“With the 1st pick in the 2014 NBA Draft, the Cleveland Cavaliers select…Andrew Wiggins, from Kansas”
E come ampiamente prevedibile, i Cleveland Cavaliers decidono di non fare brutti scherzi e scelgono Andrew Wiggins, da Kansas. Inutile discutere sul fatto che sia stata una prima chiamata condivisa quasi all’unanimità (se consideriamo il lungo periodo ha un potenziale pressoché illimtato), e ciò rafforza il suo già elevato status. Giocatore a dir poco talentuoso in grado di spezzare la partita da un momento all’altro. Dotato di grandissime doti atletiche, in futuro potrebbe fare le fortune dei Cavaliers anche nella metà campo difensiva. A freddo, la prima scelta dei Cavs dovrebbe finalmente avere un senso dopo il flop disastroso dell’anno scorso con Bennet (anch’egli canadese).
“With the 2nd pick in the 2014 NBA Draft, the Milwaukee Bucks select… Jabari Parker, from Duke”
Tempo fa lo reputavano il miglior prospetto statunitense dai tempi di LeBron James ed in linea di massima se godi di tale considerazione ad occhio e croce qualche pregio dovresti averlo. Attaccante formidabile, ad oggi forse l’NBA Ready per eccellenza per quanto riguarda lo stare in campo. Impressionanti anche le sue scelte di posizioni a rimbalzo, sempre al posto giusto nel momento giusto, senza dimenticare le notevoli doti da passatore. A detta di tutti quello con più punti nelle mani sin da subito, molti lo accostano a Paul Pierce? Diciamo che poteva andare peggio…
“With the 3rd pick in the 2014 NBA Draft, the Philadelphia 76ers select… Joel Embiid, from Kansas”
La favola che non ti aspetti, 3 anni fa non era nemmeno sui taccuini dei talent scout poiché non aveva ancora avuto a che fare con il mondo della palla a spicchi. Fino a poche settimane fa era data per certa la sua chiamata come FOP, ma un infortunio al piede (frattura da stress, si parla di 4-6 mesi) lo ha fatto scivolare alla #3. Atleta dominante, possente, con un senso innato per quanto riguarda il gioco in area, sia offensivamente che difensivamente parlando. Rimbalzista, stoppatore, intimadore, realizzatore, cosa chiedere di più? L’unica pecca riguarda la sua inesperienza, si fa trascinare troppo da alcune chiamate sbagliate, deve crescere mentalmente, ma le basi per un futuro brillante ci sono eccome.
“With the 4th pick in the 2014 NBA Draft, the Orlando Magic select…Aaron Gordon, from Arizona”
Con la quarta scelta assoluta i Magic sorprendono chiamando Gordon, dato inizialmente attorno alla 6-7. Sia chiaro, l’atleta non si discute, difensivamente parlando è già pronto per l’NBA ed ha una solidissima attitudine a rimbalzo come biglietto da visita. I problemi iniziano in attacco, non ha ancora costruito un tiro affidabile da nessuna posizione e la sua stazza potrebbe renderlo uno scomodo tweener tra i due ruoli disponibili di ala.
“With the 5th pick in the 2014 NBA Draft, the Utah Jazz select…Dante Exum, from Australia”
Giocatore misterioso, proveniente dalla terra dei canguri. Guardia oversize a dir poco, dotata di un ottimo ball handling e di una superba tendenza a vivere sui cambi di gioco. Un perfetto AAP, grazie anche alle discrete doti come passatore e in cabina di regia. Non vi è dubbio che mentalmente è pronto, determinato e già maturo a causa del suo carattere forte, i dubbi partono vedendolo in azione. Fisico ancora “da forgiare”, idem dicasi per la meccanica di tiro e sull’uso della mano debole.
“With the 6th pick in the 2014 NBA Draft, the Boston Celtics select…Marcus Smart, from Oklahoma”
Scelta dettata dagli Orlando Magic quella effettuata da Boston, che aveva nel mirino Gordon, scelto alla #4. Il play proveniente da Oklahoma State può considerarsi a tutti gli effetti un NBA Ready grazie al fisico muscoloso, ben reattivo e compatto che possiede. Nella metà campo difensivamente è una roccia, in grado di tenere benissimo anche in single coverage. Buona anche la selezione offensiva, alternando al punto giusto assist e conclusioni in solitaria uscendo dai micidiali P&R. Lo scetticismo nasce sulla sua discontinuità al tiro e su un ball handling tutt’altro che formidabile per quel ruolo. Boston avrà fatto bene a chiamarlo avendo già un certo Rajon Rondo in squadra? Come si svilupperà la situazione? Non verrà rifirmato Bradley lasciando Rondo e Smart liberi di agire o verrà ceduto il campione NBA per arrivare ad un lungo di livello?
