Metta World Peace: “Malice at the Palace mi mandò in depressione”

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Abbiamo imparato, negli anni, a conoscere Ron Artest, Metta World Peace e anche The Panda’s Friend. Il nativo del Queens è stato a “portata di mano” l’anno scorso, quando nella seconda parte di stagione ha giocato proprio in Italia con Cantù. Nonostante l’età e la lontananza dal basket vero e proprio (era stato un anno e mezzo in Cina) il rendimento dell’ex Lakers è stato più che discreto in Brianza, ma non è bastato per trattenerlo. Metta è tornato ai gialloviola quest’estate, la sua seconda casa, a LA ha infatti vinto il suo unico anello, nel 2010, e ha ritrovato l’amico Kobe Bryant.

Uno degli highlights della carriera di World Peace, suo malgrado probabilmente il più celebre, è la rissa che nel 2004 lo vide protagonista durante una partita contro Detroit quando ancora vestiva la maglia degli Indiana Pacers. Quella scazzottata passata alla storia col nome di “Malice at the Palace” ha segnato profondamente l’allora Ron Artest, che all’epoca fu squalificato 86 partite, oltre un’intera stagione, la più lunga sanzione per una vicenda avvenuta sul parquet.

Proprio nei giorni scorsi, il 19 Novembre, ricorreva l’anniversario di questo spiacevole quanto memorabile episodio. Metta è tornato su uno dei momenti più bui della propria carriera, raccontando un aspetto della situazione che non era ancora noto e che forse in pochi avrebbero pensato possibile:

Mi ci volle molto tempo per recuperare. Quando fui coinvolto nella rissa finii in una reale depressione. Fino ad allora ero in splendida forma, ero stato un All Star l’anno precedente e probabilmente avevo davanti altre stagioni da All Star ad Est. Ero 110-115 chili, mi sentivo bene. Dopo la rissa il mio peso salì rapidamente a 125. Ero pronto per ritirarmi… Quando tornai dalla squalifica l’anno successivo a Indiana stavo causando dei problemi nello spogliatoio, quindi chiesi una trade. Larry [Bird, ndr] mi scambiò ai Kings. Appena arrivai a Sacramento dissi a Rick Adelman [coach dei Kings, ndr]: ‘Guarda, io non posso darti nulla’. Lui mi rispose: ‘Ron, andremo tanto lontano quanto tu ci porterai’. Immediatamente andai dai media e dichiarai che avremmo fatto i Playoffs. Tutti risero. Eravamo ultimi. Ma riuscimmo a qualificarci per la post-season e quell’anno per poco non battemmo gli Spurs [che vinsero 4-2 la serie, ndr]. Rick Adelman mi ha cambiato la vita, ma ci è voluto un bel po’. Ero ancora distruttivo e instabile, ma andò sempre meglio.

Un lato più umano di Metta che, dopo alcuni controversi episodi in campo anche negli anni successivi, è venuto alla luce nelle ultime stagioni.

Francesco Manzi

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