NBA Playoffs: la Preview del primo turno, Western Conference

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Dopo aver analizzato il primo turno della Eastern Conference, facciamo lo stesso con la Western.

Golden State Warriors (67-15) vs. New Orleans Pelicans (45-37)

Ovviamente la serie tra la prima e l’ottava può sembrare, e spesso è, scontata. In realtà in alcune occasioni è andata diversamente. Il primo turno ci offre immediatamente il meglio del meglio della pallacanestro che la farà da padrona nel prossimo decennio: Stephen Curry contro Anthony Davis.
Golden State dispone di una delle squadre più profonde della Lega, si permette di far uscire Andre Iguodala, Leandro Barbosa, Marreese Speights e Shaun Livingston dalla panchina. Ha, oltre all’MVP, il potenziale Difensore dell’Anno E Most Improved Player in Draymond Green, più Coach of the Year in panchina. Da inizio stagione si ripete che il successo dei Warriors passa dalla salute di Andrew Bogut, centro che fa il bello ed il cattivo tempo nella difesa dorata, ma la verità è che questa squadra ha imparato a fare anche a meno dell’australiano.
New Orleans è una franchigia in crescita, arriva ai Playoffs per la prima volta sotto il nome di Pelicans, ma può offrire ben poco in confronto al roster dei Warriors. Davis, che sarà curioso vedere marcato dal “piccolo” Green, sosterrà la squadra quasi da solo? I pezzi fondamentali sono Omer Asik, che è l’alter ego di Bogut, e Tyreke Evans, tornato su livelli che non si vedevano dalla stagione da rookie, quando si facevano paragoni addirittura con Lebron James. Bisognerà testare le condizioni fisiche di Jrue Holiday, che avrà subito la brutta gatta Curry da pelare, e vedere come Ryan Anderson influirà sull’attacco dei Pelicans per poter dare un giudizio completo.
Quel che è invece certo è che sarà una sfida a chi difenderà meglio i tiri da perimetro, dal momento che sono entrambe tra le quattro migliori squadre (Warriors primi, Pelicans quarti) per percentuale dall’arco e allo stesso tempo rispettivamente quinti e secondi nelle percentuali avversarie.

 

 

Houston Rockets (56-26) vs. Dallas Mavericks (50-32)

Quello che in Italia chiameremmo “derby del Texas”, una sfida che si rinnova e che è sempre molto sentita. I favoriti sono chiaramente i Rockets, reduci da una stagione vissuta sulle spalle di James Harden. I Mavs, invece, sono il flop meno doloroso dell’anno: roster profondo, probabilmente il miglior quintetto della NBA, e nonostante questo solo settimo posto. Un po’ di colpe sono della competitività della Western Conference, che non permette una posizione migliore con 50 vittorie (per intenderci, ad Est sarebbero terzi), ma l’aggiunta a corsa avviata di Rajon Rondo ha inceppato l’ingranaggio che si era appena avviato.
Harden è il principale candidato, dietro Curry, alla vittoria dell’MVP dopo una stagione stellare, il suo compagno Dwight Howard però sarà l’ago della bilancia. L’ex centro di Magic e Lakers ha avuto problemi fisici tutto l’anno e verrà allo scontro subito con Tyson Chandler, un centro difensivo e molto fisico. I Rockets, sulla carta, sono superiori e basterebbe guardare alla stagione regolare per concordare. Hanno però perso di recente Patrick Beverley, terminale difensivo capace di “coprire” le lacune del Barba, e Donatas Motiejunas, che tanto bene ha fatto invece in attacco quando il reparto lunghi, per via degli infortuni, aveva perso la coppia Howard-Jones. Dal canto suo, Dallas proverà a vincerla mettendo Rondo su Harden, il secondo matchup più importante della serie, mentre potrebbe essere un serio problema il tiro da tre: i Mavericks sono una difesa nella media, ma se si parla di tiro dal perimetro calano al quartultimo posto, davanti solo a New York, Orlando e Minnesota. Houston ha adottato la tattica del “mi prendo il tiro più facile possibile, da sotto o da tre” e questa sarà la chiave. Chandler in mezzo all’area, senza una copertura di livello alle spalle, e gli esterni riusciranno a porre un freno ai Rockets?