“With the 7th pick in the 2014 NBA Draft, the Los Angeles Lakers select…Julius Randle, from Kentucky”
Chiamata ampiamente prevedibile quella dei Los Angeles Lakers, bisognosi di un nuovo prospetto di buona prospettiva in the paint. Giocatore in grado di spaccare la partita in un modo o nell’altro a causa delle sue scelte non sempre lucidissime. Il talento c’è e non si discute, gode di un ottimo controllo del corpo ma non ha ancora la lucidità in fase di lettura al contrario di alcuni suoi pariruolo. La sua propensione ad andare a rimbalzo non può far altro che rincuorare i suoi ammiratori, deve rivedere la gestione dei falli e le sue scelte di tiro, soprattutto da oltre l’arco.
“With the 8th pick in the 2014 NBA Draft, the Sacramento Kings select…Nik Stauskas, from Michigan”
Dato decisamente dopo la #10, si rivela una sorpresa a dir poco insperata. Il suo tiro e la sua straordinaria attitudine lavorativa non si mettono in dubbio. Un giocatore anni ’80, che vive e muore sugli scarichi dei compagni. Ha parecchie carenze in diversi aspetti: non sa costruirsi un tiro partendo dal palleggio e difensivamente soffre parecchio 1vs1, scelta rivedibile.
“With the 9th pick in the 2014 NBA Draft, the Charlotte Hornets select…Noah Vonleh, from Indiana”
Da tenere d’occhio la chiamata degli Hornets che decidono di affidarsi alle braccia chilometriche di Vonleh, ad oggi un lungo con un più che buono range di tiro che lascia intuire un futuro da stretch-forward. La sua aggressività a rimbalzo è lodevole e gode di piedi da ballerino che lo fanno sostanzialmente volare da una parte all’altra del campo considerando la sua stazza. Da rivedere le sue scelte offensive sotto pressione e sopratutto occhio alle difficoltà che potrà avere coi pariruolo in quanto ad elevazione, dovrà migliorare parecchio il posizionamento nei pressi del ferro. L’uso di entrambe le mani palla a terra lo avvantaggia e potrà essere una carta vincente andando avanti con gli anni.
“With the 10th pick in the 2014 NBA Draft, the Philadelphia 76ers select…Elfreid Payton, from Louisiana-Lafayette”
Ceduto ai Magic, parliamo di un rospetto solidissimo, molto abile a rimbalzo e con una buona visione di gioco, in grado più volte di mandare i compagni al ferro. Attacca con continuità sia a difesa schierata sia sui P&R senza nessun problema. I guai arrivano quando bisogna concludere, le sue percentuali al tiro sono tutt’altro che rassicuranti…
“With the 11thpick in the 2014 NBA Draft, the Denver Nuggets select…Doug McDermott, from Creighton”
Probabilmente stiamo parlando del prospetto con maggior QI cestistico dell’intero Draft. Intelligenza sublime, in grado di leggere le partite come pochi e di prendersi tiri ad alta percentuale di realizzazione che portano acqua al suo mulino (scorer da tenere sotto osservazione). I suoi limiti sono difensivi, in single coverage patisce la fisicità degli avversari e nei Pro rischia addirittura di essere un tweener. Giocherà ai Bulls, aspetto da non sottovalutare, con un coach come Thibodeau può fare grande strada.
“With the 12th pick in the 2014 NBA Draft, the Orlando Magic select…Dario Saric, from Croatia”
Il nuovo Tony Kukoc? O uno dei tanti europei di belle speranze che ogni anno vengono selezionati? Difficile individuare in quale categoria rientri Dario Saric, proveniente dal Cibona Zagabria e girato ai 76ers (possibile un suo altro anno in Europa). Possiede un ottimo QI cestistico ed è in grado di ricoprire più ruoli sul campo, il che può rivelarsi un’arma a doppio taglio. Da rivedere il lavoro 1vs1, soprattutto in difesa dovuto alla scarsa mobilità di piedi.
“With the 13th pick in the 2014 NBA Draft, the Minnesota Timberwolves select…Zach LaVine, from UCLA”
Intrigante, è il primo aggettivo che ci viene in mente quando parliamo di LaVine. Combo-guard eccezzionale, dotata di straordinari mezzi altetici e da una struttura fisica importante (1.95 m), che gli permette di giocare anche da SG fissa. Devastante sia in campo aperto sia a difesa schierata, deve rivedere le sue scelte come PG (palleggio in primis) se vuole aver successo ai piani alti.
“With the 14th pick in the 2014 NBA Draft, the Phoenix Suns select…TJ Warren, from North Carolina”
Scorer eccezionale (segna in tutti i modi, anche da bendato a momenti), fisico tutto sommato che rientra già tra gli standard NBA e buon gioco fronte a canestro non gli valgono una chiamata prima della #14, motivo? Atleta rivedibile, possibilità di essere un tweener e testa poco plasmabile, dovrà lavorarci su parecchio se vorrà durare a lungo tra i Pro.
