Robert Swift, ragazzo che ormai ha 29 anni, non ha mai inciso in NBA ed in generale nel basket professionistico. Scelto con la chiamata numero 12 al Draft 2004, davanti a giocatori come Al Jefferson, Josh Smith, Jameer Nelson, Tony Allen o Trevor Ariza, il prodotto di Bakersfield (il giocatore effettuò infatti il salto high school-NBA) è durato quattro stagioni nella Lega: 97 partite tra Seattle e Oklahoma City, 4.3 punti di media e poi varie esperienze in campionati americani minori e Giappone.
Nel 2011 Swift aveva detto addio al basket giocato, ritirandosi a vita privata, una vita che però è andata più volte oltre i limiti consentiti. Nell’estate 2011 il giocatore viene arrestato per guida in stato di ebbrezza, nel 2013 rifiuta di lasciare la propria abitazione dopo che questa era stata acquistata da un altro proprietario, all’interno della casa vengono trovate feci di animali, proiettili, pistole, bottiglie di birra e spazzatura. L’ultimo episodio è dell’Ottobre del 2014, quando la polizia irrompe nella casa di Trygve Bjorkstam, un trafficante di droga che possedeva anche 18 pistole, qui trovano Swift, in possesso di armi.
Ultimo episodio fino ad oggi, quando l’ex giocatore incappa in altri problemi con la legge: con un complice cerca di introdursi in una casa, uno dei due uomini viene descritto in possesso di un’arma da fuoco, l’altro con una mazza da baseball. In seguito all’arresto, Swift ammette di essere dipendente da eroina e di aver svolto nella tentata rapina il ruolo di braccio destro del proprio amico e spacciatore.
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