La notizia del giorno è l’accusa di razzismo al proprietario dei Clippers, Donald Sterling, intercettato in una conversazione con la propria fidanzata in cui chiedeva alla ragazza di non farsi foto con persone di colore e tanto meno di portarli alle partite della sua squadra.
Il disappunto, lo stupore e l’indignazione l’hanno fatta da padroni in questa giornata, con molti giocatori e giornalisti, oltre che il rapper Snoop Dogg, che hanno espresso in modi diversi la propria disapprovazione. Anche Lebron James però ha voluto intervenire sulla questione, come uno dei giocatori più celebri e sicuramente uno dei simboli della NBA moderna, il #6 degli Heat ha parlato in questo modo:
Se le parole che tutti abbiamo ascoltato risultassero vere, sarebbe inaccettabile per la NBA e penso non ci sia posto per Sterling qui. Se fosse accaduto al proprietario della mia squadra, probabilmente mi sarei rifiutato di scendere in campo. Mi spiace per il mio grande amico Chris Paul, ma non ho ancora parlato con lui.
Il suo compagno Ray Allen ha invece chiesto ai restanti 29 proprietari delle franchigie di dissociarsi da Sterling, dichiarandosi dispiaciuto per i giocatori dei Clippers che non godono del rispetto del proprio dirigente.
Al termine della partita tra Indiana Pacers e Atlanta Hawks, alcuni giocatori giallo-blu hanno parlato di Sterling, su tutti Rasual Butler e David West. Il primo, che ha vestito la maglia dei Clippers dal 2009 al 2011, ha definito le parole pronunciate dal proprietario “scioccanti”, mentre il secondo è stato più preciso:
Sterling ha una storia dietro di se di uomo bigotto e razzista. Lui è quello che è, morirà rimanendo ciò che è. La NBA non può fare molto per punirlo, non puoi cambiare una persona. E non cambierà solo perchè alcuni dei suoi giocatori sono neri o cose del genere, è quel che è. Ci sono state persone stupide prima di lui e ci saranno anche dopo.
Infine ecco le parole di Kobe Bryant, seguite da un tweet del Black Mamba:
E’ una vergogna ma anche una triste realtà che esistano persone che dimostrano così tanta ignoranza.
I couldn’t play for him
— Kobe Bryant (@kobebryant) 26 Aprile 2014