Le porte chiuse sono la morte del basket italiano ma a nessuno interessa

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Non prendiamoci in giro: il basket italiano senza i tifosi al palazzetto è destinato a morire. Lo sappiamo tutti. Ma abbiamo paura di dirlo. E perché? Stiamo solo affermando una straziante verità. L’abbiamo visto a marzo, quando abbiamo chiuso il campionato senza nemmeno pensare a come finire la stagione perché, senza incassi da botteghino, le società non avrebbero potuto pagare gli stipendi.

Già, gli incassi da botteghino sono tra le voci più importanti di un budget di una squadra di Serie A e Serie A2 perché parliamo di anche 1 milione di euro abbandonate in certi casi. Mediamente sopra al mezzo milione, comunque. Ma a nessuno interessa. E per nessuno intendo chi comanda.

In TV e sui giornali tutti parlano del calcio come la quarta-quinta industria del Paese ma sembra che a nessuno interessi che il basket dà da mangiare a migliaia di famiglie in Italia, tra professionisti, semiprofessionisti e dilettanti, oltre che istruttori e responsabili dei settori giovanili. Ma è tutto a cascata: fallisce la prima squadra, fallisce il settore giovanile, sempre se ne esiste uno, ma questa è un’altra storia.

La pallacanestro di Serie A e Serie A2, a differenza del calcio di Serie A e B, ha degli introiti ridicoli dalle televisioni. E che nessuno si offenda perché è la realtà dei fatti. Ma questo è il mercato: se nessuno offre, se nessuno guarda, soprattutto se nessuno guarda, i diritti televisivi vengono venduti a due noccioline. Indicativamente incidono per il 10-15% sul budget di una squadra di Serie A, ma in realtà come Milano e Bologna anche meno, avendo dei budget 5-10 volte superiori rispetto alle squadre di media-bassa classifica.

E allora che senso ha andare avanti così? Il nostro campionato è già di un livello mediocre perché, tolte 5-6 ottime squadre, le altre 10 sono un’accozzaglia di rookie che cercano di vivere una grandissima stagione per poi firmare in Spagna, in Russia, in Germania o in qualche altro team di EuroLega, EuroCup o Champions League.

Soluzione senza tifosi al palazzetto? Abbassare i costi, quindi abbassare ancora di più il livello medio del campionato, far perdere sempre di più interesse per questo sport – che comunque già guardano in pochi perché siamo un Paese “calcio-centrico” – e quindi mettere in ginocchio centinaia di migliaia di persone. Ma tanto “chissenefrega”, come direbbe Samuel Heron cantando sopra un parquet in uno dei tanti palazzetti d’Italia che resteranno chiusi per mesi.

In conclusione, nessuno sta dicendo che le decisioni che il governo sta prendendo siano giuste o sbagliate, non ne abbiamo la competenza. Stiamo solo dicendo che alcune società di Serie A potrebbero non riuscire ad arrivare a fine stagione perché lo Stato impone loro di far entrare 200 persone in un palasport da circa 12mila posti a sedere. Naturalmente il riferimento a persone o fatti è puramente casuale. Casualissimo.

Grazie di essere esistita, pallacanestro italiana.

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