“With the 15th pick in the 2014 NBA Draft, the Atlanta Hawks select… Adreian Payne, from Michigan”
Buon realizzatore e notevole rimbalzista, questi i suoi cavalli di battaglia. Coordinazione e gestione del ritmo i suoi talloni d’Achille. A primo impatto ricorda Robert Horry sotto certi aspetti, sotto altri viene accostato al primo Drew Gooden. Giocatore con alle spalle una storia commovente a dir poco, più avanti magari ci torneremo…
“With the 16th pick in the 2014 NBA Draft, the Chicago Bulls select…Jusuf Nurkic, from Bosnia”
Bosniaco in tutto e per tutto, giocatore che fa del gioco in post basso la sua arma preferita, dove spesso decide di incominciare o concludere un’azione. Possiede una buona visione di gioco che gli permettono di leggere appieno le circostanze, pecca tuttavia di aggressività in alcuni frangenti. Da segnalare la sua straordinaria tendenza a rimbalzo (nella top 5 del Draft sotto questo aspetto) e alla stoppata, così come da rivedere il suo scarso dinamismo e le pessime scelte di tiro.
“With the 17th pick in the 2014 NBA Draft, the Boston Celtics select…James Young, from Kentucky”
La seconda scelta dei Celtics cade su James Young, SG uscita da Kentucky e messa in ombra solo dalla presenza scomoda di Randle. Buon realizzatore, in grado di trovare il fondo della retina in diversi modi, sceglie spesso il dialogo coi compagni rispetto alla via solitaria. Fisicamente parlando non è uno scherzo della natura, ma ha tutto il tempo per forgiarsi per gli standard NBA (ha ancora 18 anni). Da rivedere anche il suo controllo palla, non di certo dei migliori.
“With the 18th pick in the 2014 NBA Draft, the Phoenix Suns select…Tyler Ennis, from Syracuse”
Non di certo un fulmine di guerra sotto il punto di vista realizzativo e non una PG bella da vedere per la gestione del gioco. A questi punti deboli tuttavia Ennis risponde con una caparbietà ed una solidità mentale tutt’altro che trascurabile. Buonissimo tiratore piedi per terra e ottimo assist-man, si è costruito una buona nomea anche come clutch-player. Paga però il fisico undersize per gli standard NBA ed una difesa sulla palla poco efficiente.
“With the 19th pick in the 2014 NBA Draft,the Chicago Bulls select…Gary Harris, from Michigan”
Inizialmente dato attorno alla #10, segnatevi questo nome come probabile SOTD (scelto dai Bulls andrà ai Nuggets). Guardia nel senso più puro e letterale del termine, formidabile realizzatore e solidissimo difensore, dotato di un’ottima reattività di piedi. Difficile trovare uno così completo su entrambi i lati del campo, giocatore decisivo anche nei momenti cruciali. Scelto alla #19 per il suo fisico tutt’altro che statuario, talvolta tende a forzare un po’ troppo ma le basi ci sono e si vedono, può crescere bene, anzi, ci sbilanciamo, benissimo.
“With the 20th pick in the 2014 NBA Draft, the Toronto Raptors select…Bruno Caboclo, from Brazil”
Dal nulla, uscito dal nulla. Conosciuto ai più come il “Brazilian KD”, Caboclo ha dimostrato ben poco sino ad ora, al Pinheiros 5 punti, 3 rimbalzi scarsi con una % dal campo rispettabile (0.507) in 13 minuti di utilizzo. I dubbi su di lui e su Ujiri sono tantissimi, anche perché con la #20 si poteva evitare di scommettere d’azzardo (avevano anche la #37 e il carioca non rientrava nei radar NBA di nessuna franchigia), Toronto prega e spera…
“With the 21th pick in the 2014 NBA Draft, the Oklahoma City Thunder select…Mitch McGary, from Michigan”
Oklahoma prova e riprova ogni anno e puntualmente uno scelta cade sul centro, si tratta di McGary in questa circostanza, giovane di 22 uscito da Michigan. Aggressività e solidità difensiva sono le particolarità richieste, il fatto che sia un NBA Ready oltre ad essere un eccellente rimbalzista aiuta e non poco i Thunder, che potrebbero aver trovato pane per i propri denti. Scordiamoci di vedere un futuro primo violino di una franchigia NBA, semmai un prezioso giocatore nel sistema adatto.
“With the 22th pick in the 2014 NBA Draft, the Memphis Grizzlies select…Jordan Adams, from UCLA”
Guardia con molti punti nelle mani, che possono scaturire da situazioni di catch and shoot o in isolamento, da gioco corale o da situazioni in post basso. Discreto rimbalzista offensivo per il suo fisico, potrebbe pagare il poco atletismo con i pariruolo. Mentalmente è pronto, forse troppo pronto e sicuro di sè.
