L’incredibile confessione del CEO di Air Jordan: “Ho commesso un omicidio”

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Nelle ultime ore negli Stati Uniti, ma anche in Italia, tiene banco il caso di Larry Miller. L’attuale CEO di Air Jordan, 72 anni, ha confessato di aver commesso un omicidio.

L’ammissione è arrivata nel corso di un’intervista a Sports Illustrated, ripresa dal Corriere della Sera, nella quale Miller ha presentato il suo libro, pronto a uscire, Jump: My Secret Journey from the Streets to the Boardroom, scritto in collaborazione con la figlia Laila Lacy.

Nel 1965, quando aveva 16 anni, Miller sparò a un ragazzo di poco più grande che morì sul campo. Per quel crimine è rimasto in carcere fino a 30 anni, laureandosi per poi essere un manager di successo anche con Kraft e i Portland Trail Blazers, prima di diventare il re della sezione basket di Nike.

Nella sua autobiografia Miller racconta di come è entrato in una gang a 13 anni, iniziando ad abusare di alcol, arrivando poi a sparare a Edward White, scambiandolo per il membro di una banda rivale che aveva ucciso un suo amico.

Una storia incredibile, che l’uomo ha tenuto nascosta fino ad oggi, decidendo di raccontarla per far pace con la propria coscienza ma anche per far luce su ambienti così difficile e dare speranza a tutti gli ex detenuti.

Penso spesso a quello che ho fatto senza alcun motivo. Ho cercato per anni di fuggire da questa storia, provando a nasconderla per far sì che nessuno lo scoprisse ma poi ho capito che anche il peggiore degli errori non può condizionare il futuro.

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