Lowry è l’ombra di se stesso, Pierce invece è immortale: le pagelle di Raptors-Wizards

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I playoff NBA si sa, sono imprevedibili e, quando meno te lo aspetti, ti lasciano sempre a bocca aperta. Serie pronosticate già perse in partenza che vengono clamorosamente chiuse in scioltezza dagli sfavoriti e serie che a detta di tutti si sarebbero risolte in 7 gare, concluse invece solamente in 4. è questo il caso di Raptors-Wizards, serie a detta di tutti super equilibrata, se non addirittura la più indecifrabile del primo turno, e invece finita con un clamoroso sweep subito dai canadesi, mai realmente entrati in palla (eccetto forse gara 1).

Washington Wizards:

piercePaul Pierce, 8,5: The Truth è praticamente impeccabile, sempre costante nella serie e decisivo nelle partite più importanti. La mano non trema al trentasettenne nativo di Oakland che nei momenti difficili dei suoi prende per mano la squadra e toglie spesso le castagne dal fuoco. I 20 punti di gara 1 con il 70% dal campo e il 4/6 da 3 punti di gara 4 la dicono lunga su quanto l’ex Celtics sia un fattore per i capitolini.

John Wall, 8: Quando accelera è a tratti imprendibile per la difesa Raptors che cerca di arginarlo con scarsi risultati. Quando poi non trova la via del canestro, il prodotto di Kentucky, smista assist su assist (12.5 ppg) con una facilità disarmante e infrangendo anche il record di franchigia nei playoff di assist in una singola partita (17 in gara 2). Non contento di tutto ciò Wall trova anche il tempo di strappare 5.3 rbg facendo letteralmente impazzire i canadesi.

Bradley Beal, 7.5: Dopo la prima gara in sordina, lo sparring partner di John Wall decide che è ora di fare sul serio e aumenta nettamente la sua produzione offensiva. La sua personale perla è gara 4 in cui segna 23 punti conditi da 5 assist e 4 palle rubate che aiutano a chiudere la pratica Raptors, facendo ben sperare i tifosi di Washington per le semifinali di conference.

Marcin Gortat, 7: Il “martello polacco” è una sentenza: 17.3 punti, 10 rimbalzi e 2 stoppate di media nella serie tirando con il 74.4% dal campo. Eccellente in attacco e intimidatorio in difesa, il centro Wizards sta dimostrando ampiamente di poter attualmente ambire alla top 10 dei centri NBA.

Otto Porter Jr., 6.5: Il ventunenne prodotto di Georgetown si sta ritagliando sempre più uno spazio importante nello scacchiere di coach Wittman. Porter è stato in grado di fornire dei minuti di qualità in ricambio del veterano Paul Pierce. A soli 21 anni il futuro è tutto suo.

Drew Gooden, 6.5: Tolto dalla naftalina per l’occasione, il soldato Gooden risponde presente alla chiamata alle armi di Wall & Co. portando alla causa 9 punti e 6.8 rimbalzi ad allacciata di scarpe e lasciando tutti di stucco per la serie disputata.

Nenè, 6: Sufficienza centrata per il brasiliano anche se obiettivamente ci si aspettava qualcosina in più da un giocatore della sua esperienza e solidità. I soli 8.5 ppg sono troppo pochi per un giocatore del suo calibro. L’ex Nuggets dovrà assolutamente aumentare la sua produzione offensiva se vuole prolungare il più a lungo possibile la postseason dei suoi.

Kevin Seraphin, 6: Poco più di 10 minuti a partita per il francese che non riesce ad incidere più di tanto sulla serie ma svolge il suo compito senza sbavature.

Ramon Sessions, 6: Se hai uno come John Wall davanti è difficile mantenere i suoi medesimi standard. Sessions però non si tira indietro e orchestra l’attacco Wizards senza affanni quando il numero 2 siede in panchina.

 Randy Wittman 7: Grande stratega, abile nello sfruttare i punti deboli dei Raptors, fino a dare loro il colpo di grazia, senza lasciarli respirare. Effettua i cambi opportuni al momento giusto e guida i suoi dalla panchina tramite il veterano Pierce in campo.

 

Toronto Raptors:

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DeMar DeRozan 7,5: unico giocatore dei Raptors a esprimersi ai suoi livelli, con Lowry latitante, è lui a gestire l’attacco dei canadesi, segnando 20.1 punti a gara, conditi da 6.3 rimbalzi e 5.8 assists. Guida il tentativo di rimonta finale in Gara 2 e segna 32 punti in Gara 3, inutili però ai fini del risultato finale. L’impressione è che con il vero Lowry al suo fianco, la serie non sarebbe certamente finita con uno sweep, di certo DeRozan sta dimostrando di aver raggiunto una certa maturità, trasformandosi in un secondo violino (in alcuni casi addirittura primo) di lusso per questi Raptors.

