Michael Jordan su The Last Dance: “Mi farà sembrare una persona orribile, ma dovete capire il perché delle mie azioni”

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C’è grande attesa per l’uscita di The Last Dance, la docu-serie di ESPN che in Italia verrà trasmessa da Netflix e che racconterà le vicende dei Chicago Bulls della stagione 1997-98. Le prime due puntate (saranno dieci in totale) verranno rilasciate in America il 19 aprile, in Italia il 20 (qui tutte le date del palinsesto italiano).

Da qualche giorno però l’hype sta aumentando considerevolmente e diversi giocatori ed ex giocatori stanno raccontando in varie interviste la propria visione di Michael Jordan, grande protagonista della docu-serie. Il direttore esecutivo di The Last Dance, Jason Hehir, ha parlato con The Athletic ed ha raccontato di quando propose questa idea allo stesso Jordan: inizialmente His Airness non ne fu entusiasta.

Il meeting è durato poco meno di un’ora. Gli ho chiesto perché volesse farlo, lui mi ha risposto: “Non voglio farlo”. Ho chiesto perché, la sua risposta: “Quando le persone vedranno quei video non sono sicuro che saranno in grado di capire perché fossi così intenso, perché facessi quelle cose, perché mi comportassi in quel modo, perché dicessi quelle cose che dicevo”. Mi ha raccontato che c’era un ragazzo di nome Scotty Burrell che maltrattò per l’intera stagione. “Quando vedrete i video, penserete che sono una persona orribile. Ma dovete capire la ragione per cui lo trattavo così, perché avevo bisogno fosse abbastanza duro nei Playoffs per affrontare Indiana, Miami e New York nella Eastern Conference. Doveva essere duro e avevo bisogno di sapere di poter contare su di lui. Queste sono il genere di cose che la gente non capirà, quando mi vedrà comportarmi in quel modo in allenamento”. Gli ho detto: “E’ grandioso perché questa è un’opportunità. Abbiamo 10 ore per sbucciare la cipolla e articolare le cose che mi hai appena spiegato”.

Francesco Manzi

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