Kranj, Slovenia. 4 Ottobre 1983
“Amore…. Amore…. Amore perché non mi rispondi?
La domanda è quella di una mamma con le spalle al muro. Suo figlio sembra vivere con distacco tutto ciò che lo circonda. Anche l’aria che respira. Ha da poco compiuto un anno.
“Signora, ho una brutta notizia: suo figlio Miha è completamente sordo, per questo non interagisce con il mondo esterno, purtroppo il condotto uditivo ha subito una grave malformazione nell’ultimo mese. Dovrà portare un apparecchio acustico per distinguere almeno alcuni suoni, dovrà lavorare tanto, tantissimo per poter condurre una vita quasi normale. Mi dispiace essere così crudo ma bisogna iniziare a lavorare da subito affinché possa apprezzare tutto ciò che lo circonda, vivere una vita come gli altri bambini, essere felice.”
Marco Pantani, in una celebre intervista rilasciata dopo aver letteralmente “preso a morsi” l’Alpes D’Huez, parlò a cuore aperto del suo rapporto con il ciclismo e con la vita in generale. Il Pirata disse che nel ciclismo, come nella vita, prima o poi la salita si parerà dinnanzi ai tuoi occhi. Inizialmente la guarderai con terrore e quest’ultima ti getterà immediatamente di fronte ad un bivio: aggredirla con tutte le tue forze e domarla affinché diventi discesa o fermarti a bordo della strada, ammirando con terrore la sua pendenza e lunghezza, senza affrontarla mai.
La salita, ai cui piedi è seduto Zupan, ha una pendenza vertiginosa, lunghissima, destinata a non finire mai. Il ragazzo sloveno ha carattere da vendere e, sin dai primi giorni di scuola, studia il linguaggio dei segni per cercare di non isolarsi e lavora, grazie ad apposito apparecchio acustico, sulla percezione di alcuni suoni come, ad esempio, quelli di pericolo. Alle scuole medie addirittura si cimenterà nello studio del pianoforte.
La cosa che gli piace di più in assoluto è praticare attività fisiche. Si appassiona ad uno sport in cui bisogna far canestro e prendere i rimbalzi, lo appassiona così tanto che tira a canestro, da solo, anche 800 volte al giorno.
A quattordici anni cresce venti centimetri in sei mesi, ma, cosa più importante, ha due mani delicatissime che sanno far muovere la retina con la leggiadria del movimento perfetto. Ha un talento purissimo e un corpo robusto che si sviluppa per due metri abbondanti. Il giocatore di basket sloveno per eccellenza.
Kranj, Slovenia. 4 Ottobre 2001
“Certo che il ragazzo è proprio forte!”
Come dar torto alla voce fuori campo. Miha gioca, principalmente come ala grande, ormai da quattro anni in una squadra per sordomuti. Da ormai diversi anni indossa la sua speciale fascetta che tiene l’apparecchio acustico ben stretto alle orecchie. C’è un solo problema: è troppo forte. Sì, infatti Zupan realizza 37 punti e cattura 20 rimbalzi a partita. La sua squadra vince sempre e nel campionato per sordomuti domina in maniera incontrastata. Fosse una storia normale finirebbe qui, fosse una storia normale questo sarebbe un lieto fine degno di un bellissimo film, fosse una storia normale la salita sarebbe diventata una discesa. Zupa però ha gambe forti ed imbocca per la salita successiva. Quella più ripida.
“Ma se giocasse nel campionato Nazionale?”
Kranj, Slovenia. 4 Ottobre 2002
Miha Zupan ha appena imboccato la “sua nuova salita”. Con la stessa maestria con cui Pantani sembrava andare in discesa, viaggia a quindici punti e sette rimbalzi giocando solo ventuno minuti di media a partita. Per la prima volta nella storia di questo sport un giocatore completamente sordo dalla nascita gioca nel massimo campionato per normodotati. A pochi mesi di distanza arriva la prima convocazione in Nazionale.
“Quanto ti pesa non poter sentire il suono della retina quando fai canestro?”
“Eh sì, però ne ho percezione uditiva, credo di sentire un rumore diverso da quello normale. Il mio fa ‘ciaaaff’, il vostro?”
“C’è un lato positivo nell’essere sordi. È più facile ignorare gli stronzi”. – Shane Falco
Non servono parole per insegnare il senso della vita.
Ciaaaaafff…
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