Il mercato NBA è agli sgoccioli. Pochissimi Free Agent di valore sono rimasti disponibili e la maggior parte delle squadre ha già costruito il roster per la prossima stagione. Dal giorno del Draft fino ad oggi, quale squadra si è mossa meglio?
Nell’elenco vanno inseriti obbligatoriamente i Cleveland Cavaliers che, un po per fortuna, un po per bravura della dirigenza, sono riusciti non solo a riportare LeBron James nell’Ohio, ma a prendere anche Andrew Wiggins grazie ad una lotteria fortunatissima. Accanto al nome dei Cavs mettiamoci però un asterisco, infatti, il mercato non sembra esser finito. La ciliegina sulla torta che ci permetterebbe di eleggerli “miglior squadra dell’estate 2014” si chiama Kevin Love. Il giocatore è conteso tra Cavs, Warriors e Bulls, anche se quest’ultimi sembrano un paio di gradini sotto alle altre due “contender”. A quanto pare la trattativa si sarebbe bloccata nel momento in cui i T’Wolves avrebbero chiesto Andrew Wiggins, Dan Gilbert non sembra disposto ad inserire il giovane nell’affare, ma l’eventuale parere di LeBron a favore di Love potrebbe rivelarsi decisivo. Altro motivo per il quale il mercato dei Cavs non può definirsi chiuso è Dion Waiters, staff e dirigenza devono decidere cosa fare con il prodotto di Syracuse il prima possibile, ma tutto dipenderà dall’esito della trattativa che porta a KL42.
LeBron, Wiggins, ma non solo. Lasciando da parte gli arrivi di Mike Miller, James Jones e quello quasi certo di Ray Allen, l’altro grande colpo dell’estate a Cleveland proviene da Louisville ma ha cittadinanza Israeliana: David Blatt. L’allenatore che tanto bene ha fatto in Europa ha accettato la sfida NBA prima che James rendesse nota la sua decisione, ma sembra che i due stili di gioco potrebbero conciliarsi molto facilmente.
Bene, anzi, benissimo anche i Dallas Mavericks che tanto devono al loro leader Dirk Nowitzki. Il tedesco aveva accettato di ridursi lo stipendio per permettere alla dirigenza di avere più spazio salariale, l’accordo era stato raggiunto sulla base di 30 milioni in 3 anni. Successivamente, visto il grande sforzo economico fatto dalla dirigenza per strappare Chandler Parsons ai Rockets, Dirk, ha rinunciato ad altri 5 milioni giungendo a firmare un contratto di circa 8 milioni annui. Forse i 46 milioni in 3 anni offerti a Parsons sono troppi, ma sono tutt’altro che ingiustificabili: era necessario offrire tanto per evitare che i Rockets pareggiassero l’offerta, inoltre, il prodotto di Florida gioca una pallacanestro che si sposa benissimo con quella che hanno in testa Carlisle e i suoi. Come se ciò non bastasse, poche ore prima del Draft, Cuban ha spedito Calderon e Dalembert a New York in cambio di Raymond Felton (bene, ma non benissimo) e soprattutto Tyson Chandler che proprio con i Mavs ha vissuta la miglior stagione in carriera terminata col titolo. Le firme recenti di Jameer Nelson ed Al-Faraq Aminu completano una panchina che ha perso Vince Carter, ma ha guadagnato oltre ai sopracitati, Richard Jefferson. Bene, anzi, benissimo.
Anche i Chicago Bulls hanno fatto parlare tanto, e continueranno a farlo finchè non si chiuderà il caso-Love. Non sono riusciti a strappare Carmelo Anthony ai Knicks ma non hanno accusato il colpo, anche perchè Derrick Rose ha pubblicamente dichiarato di preferire altri giocatori a ‘Melo. Il primo ad arrivare è stato Doug McDermott, uno tra i rookie più pronti a giocare già da subito in NBA. Il ragazzo è stato scelto dai Nuggets che lo hanno girato ai Bulls in cambio di due prime scelte intorno alla metà del primo giro ed ha impressionato nella Summer League appena conclusa. Il potenziale offensivo di McDermott è spaventoso, e ciò sarà fondamentale in una squadra che offensivamente è molto povera da qualche stagione a questa parte. Poi è arrivato per “soli” 7 milioni annui circa Pau Gasol, non un lungo difensivo, ma certamente molto più incisivo di Carlos Boozer e con delle caratteristiche perfettamente complementari a quelle di Joakim Noah e Taj Gibson. Infine, pochi giorni fa, è diventato ufficiale lo sbarco in NBA di Nikola Mirotic dal quale i Bulls si aspettano tantissimo. Il giocatore sarà il rookie europeo più pagato della storia NBA (non a caso) e con i tre sopracitati formerà uno dei migliori reparti lunghi della NBA.
Nel caso dei Chicago Bulls, la ciliegina sulla torta è già arrivata, o meglio, è già partita. La dirigenza ha finalmente usato la Amnesty Clause su Carlos Boozer che è diventato un giocatore dei Los Angeles Lakers. Lo spazio salariale liberato da questa operazione è pari a 13,5 milioni di dollari, il totale dello spazio salariale che occuperanno TUTTI insieme i contratti di Gasol, McDermott e Mirotic. Gran bella mossa da parte della dirigenza che, ancora una volta, spera solo e soltanto nel ritorno di Derrick Rose per tornare a sognare il titolo.
Tante squadre hanno messo a segno dei buonissimi colpi che restano però isolati. E’ il caso di Paul Pierce e Washington, di Asik ai Pelicans (occhio alla coppia con Anthony Davis in fase difensiva) o quello più che probabile dei Celtics che daranno una nuova opportunità ad Evan Turner. Ci sentiamo in dovere di menzionare Pat Riley ed i Miami Heat che, nonostante l’addio di Lebron James, continueranno ad avere le carte in regola per essere una squadra protagonista ad Est. Perso James, sono riusciti a trattenere gli altri due Big (occhio a Chris Bosh che potrebbe diventare l’uomo franchigia e sorprendere tutti, noi ve lo abbiamo detto) ed a firmare Danny Granger, ottimo in uscita dalla panchina, Josh McRoberts, e Luol Deng, giocatore molto adatto al gioco di Spoelstra. Bene anche i nuovi Charlotte Hornets che aggiungono ad Al Jefferson e Kemba Walker Lance Stephenson, oltre che Noah Vonleh e Marvin Williams, candidandosi al ruolo di mina vagante pronta a dar fastidio a tutti.