Marzoli, Presidente GIBA: “Luxury tax? Nessuno ci ha detto niente”

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Alessandro Marzoli, Presidente della GIBA (Giocatori Italiani Basket Associati), intervistato dalla trasmissione radiofonica Basket Social Club, ha detto la sua riguardo la proposta di una luxury tax, avanzata dalla LegaBasket, riguardo il numero di stranieri da tesserare.

 

Che ne pensa la GIBA della proposta della LegaBasket?

Vorrei fare una premessa: la proposta a noi non è stata inviata ufficialmente. Ne abbiamo preso merito da vie informali, dagli organi di stampa da questa proposta che arrivava dai club. Ma nulla di ufficiale a noi, né è stato affrontato questo argomento durante l’ultimo Consiglio Federale.

Detto questo: Noi, come associazione, nonché come movimento, siamo assolutamente contrari a questa proposta. E lo stesso vale per tantissimi giocatori che ho sentito telefonicamente in settimana. Il nostro obiettivo è far crescere il numero di atleti italiani in grado di rifornire il “serbatoio” della Nazionale maggiore. Questo obiettivo è ben diverso da quello della proposta che, in più, si ribalterà: tentando di alzare il livello, in realtà si abbasserà perché non verranno ingaggiati solo gli stranieri migliori, ma anche quelli di scarso livello.

 

In sostanza, chi ha soldi “fa la regola”?

Sarebbe davvero pericoloso avere squadre da 12 stranieri e squadre che, per raggiungere il premio, avrebbero solo 5 stranieri. Non per questo non potrebbero competere tra loro però è l’enorme gap economico in partenza a non andare bene.

 

Questa proposta ha qualche possibilità di realizzarsi?

Sarebbe meglio che si ritornasse a ragionare insieme. A parer nostro non ha le gambe lunghe per andare avanti. Certo, non sarà la nostra associazione a decidere ma, come c’è una rappresentanza dei club e una dei giocatori, è la Federazione che poi deciderà. Possiamo anche potenziare al massimo il settore giovanile ma se poi c’è un “difetto di fabbricazione nel sistema”, è difficile inserirsi. Sono lampanti gli esempi positivi di Brescia, Polonara, che già ha dimostrato molto, o Giampaolo Ricci, che sta dimostrando tantissimo. Spesso ci confrontiamo con Petrucci. Abbiamo parlato a lungo con Tanjević e abbiamo avanzato delle proposte, nonostante siamo ancora in attesa della comunicazione ufficiale. Non abbiamo la palla di cristallo, il nostro interesse è salvaguardare i giocatori.

 

Che ne pensa del miniraduno che Meo Sacchetti ha convocato con 15 giovani prevalentemente dalla A2?

Secondo me, con l’introduzione delle finestre delle Nazionali, questa è una grande trovata perché è fondamentale dare sempre più ricambio nelle formazioni Azzurre. Prendere giovani provenienti dalla A2 significa responsabilizzarli. In più, non è mai giusto fare di tutta l’erba un fascio quando si dice ai giovani italiani che devono mettere sempre più impegno: ci sono italiani che in estate si allenano molto e stranieri che lo fanno meno. Ne parla sempre Gigi Datome ed è un grande esempio da seguire. Le scelte dei singoli poi sono  un’altra cosa: per me, è anche giusto che un giovane firmi per una squadra che fa l’Eurolega e si metta alla prova.

Alessandra Fanella

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