San Antonio Spurs @ New York Knicks 120-89
Partita senza storia già dal primo quarto quella che si è giocata nel matinée al Madison Square Garden: i Texani partono subito fortissimo con un 10-0 firmato Green (due triple) e Belinelli, partito in quintetto al posto di Leonard, ed il primo periodo si chiude su un emblematico 35-17 per San Antonio, con i Knicks in bambola, il cui miglior marcatore è Bargnani con 7 punti. Il match sembra un lunghissimo garbage time, con Popovich e Woodson che ruotano tutti gli uomini e con il quintetto base dei neroargento che surclassa gli avversari: un esempio lampante è il +35 di plus minus di Danny Green (mvp con 24+10, 6/9 da 3 punti); in casa New York fa il suo esordio stagionale JR Smith (le prime 5 gare le ha saltate a causa della sospensione inflittagli per “drug cause”) ma non riesce ad essere incisivo, chiudendo solo con 5 punti e 4 palle perse in 20′ di gioco (1/9 al tiro).
Washington Wizards @ Oklahoma City Thunder 105-106 dts
Il match più divertente della notte si è giocato alla Chesapeake Energy Arena, dove Durant, Ibaka e compagni hanno avuto bisogno di un tempo supplementare per aver ragione dei Wizards di coach Wittman. La partita subisce una svolta nel terzo quarto quando Westbrook e Nenè vengono a contatto e subiscono un fallo tecnico a testa, in seguito, a 3 minuti dalla fine, i due arrivano ancora alle mani e, dopo un paio di spintoni, vengono espulsi entrambi, lasciando le proprie squadre orfane di due giocatori fondamentali. Oklahoma City trova in Ibaka un perfetto secondo violino (25+12 con un ottimo 11/18 dal campo) ma è il solito Kevin Durant a farla da padrone: tripla del pareggio con mano in faccia a 13 secondi dal termine e i tifosi impazziscono; la palla passa a Washington che la mette nelle mani del proprio mvp del match, Bradley Beal (carreer-high con 34 punti), ma la sua ottima penetrazione si conclude con un floater che finisce solo sul primo ferro, si va ai supplementari. Nel prolungamento, i Wizards sembrano poterla vincere grazie ai canestri di Gortat, che firma il +3 ad un minuto e spiccioli dal termine, ma il supereroe vestito di bianco che porta il numero 35 sulla schiena non ci sta: dopo una tap in di Ibaka per il -1, Durant stoppa Ariza e vola in contropiede, fermato dal fallo, infila i due liberi che saranno decisivi per la vittoria finale, in quanto nè Webster nè Wall trovano il canestro nelle due azioni successive.
New Orleans Pelicans @ Phoenix Suns 94-101
Jeff Hornacek diventa il primo capoallenatore dei Suns a vincere le sue prime 4 partite casalinghe della stagione grazie alle ottime prestazioni di Bledsoe (24+4+6) e di Markieff Morris (23+5 con 9/12 dal campo). La partita si decide nel quarto periodo: dopo essere stati sempre punto a punto, le due squadre si separano quando i Suns firmano un parziale di 15-6 grazie alle triple di Green, Dragic e Bledsoe che chiudono di fatto il match. Per i Pelicans, prima gara della stagione non proprio positiva da parte di Anthony Davis: l’ex Wildcat chiude sì con 14+12 ma anche con 5/13 al tiro, percentuale bruttina per uno come lui.
Minnesota Timberwolves @ Los Angeles Lakers 113-90
Dopo aver perso gli ultimi 22 confronti con i Lakers, Minnesota riesce a strappare una W ai gialloviola grazie alle prestazioni monstre di Love, Rubio e Martin. I 47 punti segnati dai TWolves nel primo quarto sono record di franchigia e mettono già il match sul binario giusto per i ragazzi di coach Adelman dato che si trovano sul +24 dopo appena 12 minuti di gioco: l’attacco ospite viaggia a ritmi impressionanti ed ha 3 interpreti eccezionali che rispondono ai nomi di Kevin Martin (27 con 3/5 dalla lunga), Ricky Rubio (tripla doppia con 12+10+14) ed al nostro personalissimo primo candidato all’MVP Kevin Love (tutto dipende però dal record con cui i TWolves arriveranno a fine stagione) che firma 24 punti e 13 rimbalzi, con 4 triple messe a segno nel solo primo quarto. In casa Lakers, l’unica nota lieta è la prestazione di Steve Blake (19 con 5/7 da 3 punti), ma il roster è poca roba per la tradizione della franchigia; a tutto ciò si aggiunge l’ennesimo infortunio a Steve Nash, costretto ad abbandonare la gara all’intervallo a causa dei prolungati dolori alla schiena.
Ecco la top five della notte:
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