Milano-Siena: il pagellone della finalissima!

Home

Ci sono volute 7 gare e 40 minuti di grande equilibrio per la vittoria dello scudetto numero 26 da parte dell’Olimpia Milano a discapito di una straordinaria Siena che ha così concluso la sua striscia di scudetti consecutivi a quota 7. Per una finale così appassionante fino alla fine, ci è sembrato d’obbligo stilare un pagellone su entrambe le squadre, individuando i protagonisti, le sorprese e le delusioni di questa serie, sia da una parte che dall’altra. Partiamo dagli sconfitti:

MONTEPASCHI SIENA 8,5: Nonostante la sconfitta, la squadra toscana è solamente da applaudire. Con un roster di qualità e profondità inferiore, tiene testa ai milanesi sino alla fine, non dandosi mai per vinta. Anzi, in gara 6 ha avuto anche l’occasione di fare il colpaccio e il non aver sfruttato quell’ opportunità rimane l’unica pecca degli uomini di Crespi. Sonoramente sconfitti nelle prime  partite, hanno avuto la forza di invertire la rotta da gara 3 in poi regalando sempre prestazioni di livello. Chapeau

Ci si aspettava qualcosa in più da Tomas Ress
Ci si aspettava qualcosa in più da Tomas Ress

TOMAS RESS 6: probabilmente il capitano aveva dato già il meglio di sé nelle serie precedenti, quando la squadra era ancora un po’ timida e inconsapevole delle proprie possibilità. Lascia che gli altri si prendano le responsabilità maggiori e si limita a qualche acuto qua e là. Scompare totalmente nelle ultime due decisive partite. La sufficienza è frutto di grande stima, la stessa che gli dimostrano anche i tifosi di Milano dopo l’invasione del finale e i saluti che gli rivolgono.

BENJAMIN ORTNER 4,5: desaparecido di questa serie. Mai protagonista o in mostra, sul campo, per più dello stretto necessario. L’esplosione di Hunter forse lo penalizza ma quando è il suo turno raramente fa cambiare idea a Crespi. Come Ress, il meglio lo aveva già dato in precedenza

OTHELLO HUNTER 8: leader incontrastato della Montepaschi in questa finale. Domina sin da gara 1 nonostante il naufragio della squadra e fa soffrire letteralmente due clienti difficili come Samuels e Lawal per tutto il corso della serie.Venerdì non ha raggiunto nemmeno la doppia cifra ma se i suoi erano lì a giocarsela il merito era principalmente suo. E’ stato per lunghi tratti devastante ed ora diviene uno dei pezzi più pregiati del mercato.

SPENCER NELSON 7:  giocatore che fa sempre scuola. Movimenti in post basso belli da vedere ed efficienti, sapiente presa di posizione a rimbalzo, letture di gioco, scelta sempre giusta dei tiri da prendere o scartare. Un’autentica e granitica sicurezza.

JEFF VIGGIANO 6,5: serie onesta da parte di uno dei tanti ex presenti sul parquet. Si fa trovare sempre pronto, dando contributi significativi sia in attacco che in difesa. Non è mai protagonista come in versione Eurolega, ma i suoi mattoncini li porta sempre. Utile gregario.

JOSH CARTER 7,5: totalmente in ombra nelle primissime partite della serie, con il risveglio di Siena torna a pungere. O forse è il contrario ? Il suo tiro da 3 è stato un grosso problema per la difesa milanese ed anche ieri, grazie alle sue prodezze, aveva rimesso in piedi la partita e portato l’inerzia dalla parte dei suoi. Giocatore di indubbio talento, ha offerto il suo contributo anche in difesa e a rimbalzo.

MATT JANNING 7: era stato uno dei pochi a salvarsi nelle prime due gare milanesi e difatti, non appena si va a Siena, offre prestazioni di spessore. Non solo un tiratore da armare ormai, ma bravo anche a crearsi situazioni dal palleggio e ad andare in penetrazione. Crespi lo usa da play e l’esperimento funziona, peccato che nelle ultime due gare viva più ombre che luci. Il tiro decisivo mancato in gara 6 lo tormenterà ancora per un bel po’. Ad un passo dalla gloria.

Janning, sarebbe potuto diventare l’eroe di Siena

ERICK GREEN 5: è stato l’uomo che è mancato più di tutti a Siena in questa finale. Ha tentato una redenzione tardiva, in gara 7, con una prestazione da 15 punti e grande precisione al tiro. Quella che ha sempre avuto in stagione e nelle prime due serie, ma non contro Milano. Non è mai entrato in ritmo, con Crespi che lo ha presto escluso dal quintetto e forse, gli ha ridotto un po’ troppo il minutaggio. Sofferenze difensive e qualche problema di gestione della palla lo hanno forse penalizzato, ma non era il caso di perdere per una serie intera un giocatore del suo talento. Sprecato.