“With the 23th pick in the 2014 NBA Draft, the Utah Jazz select…Rodney Hood, from Duke”
Giocatore perfetto per un sistema come quello di Utah, dotato di buona costanza dalla media e lunga distanza (perfetto nelle situazioni di catch and shoot), riesce a incidere anche nelle situazioni fronte a canestro nei pressi del ferro. Assolutamente da rivedere l’atteggiamento difensivo, tende ad avere dei blackout pericolosi durante le partite che lo portano a perdere il ritmo anche nella metà campo offensiva, totalmente indecifrabile il suo futuro.
“With the 24th pick in the 2014 NBA Draft, the Charlotte Hornets select…Shabazz Napier, from Connecticut”
Girato subito ai Miami Heat (ossessionati dalla combo-guard uscita dal Connecticut), è un prospetto da tenere sotto particolare attenzione. Mani veloci, piedi reattivi e intelligenza cestistica troppo sottovalutata. Giocatore con gli attributi nonostante il fisico ridotto per la lega (1.85 m per 82 kg scarsi), ha rapito tutti a South Beach, tanto che Pat Riley ha in mente di promuovere il giovane come cambio di Cole (scontata la partenza di un sempre meno convincente Chalmers).
“With the 25th pick in the 2014 NBA Draft, the Houston Rockets select…Clint Capela, from Switzerland”
Altro prospetto che potrebbe rivelarsi una SOTD: verticale, fisico, dinamico. Dovrebbero bastare per descrivervi il 20enne svizzero. Conosce alla perfezione i suoi limiti offensivi e sa quando capitalizzare le imbeccate dei compagni. Talento grezzo, vedremo se sarà il tanto atteso “coal into diamond” o meno, ma vediamo in lui un potenziale DPOTY in futuro.
“With the 26th pick in the 2014 NBA Draft, the Miami Heat select…P.J. Hairston, from Texas”
Scambiato al volo nell’affare Napier, colpisce tutti per la sua imbarazzante facilità con cui va al tiro, sia esso catch and shoot, creato dal palleggio, dagli scarichi, in transizione, spot-up. Difensivamente parlando si presenta come un prospetto molto valido, i dubbi sono disciplinari, perde spesso la testa dentro e fuori dal campo. Se tenuto d’occhio, può uscirne un prodotto con le palle quadrate.
“With the 27th pick in the 2014 NBA Draft, the Phoenix Suns select…Bogdan Bogdanovic, from Serbia”
Classico prodotto europeo, buono dalla lunga distanza ma rivedibile partendo dal palleggio, i suoi limiti si vedono tuttavia anche in fase di lettura del gioco. Offre una discreta presenza a rimbalzo e una gran difesa su guardie e ali piccole avversarie, possibile un suo non approdo in NBA.
“With the 28th pick in the 2014 NBA Draft, the Los Angeles Clippers select…C.J. Wilcox, from Washington”
I Clippers ci provano e scelgono un eccellente scorer, in grado di far male da tutte le posizioni, e di contribuire anche andando a rimbalzo. Inizialmente dato attorno prima della #25, non convincono le sue lacune difensive, sia 1vs1 che dal lato debole. Per essere una SG fatta e finita, pecca anche nel passaggio, ma a quel fondamentale ci pensa qualcun altro a LA…
“With the 29th pick in the 2014 NBA Draft, the Oklahoma City Thunder select…John Huestis, from Stanford”
La ricerca ossessionata di OKC mira sempre ad uno spot, lungo atletico, forse undersize (poco più di 2.05 m), ma dannatamente efficace nei pressi del ferro e in fase realizzativa con qualche buon movimento in post basso. I limiti fisici però sono evidenti, deve metter su massa muscolare se vuol stare tra i Pro. Da segnalare un ottimo senso per la stoppata.
“With the 30th pick in the 2014 NBA Draft, the San Antonio Spurs select…Kyle Anderson, from UCLA”
Un buon investimento, così potrebbe sintetizzarsi l’ultima chiamata del primo giro, ad opera dei San Antonio Spurs, campioni NBA in carica. Giocatore totalmente atipico (nel caso ci fossimo scordati i giovani cercati dagli Spurs), caratterizzato da una solida propensione a rimbalzo, una buona visione di gioco, discrete mani per passare e soprattutto, un superbo controllo del corpo. I limiti sono atletici, troppo lento per i ritmi NBA, ma si disse lo stesso anche di un certo Boris Diaw, che in linea di massima si è seriamente giocato l’MVP delle ultime Finals (sicuramente ha vinto il nostro premio romantico se mai sia stato in discussione)…