La notizia della settimana è senza dubbio la decisione dei Brooklyn Nets di mettere fuori squadra Kyrie Irving finché non potrà essere disponibile a tempo pieno. La decisione del giocatore di non vaccinarsi contro il Covid-19 gli impedirebbe infatti di scendere in campo per le gare casalinghe. Da settimane ormai Irving è stato additato come il principale dei “No-Vax” della NBA, anche se lui non si è mai pronunciato pubblicamente. Poco tempo fa era uscito un articolo su Rolling Stones in cui c’era scritto che il playmaker dei Nets sarebbe un grande complottista sulla faccenda.
Secondo The Athletic, però, Irving non sarebbe contro i vaccini in generale. La sua non sarebbe una protesta contro la scienza o contro questo specifico vaccino, ma contro la società, i poteri forti e tutti coloro che, imponendo l’inoculazione, esercitano una sorta di controllo sulla gente comune. Per Irving sarebbe quindi una “lotta” più importante della sua carriera NBA, vorrebbe essere la voce dei più deboli, coloro che a causa del mancato vaccino hanno perso il lavoro. Il giocatore avrebbe spiegato la sua posizione anche ai compagni. Per questo ideale Irving è disposto anche a sacrificare parte del proprio stipendio, visto che sa di poterselo economicamente permettere.
I Nets a questo punto sarebbero disponibili a cedere Kyrie Irving, ma un’altra squadra non sarebbe incentivata a prenderlo se non come contratto in scadenza nell’estate 2022, per liberare spazio salariale. Inoltre il giocatore ha fatto sapere in maniera non ufficiale che potrebbe anche ritirarsi qualora venisse scambiato.