NBA Preview 2015-16, Golden State Warriors: campioni ma non favoriti

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Golden State Warriors

Primi ad Ovest (67-15)

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Roster:

PM: Stephen Curry, Shaun Livingston

G: Klay Thompson, Leandro Barbosa, Ian Clark

AP: Harrison Barnes, Andre Iguodala, Brendon Rush

AG: Draymond Green, Mareese Speights, Kevin Looney, James Michael McAdoo

C: Andrew Bogut, Jason Thompson, Festus Ezeli

La stella: Stephen Curry

Golden State Warriors v Boston CelticsAnche chi odia Stephen Curry e ha tifato Cleveland Cavaliers durante le ultime finali si è trovato costretto ad ammettere che l’ultima stagione del figlio di Dell rimarrà nella storia NBA. Non solo per i numerosissimi record che è stato capace di battere, ma soprattutto per il mix di risultati individuali e di squadra che il #30 haraggiunto, per la doppia giocata rifilata a Chris Paul e i Los Angeles Clippers, per la capacità di essere la stella della miglior squadra difensiva dell’anno, pur essendo conosciuto nella lega come un pessimo difensore. Ciò che distingue i giocatori forti dai campioni è spesso la continuità, Steph e i suoi Warriors dovranno ora dimostrare di poter essere in grado di lottare per il titolo anche quest’anno e non sarà semplice: innanzitutto perchè per le prime settimane Kerr non sarà in panchina, ma anche perchè confermarsi dopo la vittoria di un titolo non è mai semplice ed è un’ abilità che caratterizza solo le grandi squadre.

L’arma in più: Draymond Green

Entrato nella lega come un lottatore semi sconosciuto, si è reso protagonista di una crescita incredibile, tanto che la dirigenza è stata costretta a cedere David Lee in estate dopo una stagione passata quasi sempre in panchina. Nell’epoca dei quintetti piccoli Draymond Green è il tassello perfetto per una squadra che predilige il gioco veloce con campo aperto. Con tutto il rispetto e la stima per Klay Thompson, che è evidentemente il secondo violino offensivo della squadra, Draymond Green è l’arma in più di questi Warriors, o meglio, l’ago della bilancia. Nell’ultima RS si notava immediatamente la sua presenza sul parquet, anche nei rari momenti in cui non toccava la palla: troppo importante per il sistema Warriors la sua versatilità, la sua intelligenze e la sua energia in area.

Il coach: Steve Kerr

kerrVincere al primo anno è davvero una grande impresa. Kerr è riuscito a creare un’atmosfera magica intorno ai suoi giocatori che ha fatto crescere di giorno in giorno l’entusiasmo e la consapevolezza. Il roster non è cambiato e quindi non ci saranno dei cambiamenti tecnico/tattici, ma sarà molto importante il modo con cui Kerr gestirà mentalmente i suoi. Non dimentichiamo che nelle prime settimane Kerr non sarà sulla panchina dei GSW a causa dell’operazione alla spalla subita circa un mese fa, al suo posto Luke Walton.

Il mercato: ceduto David Lee, presi Thompson e Gordon

Squadra che vince non si cambia. La chimica che si è venuta a creare non poteva essere alterata in alcun modo e perciò la dirigenza si è limitata alla ovvia cessione di David Lee che, per motivi tecnici ed economici, non poteva continuare a rimaner seduto sulla panchina dei Golden State Warriors. Al suo posto è arrivato Jason Thompson, lungo versatile che non è ancora stato in grado di dimostrare nulla nonostante il potenziale. Probabilmente si tratta di un giocatore troppo simile e Marreese Speight che perciò non vedremo molto in campo, soprattutto all’inizio. Da seguire la situazione di Harrison Barnes che, se non verrà rinnovato entro il 2 novembre, diventerà Restricted free Agent la prossima estate.

Aspettative: riconfermare il bel gioco e giocarsi il titolo

Sembra strano, ma pochissimi scommettono sul repeat dei Golden State Warriors. Pur avendo dimostrato di essere una spanna sopra agli avversari durante la scorsa stagione, in pochi credono ad una loro riconferma. Alcuni optano per i San Antonio Spurs, rinforzati dall’arrivo di Aldridge, altri sui Cavs che, senza Irving e Love, hanno comunque dato del filo da torcere ai Warriors durante le Finals. Anche i Los Angeles Clippers si sono rinforzati, inoltre ci sarà il ritorno in scena di Durant e compagni. Tante squadre hanno il potenziale per vincere il titolo, ma i Warriors hanno capito cosa serve per arrivare fino in fondo e sicuramente diranno la loro anche quest’anno.

Luca Diamante

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