Marco Belinelli ha partecipato a Basketball & Conversations, il format ideato da LBA in cui Gianluca Basile intervista i grandi del basket italiano.
Il Beli ha raccontato aneddoti molto interessanti sulla sua esperienza in NBA.
A breve dovrò ritirarmi e perciò ho ancora più voglia di vincere però non sarei disposto a scendere di categoria. Ho giocato 13 anni in NBA ma sono sempre rimasto legato a Bologna. Qui ho amici e famiglia, ogni anno quando dovevo partire per gli Stati Uniti per me era un dramma, piangevo perché mi veniva nostalgia di casa già prima di partire. Poi lì stavo benissimo ma mi è successo ogni volta.
Belinelli poi ha parlato della sua esperienza ai San Antonio Spurs in uno dei passaggi più interessanti dell’intervista.
L’anno prima che arrivassi avevano perso le Finals con il famoso tiro di Ray Allen dall’angolo, il primo giorno di training camp in sala video c’erano gli ultimi due quarti di quella partita. Ho scelto San Antonio rinunciando a offerte più ricche, volevo crescere e vincere anche a discapito dello stipendio. Lì si giocava in un modo incredibile, un basket totalmente di letture con tanti giocatori intelligenti e bravissimi a muoversi senza palla. Era pazzesco vedere quanto Popovich fosse esigente con i vari Duncan, Ginobili e Parker, era più severo con loro che con i giovani. E questo portava gli altri, compreso me, a pensare: “Se pretende così tanto da Duncan, io devo fare lo stesso, anzi il doppio”.
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