DAVID COURNOOH 5,5: aveva da tempo smesso di essere il giocatore sorprendente di inizio stagione, in grado anche di caricarsi la squadra sulle spalle. La finale con Milano non era certo l’occasione per tornare alla ribalta e, difatti, i minuti rimangono pochi e le giocate ancor minori.

MARQUEZ HAYNES 6: il voto definitivo è una media fra un 5 che rispecchia le sue gesta sul campo e un 7 per come si assume spesso le responsabilità di un vero leader. Nelle prime gare al Forum sembra avere un blocco psicologico, ma col passare del tempo il suo gioco diventa più sciolto e sicuro. Tenta di trascinare la squadra e in qualche partita assembla anche dei buoni numeri ma la realtà è che spesso, come si suol dire, “sparacchia”. Le percentuali non sono esaltanti e talvolta, avrebbe fatto bene a coinvolgere qualche compagno più caldo come sul finire di gara 6 e 7 dove le responsabilità se le prende ma non a buon fine. Nel complesso però, la sua serie è da giudicarsi sufficiente.

MARCO CRESPI 7,5: meriterebbe anche un voto in più, ma le sue dichiarazioni nel post partita di gara 7 non hanno brillato per eleganza. Le critiche all’operato arbitrale stonano poiché qualche fallo tecnico, nel corso della serie, avrebbe potuto prenderlo senza scandalo;  anche quel “reale vincitore” attribuito a Gentile, sembra più una sottile critica al gruppo di Milano, oltre che un’esaltazione del figlio d’arte. Dal suo discorso negli spogliatoi emerge la frase “hanno vinto perché sono ricchi”. Un fondo di verità ci sarà, ma ci sono maniere migliori per accettare la sconfitta e poi, dimostra di avere una memoria molto corta. E’ da riconoscergli l’indiscusso merito di aver forgiato una squadra straordinaria dal punto di vista caratteriale e tecnico-tattico. Ribalta la serie dopo un pessimo avvio ma gli manca il guizzo finale per chiuderla.

Ed ora concentriamoci su quelli che, probabilmente, sono i giudizi più attesi ossia quelli dei vincitori:

EMPORIO ARMANI MILANO 10: i playoff non sono stati perfetti e nemmeno la finale, visto che è stata fatta più fatica del dovuto, ma l’obiettivo è stato centrato. Il ritorno alla vittoria dopo 18 anni non è cosa da sottovalutare, seppur con un roster superiore a quello delle avversarie. Il voto pieno è meritato, in relazione al fatto che la squadra ha dimostrato finalmente quella forza psicologica e mentale assente in Coppa Italia e nei quarti di Eurolega. Questa è venuta fuori nell’eroica gara 6 e nell’ultimo quarto di ieri, due situazioni in cui la squadra si è ritrovata con le spalle al muro e ha saputo brillantemente uscirne.

SAMARDO SAMUELS 6: possiamo dire che ha quasi steccato la serie dopo essere stato un ottimo protagonista contro Pistoia e Sassari. Mvp di gara 2 ma non basta, visto che aveva già mancato il primo match ed anche negli ultimi 2 scontri è stato assente ingiustificato.  Ha sofferto tantissimo la vena di Hunter non riuscendo mai ad imporsi contro di lui. Tuttavia è riuscito ad avere qualche guizzo positivo e ciò gli consente di arrivare alla sufficienza

GANI LAWAL 6,5: mezzo voto in più rispetto a Samuels perché da lui ci si attendeva molto poco dal momento che era quasi finito fuori dalle rotazioni di Banchi. Gara 6 a Sassari ha rappresentato una svolta e gli ha consentito di essere positivo anche in questa finale. Nonostante alcuni difetti cronici come i tiri liberi e le infrazioni di passi, la sua energia e il suo atletismo lo trasformano in fattore negli ultimi due match. Gli va dato atto che Banchi, rispetto a Samuels, gli perdona molto poco.

Impatto decisivo nelle ultime sfide per Melli !
Impatto decisivo nelle ultime sfide per Melli !

KRISTJAN KANGUR 5: se un suo estimatore come Banchi arriva a ridurgli il minutaggio in maniera così drastica, significa che l’ex Varese non è mai riuscito a entrare nella serie. Mai utile alla causa ha ammirato il trionfo soprattutto dalla panchina.

C J WALLACE 5,5: a differenza di Kangur, non ha mai riscosso particolari simpatie da parte del suo allenatore e, difatti, anche il suo minutaggio non è stato dei più lunghi. Qualcosa in più dell’estone fa, ma niente per lasciare un segno tangibile nella serie.

