Sacramento Kings
Tredicesimi ad Ovest (28-54) nel 2012-13
Roster
Greivis Vasquez, Ray McCallum, Isaiah Thomas; Marcus Thornton, Ben McLemore, Jimmer Fredette, Trent Lockett; Luc Mbah a Moute, Travis Outlaw, John Salmons; Carl Landry, Jason Thompson, Patrick Patterson; Demarcus Cousins, Chuck Hayes.
La Stella: Demarcus Cousins
16.3 punti, 9,8 rimbalzi, 2.3 assist. Cifre più che dignitose per un centro di 2,11 e 130 kg. Ma cosa manca per renderlo uno dei top della Lega? Purtroppo Cousins è uno dei giocatori più ingestibili fino ad ora, problemi disciplinari ne hanno limitato il suo strapotere in campo e il giocatore fino ad ora non ha mai dato segni di cambiamento. Ma questa volta potrebbe esserci la svolta: senza Tyreke Evans, sarà lui a caricarsi di responsabilità per trascinare la propria squadra, inoltre ha appena rinnovato il contratto (62 milioni per quattro anni, di cui un milione alle famiglie povere della città) , segno che la dirigenza è convinta di poter costruire il team su di lui. Oltre a ciò, la dirigenza si è giocata la carta Shaquille O’Neal. Il leggendario pivot è proprietario di una piccola parte della squadra e sarà il suo mentore. Shaq ha speso parole molto buone sull’ex Kentucky, se decide di assumersi le sue responsabilità e di indossare le vesti di giocatore-franchigia… venghino signori, avete un potenziale dominatore della Lega.
L’arma in più: Greivis Vasquez
Greivis Vasquez è il play distributore che cercavano i Kings. Ottima visione di gioco, buon tiro e abile nel dettare i ritmi della squadra. Il venezuelano viene da tre stagioni positive a New Orleans, dove è esploso la scorsa stagione, rendendolo uno dei principali candidati al premio “Most Improved Player”, con 14 punti, 4.3 rimbalzi e nove assist ad allacciata di scarpe. Con la cessione di Evans avrà sempre il pallone e potrà gestirlo nelle migliori condizioni possibili. Sta a lui innescare Cousins e i tiratori come Fredette, McLemore e Thornton. Se riesce a confermare la scorsa annata, potrebbe essere considerato membro dell’elite dei playmaker di adesso. Oltre a lui, occhio al rookie Ben Mclemore, eccellente tiratore, potenzialmente un Ray Allen, ma tuttora acerbo in fase di palleggio e letture di gioco. Se riesce a trovare la sua dimensione, si rivelerà il colpo del draft.
Il coach: Mike Malone
Dopo una carriera passata come vice dei vari Mark Jackson, Larry Brown, Monty Williams e Byron Scott, ecco alla sua prima esperienza da Head Coach. Porterà in dote gli insegnamenti di Mark Jackson e sulla sua difesa, cercando di costruire una difesa solida alla sua squadra, nota per essere una delle peggiori sotto questo punto di vista. Nel suo staff presente anche il padre, Brendan Malone, che vanta un’esperienza decennale nelle varie panchine in giro per la Lega (Toronto, NYK, Indiana, Cleveland e Orlando). Mike è considerato un genio della difesa, ha curato questo aspetto con Mark Jackson a Golden State, nel 2012 è stato votato come miglior assistente ed era il vice più pagato della Lega. Un buon curriculum dunque. Oltre al padre, che lo preparerà per affrontare la sua prima esperienza da head, presenti nello staff anche Corliss Williamson, ex stella dei Kings (95-00), Chris Jent, che è conosciuto in Italia, avendo giocato a Napoli e a Reggio, e Ryan Bowen, ex assistente di Karl a Denver.
Il mercato: la nuova società cambia faccia
Via Maloof, dentro l’indiano Vivek Ranadivé. Il nuovo owner ha rivoluzionato tutto, ingaggiando l’ex assistant di Masai Ujiri, Pete D’Alessandro e ha assunto un centinaio di persone per ricreare uno staff di allenatori professionisti, uno staff di scouting, uno staff che cura le statistiche di squadra ed individuali e diversi professionisti che curano il marketing e immagine della franchigia, tutte cose che con i Maloof erano state cancellate per risparmiare soldi. Oltre a Ranadivè, si sono aggiunti alla cordata Mark Mastrov e Shaquille O’Neal (proprietario di una piccola quota). D’Alessandro ha piazzato colpi importanti: dentro Vasquez, scambiato con Tyreke Evans che pretendeva il massimo contrattuale, rinnovo per Cousins, pescato McLemore, che potrebbe rivelarsi il colpo del draft, firmato Carl Landry (attualmente KO per infortunio) e soprattutto è riuscito a mantenere l’ossatura della squadra per ripartire. Lo spazio salariale c’è, l’unica pecca è quella di trovarsi in California, dove sono presenti altre tre squadre con più appeal, ma se sfruttano la carta Shaq, potrebbero ricavare qualche free agent di lusso nelle prossime estati.
Aspettative: ancora nel limbo, ma qualcosa si muove
Le ultime stagioni dei californiani sono state disastrose, la famiglia Maloof ha smontato quel splendido giocattolo che ha sfiorato le Finals nel 2002, puntando solo a monetizzare il più possibile disinteressandosi della squadra. Ricordiamo che pochi mesi fa erano sicuri al trasloco (Anaheim o Seattle), ora, grazie al sindaco Kevin Johnson, la squadra resta a Sac-town. Per quanto riguarda l’obiettivo, la squadra punta ad un piazzamento dignitoso, cercando di avvicinarsi ai playoff, ma la tentazione di puntare a Wiggins è forte.
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