Le pagelle dell’Italia: Datome MVP in scioltezza, in difficoltà gli esterni

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Ieri l’Italia ha battuto con fatica l’Ungheria a domicilio. Queste sono le pagelle di una partita molto tirata, dove gli esterni hanno faticato molto di più rispetto alla sfida con la Polonia. Datome indiscusso MVP, ma anche i lunghi si sono fatti valere.

Cinciarini 5: non una bella prestazione per il capitano di Milano, mai in grado di entrare in partita nelle sue comparse in campo. Non dà ritmo in attacco e si eclissa presto dal match.

L. Vitali 6: il giocatore di Brescia dipinge un bel basket nel primo tempo, soprattutto quando riesce ad armare la mano di Melli e Brooks nelle vicinanze del canestro. Personalmente si concede una bella tripla nel secondo quarto, prima di patire gli ultimi 20 minuti come la maggior parte della sua squadra.

Filloy 6: è l’ultimo a essere scongelato dalla panchina da Sacchetti, ma si fa trovare subito pronto segnando una tripla che restituisce fiato agli azzurri e spezza il forsennato ritmo-rimonta degli avversari.

Aradori 5: dopo lo show di fronte il proprio pubblico, passo indietro evidente in terra magiara. Fallisce comodi appuntamenti al canestro e perde fiducia, venendo tartassato anche in difesa dal Vojvoda di turno.

Della Valle 5,5: anche per lui la serata festosa di Bologna rappresenta un apice non facilmente replicabile. Sporca molto le sue percentuali, non risultando perfetto nemmeno a cronometro fermo. Di certo, difensivamente, non poteva essere l’uomo deputato a placare le furie dei padroni di casa. A differenza della precedente gestione tecnica però, il suo posto in questa Nazionale non sembra essere vacillante.

Abass 5: nemmeno lui riesce a salvarsi dal buco nero che ieri inghiottito la maggior parte degli esterni italiani. La tripla del primo quarto è un biglietto da visita incoraggiante, ma che finisce con l’essere fuorviante. Poco deciso e aggressivo in entrambi i lati del campo.

M. Vitali 6: porta una bella ventata di energia nel primo tempo, contribuendo all’allungo dell’Italia soprattutto nella metà campo difensiva.

Sacchetti 5,5: una tripla a segno, ma nel complesso avrebbe potuto offrire molto di più, soprattutto a rimbalzo, dove invece si fa spesso sopraffare dai non giganti avversari.

Datome 7,5: il Capitano non molla mai la presa sul match, nemmeno quando attorno ha poco supporto dai compagni. Se con la Polonia ha lasciato la passerella ad altri, nella difficile trasferta ungherese è il top scorer con una distribuzione equa dei punti in tutto l’arco della sfida. Non manca di apporre le giocate decisive, nonché da highlights, che fanno propendere l’inerzia della partita dalla parte azzurra. Non è mancato e ha legittimato ancora la sua piena appartenenza a questa squadra, finestre o non.

Brooks 6,5: meno appariscente in attacco rispetto alla partita del PalaDozza, ma legittima ancora di fronte agli scettici la sua utilità fondamentale in una squadra dove l’accoppiata centimetri-qualità non è mai stata troppo all’ordine del giorno. Intesa nel pick and roll, range di tiro vario, lavoro sporco sotto le plance. I 7 rimbalzi, tra cui un paio nell’infuocato finale, balzano agli occhi nel boxscore.

Melli 7: quanto detto nel preambolo della pagella di Brooks lo vede ovviamente escluso dal discorso. Anzi, è l’eccezione che non finisce mai di dimostrasi tale. Quando riceve palla in post gli riesce semplice ridicolizzare i suoi marcatori. Senza strafare imprime sempre il suo marchio, mostrando anche una discreta intesa con Brooks.

Biligha 7: se gli esterni hanno faticato enormemente, i lunghi hanno ripagato la fiducia di coach Sacchetti. Anche chi, come il veneziano, è stato impiegato solo per una quindicina di minuti. Se in quel quarto d’ora segni però 11 punti con percentuale illibata e la solita grande energia nel pitturato sui due fronti, non è detto che il minutaggio sia destinato a rimanere tale in futuro. Soprattutto quando Melli tornerà a non essere a disposizione.

Coach, Sacchetti 6,5: squadra opposta a quella vista in Polonia, soprattuto meno fedele all’identità che ha sempre contraddistinto le sue creature. Il Ct però non perde mai la calma, nemmeno nelle fasi più calde, scegliendo e affidandosi agli uomini che gli offrono più garanzie.

Bernardo Cianfrocca

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