Non capita a tutti di crescere con il mito della Pallacanestro Varese e diventarne il punto di riferimento per il futuro. Da Capitano. Matteo Librizzi ha sbloccato un nuovo livello della sua carriera, legandosi al club biancorosso fino al 2028. Per chi, come lui, è nato e cresciuto a Varese, la scelta è stata naturale: nessun dubbio, nonostante – come ha raccontato in un incontro con i medi nel cuore dell’Itelyum Arena – le offerte non mancassero. Tutte gentilmente declinate, per dare continuità a un percorso in costante crescita: quello che lo ha portato fino alla Nazionale e che lo ha reso uno dei volti più promettenti della Next Gen della Lega Basket.
Ti sei visto lontano da Varese? Mi sono visto nel senso che c’è stata la possibilità di andare da altre parti. Da quando è finita la stagione avevamo già avviato le trattative per un rinnovo, il club ha fatto importanti passi avanti nei miei confronti. Voglio ripagare la fiducia che mi è stata data. Ho ricevuto delle offerte dalla NCAA, ma Varese è stata la scelta di cui sono convinto. È la migliore per la mia crescita. Giocare per la propria gente è imparagonabile, nessun’altra squadra può darmi questa possibilità
Un italiano cresciuto e affermato a casa sua, quasi una rarità nel nostro basket: Argomento delicato, spesso si parla del fatto che agli italiani non viene data la giusta fiducia. Ogni partita in campionato conta, ogni esperienza può fare la differenza però è qualcosa che dovrebbe essere migliorato. Dare le occasioni. Io ho avuto la chance di sbagliare, è stata una fortuna poter sbagliare. Ho giocato delle partite brutte, ma nella mia esperienza sono stato fortunato che mi sia stata data anche l’occasione di migliorarmi.
Ti ha sorpreso crescere così in fretta e diventare il capitano? L’anno scorso non pensavo sarebbe potuto succedere. All’inizio ho avuto qualche difficoltà, però è passato un anno e mi sento più maturo. Vorrei diventare un punto di riferimento. È un aspetto su cui vogliamo lavorare sia io sia la squadra, perché con le miei doti e la mia energia mi viene naturale dentro al campo, fuori devo migliorare soprattutto dal punto di vista comunicativo, ma è un passo che voglio intraprendere.
Da capitano a capitano, i consigli di Ferrero: Trasmettere i valori di Varese anche agli stranieri sarà un aspetto fondamentale. Come dicevo, uno dei miei obiettivi nella crescita è essere un riferimento e aiutare i miei compagni in più aspetti. Io che sono cresciuto qui posso spiegare ai miei compagni cosa significa giocare per Varese, e mi è capitato di sentirmi anche con Gianca (Ferrero, ndr), che su questo era il numero 1. Ovviamente gli ho chiesto qualche consiglio.
Due varesini al centro della squadra del futuro: La mia conferma e quella di Eliseée (Assui ha scelto di non andare in NCAA e restare Varese, ndr) ripaga il lavoro che è stato intrapreso qualche stagione fa a livello giovanile. Ogni giorno lavoriamo tanto anche sulla crescita individuale, oltre che di squadra. Prima degli allenamenti siamo sempre o in sala pesi o a fare del lavoro tecnico. Vedere un risultato da questo punto di vista è veramente appagante.
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