Dopo aver visto i suoi ragazzi uscire vincenti dalla sfida contro l’Angola, coach Meo Sacchetti è stato protagonista della consueta intervista a bordocampo. L’allenatore ha espresso qualche perplessità riguardo all’atteggiamento dei suoi nei minuti conclusivi del match, sottolineando come la qualificazione alla seconda fase del torneo fosse l’obbiettivo minimo dei suoi e non raggiungerla sarebbe stato alquanto disastroso.
Coach, è arrivata la seconda vittoria in altrettante partite, possiamo dire di aver raggiunto un bell’obbiettivo …
“…Abbiamo raggiunto quello che era l’obbiettivo minimo, onestamente. Sicuramente siamo arrivati qui con un percorso problematico ed abbiamo fatto una preparazione tosta non al completo. Qui ci siamo compattati e siamo riusciti a fare il nostro lavoro, a fare quello che ci si aspettava da noi. Non è che abbiamo fatto chissà cosa di speciale, ed i ragazzi ne sono consapevoli. Anche oggi abbiamo giocato un buon primo tempo, soprattutto in difesa. Adesso bisogna azzerare tutto per iniziare a pensare alla Serbia. Abbiamo fatto il primo passo, ma a breve arriveranno i passi più difficili e vedremo di che pasta siamo fatti.”
In ottica Serbia sarà necessario rimanere concentrati per quaranta minuti: è stato questo il motivo di quel timeout chiamato a 3.16 dalla fine?
“Non ci può essere sufficienza nel modo di giocare, soprattutto da parte di quei giocatori che onestamente devo guadagnarsi i propri minuti in campo. Un atteggiamento del genere posso aspettarmelo più da un giocatore di quarant’anni con un esperienza decennale, ma non da quei giocatori che devono conquistarsi i propri minuti. Non posso permetterlo. Devono imparare che non è mai finita fino a quando non è finita.”
Foto: fiba.basketball
Fonte intervista: Sky Sport
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