Jonas Valanciounas 7: ha chiuso la serie con una quasi doppia-doppia di media (11.3p e 9.3r con 50% dal campo), nonostante abbia dovuto affrontare la fisicità di Gortat e l’esperienza di Nene, una coppia di lunghi temibile e affiatata. A volte sembra mancare un po’ di concretezza soprattutto in attacco, ma sotto le plance “fa tanta legna”, nonostante in Gara 1 e Gara 3 abbia le “polveri bagnate”. Il talento c’è, ma deve migliorare psicologicamente per fare il salto di qualità.

Amir Johnson 6,5: Dopo una Gara 1 da 18 punti, si perde, nonostante risulti molto utile sotto le plance, vale lo stesso discorso per il compagno di squadra lituano, a volte sembra poco “cattivo”, altre sembra soffrire la pressione dei Playoffs, se la cava bene in difesa su Nene, ma l’impressione è che non abbia dato alla squadra la spinta agonistica che ci si aspettava.

Patrick Patterson 6,5: Entra e fa sempre il suo facendo rifiatare i lunghi dei Raptors e soprattutto non facendoli rimpiangere , nonostante un minutaggio non altissimo, aiuta molto la squadra, soprattutto in attacco, dove grazie alla sua capacità di aprire il campo, libera spazi invitanti per le fiammate di DeRozan. Chiude la serie con buone medie (10p e 3.5r con il 46% da tre), ma con lui in difesa Toronto soffre e sente la mancanza dei muscoli di Johnson.

Greivis Vazquez 6: Si guadagna la sufficienza grazie alla sua tripla che manda Gara 1 all’OT, ma per il resto non si distingue, prestazione opaca e a volte anonima, durante tutta la serie. Il playmaker, subentrando dalla panchina a volte riesce a far cambiare marcia ai suoi, altre sembra ingolfato e indeciso sul da farsi. Chiude la sua esperienza di post-season con medie non esaltanti (7.5p), fatto dovuto soprattutto alle sue prestazioni altalenanti, che hanno caratterizzato tutta la sua stagione

Lou Williams 5,5: La sua decina di punti a partita la mette sempre a referto (12.8p), ma dal Sixth Man of the Year ci si aspettava sicuramente di più, tira male, 37% dal campo con il 19% da tre, quasi imbarazzante per un giocatore che nella stagione ha dimostrato di poter spaccare a metà la partita. La pressione, probabilmente, ne ha condizionato il rendimento, l’impressione è che abbia fatto il suo “compitino” e nulla di più.

Terrence Ross 5: gioca una prima gara da incubo, con uno 0/6 da tre che grida vendetta, con il passare del tempo migliora le sue percentuali (7p e 37% dal campo e 33% da tre), ma non convince appieno. In difesa Pierce lo fa impazzire, dimostrando al ragazzino dei Raptors cosa voglia dire essere decisivo. Ross probabilmente si sognerà “The Truth” anche di notte.

Kyle Lowry 4,5: l’ombra di se stesso, in Gara 1 è ancora visibilmente frenato dall’infortunio appena passato, ma col procedere della serie non dà segni di ripresa, sembra la brutta coppia del giocatore che si è presentato all’All-Star Game come PG titolare della formazione East, tira malissimo (31% dal campo e 21% da tre), fa sempre la scelta sbagliata e non contribuisce in attacco (12p appena di media con 5a). Il confronto con Wall lo vede uscire in pezzi, lui che doveva essere il leader di questi Raptors, che dopo la grande stagione disputata si aspettavano sicuramente qualcosa di più dal loro giocatore più rappresentativo.

Tyler Hansbrough 4: gioca poco e male, tira col 20% dal campo e stecca Gara 1, dove parte titolare, probabilmente con il compito di limitare Nene, non fa una bella figura e il suo posto viene preso immediatamente da Johnson. Il suo minutaggio nelle gare successive cola a picco, non certo una prestazione da ricordare.

Greg Stiemsma e James Jones s. v.: giocano appena una gara a testa, troppo poco per influire, positivamente o negativamente sulle sorti della squadra.

Dwayne Casey 5: certo, la sfortuna si è accanita sul coach dei canadesi, che si è ritrovato con Lowry fuori forma nella fase più importante dell’anno, ma subire uno sweep di questa portata, senza portarsi a casa nemmeno una gara, fa pensare che qualche responsabilità ce l’abbia. Non è riuscito a contrastare i Wizards nè a effettuare delle mosse strategiche in grado di migliorare la sorte dei suoi, è sembrato quasi impotente di fronte alla disfatta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Toronto Raptors:

Gabriele Galbiati

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