NICOLO’ MELLI 7,5: il suo urlo liberatorio dopo la giocata difensiva su Haynes di gara 7 è l’immagine più nitida del riscatto milanese. Eterna promessa, sboccia forse definitivamente nelle due partite più importanti della stagione. Nella testa gli ronzavano ancora le critiche per il finale di gara 1 contro il Maccabi. Stavolta invece, altro momento decisivo ed altro spessore dimostrato. Canestri pesanti, intensità difensiva, rimbalzi e soprattutto, tanto cuore.

DAVID MOSS 6,5: contro la sua ex squadra ha sofferto sia dal punto di vista offensivo che difensivo, specialmente con Janning. Gara 5 è stata orripilante ma fa in tempo a redimersi nelle ultime due nonostante abbia perso il posto nel quintetto. Mette a segno giocate importanti e la sua natura di giocatore di sistema più che di prima donna, gli permette di essere una sorta di equilibratore della squadra. Ci si aspettava comunque di più.

BRUNO CERELLA 6: pagnotta guadagnata, come si suol dire, per uno dei veri idoli del Forum. Non troppo impiegato, si fa sempre trovare pronto quando Banchi lo impiega, riuscendo a combinare ogni volta qualche cosa di positivo.

KEITH LANGFORD 7: premiamo la costanza di rendimento nell’arco della serie. Unico giocatore sempre in doppia cifra nelle 7 partite disputate. Nonostante ciò, si può dire che nel momento decisivo abbia lasciato spazio ad altri, dopo aver tirato la carretta per tutta la stagione. La sua panchina nel momento topico di gara 7 la dice lunga. Non si è mai andati da lui nei momenti importanti; l’EA7 ha dimostrato di poter fare a meno dell’ex Bologna ma bisogna dire che questo titolo se lo meritava tanto anche lui.

Jerrells, da oggetto misterioso a uomo in più
Jerrells, da oggetto misterioso a uomo in più

CURTIS JERRELLS 7,5: giocatore dagli attributi cubici e questo nessuno può negarlo. Quel canestro sulla sirena in gara 6 è stato di una capitale importanza ed anche nel decisivo match successivo ha messo una tripla dall’essenzialità non banale. Si è addirittura ripreso il posto da titolare anche se forse, più per demeriti di Hackett che per meriti suoi. Si è dimostrato un’arma letale per la squadra milanese.

DANIEL HACKETT 6,5: stava per risultare il più grande flop della serie ma negli ultimi 5 minuti di gara 7 si è ricordato cos’era stato in grado di fare l’anno scorso e quest’anno prima di due mesi a questa parte.  Nullo, salvo qualche rara eccezione, nei primi 6 match della serie. Gioca però da leader incontrastato i 5 minuti più importanti della storia recente dell’Olimpia con palle recuperate, assist e punti. Bel segnale che la finale sia stata decisa dalla spina dorsale italiana formata da lui, Melli e Gentile. Deve essere uno dei perni della squadra del prossimo anno, a discapito anche di qualche perdita eccellente.

ALESSANDRO GENTILE 9: non gli diamo il massimo per le pessime prestazioni di gara 3 e gara 4 ma anche in quelle occasioni si è capito quanto fosse fondamentale. Se girava lui, girava anche Milano. Da vero capitano si è caricato una squadra sulle spalle, nonostante anche altri avessero le qualità per farlo. Lui dalla sua ha in aggiunta un carattere di ferro che gli ha permesso di tornare a Siena e zittire, sul campo, i fischi e le offese ricevute. La schiacciata di fine gara 7 ha ricordato quella contro la Grecia all’Europeo in faccia a Papanikolaou. Più leader di così non si può. Ora ci sarà l’Nba? Per quanto possa contare, il nostro consiglio è di farsi un altro annetto da noi e viverlo da protagonista per intero.

LUCA BANCHI 8,5: ha vinto e non è poco. La squadra non sarà bellissima da vedere, avrà faticato più del dovuto ma è un ambiente in cui è difficile non essere stressati. Si prende la gloria di aver riportato Milano al titolo, sfruttando la verve dei suoi giocatori migliori e sapendo destreggiarsi in situazioni intricate.  Bravo a rinunciare ai suoi fedelissimi Kangur, Moss e Hackett e a reinserirli, con successo, nel momento decisivo. Gara 7 la vince anche a suo modo, con Melli da centro e i discontinui Samuels e Lawal in panchina. Sempre criticato per questo, alla fine si è preso una sorta di rivincita.

 

 

 

 

Bernardo Cianfrocca

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.