Michael Jordan era tanto inviso ai compagni a Washington che non gli vollero comprare un regalo per il ritiro

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Della leggendaria carriera di Michael Jordan molte volte ci si dimentica la parentesi finale, quella dopo il secondo ritiro, con gli Washington Wizards. Furono due stagioni, da un punto di vista personale, comunque di alto livello per MJ, che però in nessuna di queste riuscì a portare la squadra ai Playoff, chiudendo definitivamente la sua esperienza da giocatore nel 2003.

In particolare, Jordan segnò 22.9 e 20.0 punti di media rispettivamente a 38 e 39 anni. Se però ai Bulls la sua capacità di vincere le partite e i titoli faceva sorvolare sul suo carattere molto complicato, difficile da sopportare per i compagni, non poteva avvenire lo stesso agli Wizards, visti gli scarsi risultati di squadra. In più occasioni gli ex giocatori di Washington hanno descritto Jordan come un pessimo compagno di squadra, e secondo Mike Wise, all’epoca giornalista del Washington Post, la leggenda NBA sarebbe stato addirittura detestato dallo spogliatoio nel suo ultimo anno di carriera. Il reporter ha raccontato al podcast Hang Up and Listen di una conversazione privata avuta con Wes Unseld nel 2003, quando quest’ultimo era un dirigente per la franchigia della Capitale.

La cosa che più ricordo di aver sentito. E dio lo abbia il gloria, non posso lasciare che rimanga anonimo in questo caso: Wes Unseld mi disse questo: “Michael è stato grandioso per molti di noi in questa franchigia in modi che hanno alzato il valore di quest’ultima, ci ha resi rispettabili sotto altro punti di vista. Eppure ha avvelenato lo spogliatoio”. Allora chiesi come faceva a saperlo. “Come lo so? Sono andato nello spogliatoio e ho chiesto ad ogni giocatore se volesse partecipare ad un regalo per Jordan in occasione del suo ritiro, per dargli qualcosa di carino. Tutti si sono voltati dall’altra parte. All’unanimità”.

Francesco Manzi

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