La partita inizia in modo equilibrato, poi per lo Zenit sale in cattedra Kevin Pangos, che guida un parziale di 14-0 che scava un divario enorme tra le due squadre già nei primi minuti: 15-28 al termine del primo quarto.
Nel secondo quarto il copione è simile, anche se gli interpreti sono diversi. Sono le seconde linee dello Zenit a prevalere sul roster dei greci, perennemente costretti a inseguire. Alla pausa lunga il punteggio recita 30-41 in favore degli ospiti.
La reazione dei ragazzi di coach Bartzokas arriva al rientro dagli spogliatoi. McKissic e Vezenkov sono le inedite bocche da fuoco dell’Olympiakos, mentre tra le file dei russi qualcosa si inceppa e il solo Kevin Pangos basta appena a evitare il tracollo. Dopo mezz’ora di gioco lo Zenit è ancora davanti di due lunghezze (54-56).
Il collasso dei russi, però, è solo rimandato. Gli eterni Spanoulis e Printezis salgono in cattedra nei minuti finali e all’Olympiakos riesce una rimonta che dopo i primi due quarti sembrava impossibile. Il punteggio finale è di 75-61 per i padroni di casa, che approfittano del black out della squadra di Xavi Pascual.
Olympiakos: Spanoulis 16, Vezenkov e McKissic 13.
Zenit: Pangos 20, Poythress 11, Ponitka 10.
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