philadelhpia riesce ad allungare la battaglia fino alla “bella” che si gioca però in Canada: con il punteggio fissato in parità a quota 90 a pochi secondi dal termine, a prendersi la scena sono Embiid e Leonard, autori fino a quel momento rispettivamente di 21 e 39 punti. Con 4.2 secondi sul cronometro, Leonard riceve il pallone in punta marcato da Simmons; sul palleggio arriva anche l’aiuto di Embiid ma il giocatore dei Raptors continua la sua corsa fino al mezzo angolo dove, nonostante la mano in faccia del lungo dei 76ers, lascia partire un piazzato che rimbalza diverse volte sul ferro e, dopo aver lasciato tutta l’arena col fiato sospeso per qualche secondo, cade all’interno della retina regalando ai Raptors le finali di Conference.

 

4) Fisher allo scadere

Con la quarta posizione torniamo indietro di qualche anno ma restiamo in ambito di partite decise all’ultimo secondo. Anzi, in questo caso, parliamo addirittura di decimi di secondo. I playoff 2004 vengono sicuramente ricordati per il titolo vinto dai Detroit Pistons di Billups, Hamilton, Wallace e compagni, ma c’è una partita di quella cavalcata di post-season che non può passare inosservata. È gara-5 delle semifinali di conference ad Ovest, tra gli Spurs dei big three Parker-Ginobili-Duncan e i Lakers del duo Kobe-Shaq. A prendersi la scena però, non è nessuno dei campioni menzionati. Con la serie sul 2-2, a 0.4 dalla sirena finale Duncan realizza in faccia ad O’Neal un canestro impossibile che fa esplodere il SBC Center di San Antonio. Con gli occhi di tutti i presenti puntati su Kobe e Shaq per l’ultimo possesso gialloviola, è Derek Fisher a ricevere la palla dalla rimessa e a scoccare immediatamente il game-winner che gela il pubblico texano e regala la vittoria a Los Angeles.

 

3) La tripla di Ray Allen

Sul gradino più basso del podio della nostra Top 10 troviamo un altro tiro allo scadere, che non valse però la vittoria del match. Vittime della giocata sono i San Antonio Spurs di Gregg Popovich che, nonostante l’età avanzata dei loro big three (Parker, Ginobili e Duncan, con l’aggiunta di un giovane Leonard), stanno incantando la NBA con il loro gioco corale di ispirazione più europea che americana. La rivalità tra Spurs e Miami Heat in quegli anni è più accesa che mai, complici le numerose sfide che si sono susseguite tra playoff e regular season, e ad infiammarla ancora di più ci pensa Ray Allen. Con i texani in vantaggio per 3-2, i biancorossi sono chiamati ad una reazione per provare ad allungare la serie. L’1/2 ai liberi di Kawhi Leonard ad una ventina di secondi dal termine tiene in vita i ragazzi di coach Spoelstra. Lebron James si assume le sue responsabilità e prova un tiro da tre punti che però viene sputato fuori dal ferro, ma gli Spurs pagano il quintetto piccolo schierato da Popovich per contrastare i tiratori avversari e allora Bosh ne approfitta per catturare un rimbalzo preziosissimo da scaricare in angolo a Ray Allen. Uno dei migliori giocatori della storia del gioco come Allen non si lascia scappare l’opportunità e dall’angolo lascia partire la tripla che si infila nella retina e fa esplodere l’American Airlines Arena di Miami. Gli Heat riusciranno poi a vincere il match all’overtime e in gara-7 si aggiudicheranno il titolo, sfruttando anche il morale a terra dei texani che prima della tripla di Allen in gara-6 già pregustavano la vittoria dell’anello.

 

2) La stoppata di Lebron James

Anche il secondo posto della nostra Top 10 ha lo zampino del solito Lebron James. Questa volta però, caso unico nella nostra classifica, l’azione che vogliamo premiare è una giocata difensiva. Colori diversi per “The Chosen One”, che questa volta veste la maglia dei suoi Cleveland Cavaliers, e avversari diversi, i Golden State Warriors degli Spash Brothers Curry-Thompson affiancati da Green, Igoudala e gli altri.

La serie tra i GSW e i Cavaliers è passata poi alla storia con la frase “Golden State blew a 3-1 lead”, complice il “suidicio sportivo” della squadra della baia capace di gettare alle ortiche una serie già in cassaforte e di riportare in vita Cleveland. Di momenti iconici, le 7 gare tra le due compagini ne hanno regalati diversi, ma ce n’è uno che ha segnato in modo indelebile il destino delle 2016 NBA Finals. Con la rimonta di Cleveland completata, si arriva a gara-7 e nei minuti finali il punteggio alla Oracle Arena è in bilico: 1’50” sul cronometro e 89-89 sul tabellone. Curry lancia il contropiede che potrebbe regalare il vantaggio ai padroni di casa, Igoudala sembra avere vita facile per un facile appoggio al tabellone ma non ha fatto i conti con “Il Re”, che appare ampiamente in ritardo nella transizione difensiva ma con un salto incredibile recupera terreno e blocca il tiro sul tabellone. Grazie a quella stoppata del suo leader, Cleveland prende coraggio e negli ultimi possessi si aggiudica il match, conquistando un anello che resterà nella storia.

 

1) The Last Shot

Sul gradino più alto del podio della nostra Top 10 non poteva che esserci quella che con molte probabilità è l’azione più bella di tutta la storia della NBA, sia per motivi prettamente di esecuzione tecnica che per tutto ciò che la circonda come protagonisti, ambiente e significato.

Il protagonista è Michael Jordan. La location un Delta Center di Salt Lake City gremito. Il momento, gara-6 tra Chicago Bulls e Utah Jazz che potrebbe regalare ai ragazzi di Phil Jackson il secondo three peat.

La storia, la conosciamo tutti. Jordan segna nel traffico il -1 per i Bulls, nell’azione successiva Stockton prova a dialogare con Malone in post basso ma con una giocata d’istinto Jordan ruba il pallone e si guadagna l’opportunità di decidere il match. Dopo aver palleggiato per tutto il campo, Jordan arriva nei pressi dell’area dei Jazz e si trova davanti Bryon Russell, uno dei migliori difensori della stagione. Jordan lo punta, con un crossover eseguito in maniera magistrale lo lascia sul posto e si ritaglia lo spazio necessario per un arresto e tiro stilisticamente perfetto che, come nei migliori film, si infila senza problemi nella retina e fa esplodere i tifosi di Chicago. Nell’azione conclusiva la tripla di Stockton si infrange sul ferro e i Bulls possono festeggiare il secondo three-peat che incorona la squadra tra le migliori della storia e consegna ai posteri “The Last Shot”.

 

I playoff regalano sempre grandi emozioni e grandi giocate. I momenti che sono rimasti nella storia da menzionare in questa nostra Top 10 sarebbero sicuramente tantissimi, ma noi abbiamo selezionato questi dieci, con la speranza che i playoff delle stagioni a venire regalino giocate ancora più belle che ci costringano ad aggiornare la nostra classifica!

Simone Soranzo
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