 

Los Angeles Clippers (56-26) vs. San Antonio Spurs (55-27)

Una vittoria di differenza, una chiude terza, l’altra sesta. Questa è la Western Conference. Probabilmente la serie più interessante dei questo primo turno, due modi di giocare completamente diversi e degli interpreti altrettanto differenti. Chris Paul e Blake Griffin, quella che fino all’anno scorso (e a tratti anche in questo) veniva definita Lob City, contro la macchina perfetta dei San Antonio Spurs. In realtà, sebbene i texani siano reduci da due Finals consecutive, la serie è tutt’altro che scontata: la coppia Griffin-Jordan e il loro strabordante atletismo potrebbero dare del filo da torcere agli Speroni. Nelle due vittorie Clippers (su quattro incontri) in stagione, la coppia ha giocato in questo modo: 31 e 13 rimbalzi Griffin più 8 e 19 Jordan nella prima, 26 e 18 DeAndre nella seconda (Griffin infortunato). Il fatto preoccupante, se si è tifosi Spurs, è che non c’è, nel roster di San Antonio, un centro che possa contenere Jordan, almeno per quanto visto durante l’anno. Tiago Splitter ha giocato troppo poco negli scontri diretti per affermare che non ci sia soluzione a questo problema, ma ai nastri di partenza è un grattacapo che potrebbe fare la differenza.
Dalla loro, gli Spurs hanno Kawhi Leonard, MVP delle Finals uscente. Il ragazzo ha perso parte della stagione per infortunio, ma una volta tornato i suoi hanno iniziato a volare fino a sfiorare la seconda seed della Western Conference. I Clippers non dispongono di un pari-ruolo particolarmente temibile (Barnes o Turkoglu) e per questo motivo il prodotto di San Diego State potrebbe essere contrapposto, e quindi limitare fortemente, Griffin o addirittura Paul.

 

Portland Trail Blazers (51-31) vs. Memphis Grizzlies (55-27)

Premessa: i Blazers hanno ottenuto la quarta posizione, nonostante il record inferiore, per aver vinto la Division, ma non avranno il fattore-campo a favore.
Parliamo di una serie molto particolare, con diverse chiavi di lettura: da una parte Portland, che da due anni a questa parte è stabile ai vertici della Conference, dall’altra Memphis, che invece ha una dinastia molto più lunga ma che arriva ai Playoffs in piena crisi (cinque sconfitte nelle ultime dieci).
Ciò che non convince quest’anno, e non convinceva nemmeno lo scorso, dei Portland Trail Blazers è la panchina: l’aggiunta di Arron Afflalo il giorno della trade deadline sembrava aver colmato questo gap, ma il successivo infortunio di Wesley Matthwes lo ha riaperto. Se ci aggiungiamo che, dopo l’All Star Break, Damian Lillard è calato molto, LaMarcus Aldridge gioca da mesi con un problema alla mano e lo stesso Afflalo ha saltato le ultime di RS, il quadro non è dei migliori. Sembra inoltre difficile credere che la coppia Zach Randolph-Marc Gasol possa essere fermata con Aldridge e Robin Lopez, il primo non un maestro della difesa ed il secondo anello debole del quintetto.
Sarà interessante vedere se Mike Conley riuscirà a mettere la museruola a Lillard, così come il fattore che Tony Allen rappresenterà per i Grizzlies, squadra molto più profonda dei Blazers e che, a tratti, può concedersi Beno Udrih e Kosta Koufos senza perdere granché in termini di produzione. Memphis ha una delle prime dieci migliori difese della Lega e nei quattro scontri in stagione ha sempre tenuto Portland sotto i 100 punti, permettendo a Lillard di giocare una partita rilevante solo in un caso e vincendo tutte le sfide. La sensazione, prima della palla a due, è che potrebbe continuare su questa linea.

Francesco Manzi

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