Ieri sera l’Italia ha chiuso con una sconfitta le Qualificazioni alla FIBA World Cup che si terrà in Cina tra la fine di agosto e l’inizio di settembre, con il pass per il torneo in tasca dalla precedente sfida vinta a Varese contro l’Ungheria. La Nazionale che ha conquistato i Mondiali non sarà però la stessa che li giocherà, anzi: il format ideato dalla FIBA ha infatti impedito agli NBA e ai giocatori di Eurolega, salvo ok del club di appartenenza, di scendere in campo, fatto salvo per la finestra di settembre 2018.
In quell’occasione il CT Meo Sacchetti aveva comunque dovuto fare a meno sia di Danilo Gallinari che di Marco Belinelli, scatenando qualche polemica. Il Beli, intervistato dalla Gazzetta dello Sport sull’edizione odierna, ha comunque messo in chiaro di voler esserci in estate per la trasferta cinese:
Ho visto tutte le partite. Mi sembra il minimo. Il fuso orario era anche perfetto perché in America erano sempre le prime ore del pomeriggio. La qualificazione è un traguardo molto importante, in particolare per questi ragazzi ma per tutto il movimento. Il Mondiale? Io ci sono. Ne ho discusso anche con Gallinari, siamo felici. Devo ancora sentire il coach Sacchetti, ma ha la mia assoluta disponibilità. E’ un evento straordinario che mi piacerebbe giocare, ne avevo parlato anche con Gianni Petrucci a settembre.
Sul potenziale roster che avrà l’Italia, al suo massimo, al Mondiale:
Io e il Gallo dalla NBA. Datome, Melli, Hackett dall’Eurolega. E poi ho visto un ottimo Gentile, che sta facendo bene anche con l’Estudiantes, sono contento per lui e per noi. Negli ultimi 10 anni, sulla carta, siamo stati sempre una squadra con grandi potenzialità. Vincere è un’altra storia, non sarà semplice. Agli Europei e al Mondiale ti confronti con Nazionali formidabili. A settembre ci sarà da lottare, ma ce la giochiamo e sono fiducioso.
Infine anche una critica alla scelta di Philadelphia di lasciarlo partire in free agency la scorsa estate:
Secondo me hanno fatto una cavolata. Credevo che dopo quei tre mesi, al 99% avrei ricevuto una proposta e sarei rimasto. Però sono felicissimo di essere tornato dove ho vinto un titolo NBA [a San Antonio, ndr]. A Philly mi hanno accolto benissimo al mio ritorno: maglia firmata, un poster, una lettera e tanti applausi.
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