Napoli, il miracolo è avvenuto. Tributo a Patron Grassi tra lacrime d’addio.

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“Uomini forti destini forti” diceva qualcuno a Napoli pochi mesi fa.  Non è una frase d’opportunità o di circostanza, si porta dietro un significato non banale.

Ci sono momenti in cui è necessario metterci la faccia, adoperando scelte d’autorità per ripristinare ordine nell’oceano di caos.

E’ questo il contesto in cui Federico Grassi, presidente e primo tifoso del Napoli Basket, si è assunto il peso di un probabile fallimento sulle spalle e ha deciso di fare a modo suo. Come? Facendo un passo indietro, perché l’obiettivo primario quando le cose non vanno è riconquistare l’appoggio della sua gente per iniettare, a chi poi va sul parquet, una forte dose di coraggio ed entusiasmo che una piazza come Napoli sa dare.

Nel Dicembre duemilaventiquattro Napoli era con un piede e tre quarti in A2 (11 sconfitte e 0 vittorie), complice un disastro tecnico sull’allestimento del roster in estate che portò prima alle mancate riconferme di alcuni uomini chiave della scorsa stagione, poi all’ingaggio di giocatori rivelatisi inadatti alla competitività sempre più crescente del massimo campionato italiano.

Una chiamata in Kuwait, poi una a Verona. I beniamini Jacob Pullen e Tomislav Zubcic tornano dall’esilio e gli viene affidata una mission impossible. La piazza accoglie con un’ondata di entusiasmo la notizia alle porte del derby interno con Scafati, possibile lapide in caso di ulteriore sconfitta. Il croato ci mette un po’ per dare il suo contributo, che alla fine risulterà comunque decisivo; lo scugnizzo americano ex Barcellona, tra le tante, adora prendersi la scena e quale migliore occasione? 28 all’esordio, trascinatore di un intero palazzo che manda in trance agonistica urlando “It’s mine”, e un feeling rispolverato in meno di un batter d’occhio.

Napoli ha un roster palesemente squilibrato, con esigenze tattiche non esaudite da innesti sicuramente con valore tecnico, ma il lavoro che attende Giorgio Valli (subentrato all’esonerato Milicic) è da ingegnere aerospaziale.

Il profeta salvezza però c’è, è individuato. E lo ha portato Federico Grassi di sua iniziativa, probabilmente con tanto di scuse per la mancata riconferma a inizio stagione (sulla quale anche Jacob si espresse in toni sarcastici sui social), in totale autonomia rispetto alle valutazioni tecniche del management, non poco contrario a una scelta apparentemente folle.

Iniziano a fioccare le vittorie prestigiose (Tortona e Brescia), poi la doccia gelida della doppia sfida fallita con Pistoia e Cremona, poi di nuovo la luce con tre successi consecutivi (Scafati-Bologna-Milano), per arrivare al successo odierno in trasferta a Tortona che suggella la matematica salvezza dei partenopei. In un campionato di millemila emozioni e stati d’animo altalenanti, Napoli muore e risorge ben due volte. 

Il patron non ha imbarazzo di fronte alle telecamere, venendo più volte immortalato in preda a manifestazioni emotive che solo un vero presidente tifoso sa avere. Alla sirena di Tortona quest’oggi si lascia andare a un pianto liberatorio per una tensione che va avanti da mesi, ma anche per dare l’addio alla sua creatura con un ricordo indimenticabile.

La trattativa con l’imprenditore americano Matt Rizzetta sembra essere in dirittura d’arrivo. Si potrebbe concludere, a breve, una parentesi di storia per la Napoli cestistica che resterà per sempre nel cuore dei tifosi, per aprirsene una nuova con crescenti ambizioni.

La Curva Est intona il coro “Napoletano vero” e il pensiero va certamente a chi ha riportato una piazza che merita nel basket che conta.

 

 

 

 

Andrea Lambiase

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