NBA Jeanie Buss play-in

NBA – Jeanie Buss spiega perché non le piace la nuova formula del Play-In

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Dal punto di vista dell’ufficio della lega NBA, il play-in ha fatto quello per cui era stato progettato: ha tenuto impegnati i fan di più mercati alla fine della stagione regolare, ha creato un po’ di eccitazione e ha impedito ad alcune squadre di tankare (il play-in combinato con l’appiattimento delle quote della lotteria ha rallentato il tanking in tutto il campionato). Ecco perché ci sarà anche la prossima stagione. Ma alla proprietaria dei Lakers, Jeanie Buss, continua a non piacere il play-in NBA.

“Vedo ovviamente l’eccitazione. Se avessimo perso due partite, non saremmo stati nemmeno nei playoff. E questo è, questa è una pillola difficile da ingoiare. Quando sei stato tra i primi otto per l’intera stagione. Non sei mai uscito dalla posizione di playoff. Eppure, sai, puoi perdere due partite, ed è quello che è successo a Golden State. Erano all’ottavo posto e poi hanno finito per perdere con noi e poi con Memphis e non ce l’hanno fatta a raggiungere i playoff”

“A loro piace dire che combatte il tanking ma penso che il tanking sarebbe da combattere togliendo scelte al draft, per esempio, qualcosa comunque che vada a danneggiare la squadra che preferisce non impegnarsi per pensare al futuri. Perché il lavoro del direttore generale si basa su vittorie e sconfitte. Il lavoro del direttore generale non si basa su quanti abbonamenti vendi o su quanti sponsor porti a casa”.

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Jeanie Buss fa un ragionamento sensato sul play-in NBA. Il “non conta la stagione regolare” ha un certo peso. Buss arriva anche al vero problema: i soldi. Le squadre pagano i giocatori per la stagione regolare, la lega li paga per i playoff, quindi tutte le entrate che provengono dalle partite casalinghe dei playoff vanno direttamente ai profitti di una franchigia. Per una squadra come i Lakers anche un paio di partite di playoff casalinghe significano milioni di entrate extra (in un anno in cui le arene possono essere riempite di nuovo).

Fonte: The Athletic

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