Tim Duncan è ufficialmente un Hall of Famer. La leggenda dei San Antonio Spurs è stata introdotta questa notte nell’Olimpo del basket americano, accompagnata sul palco dal suo mentore ed ex compagno David Robinson.
Timmy D ha ringraziato tutte le persone che sono state importanti nella sua vita, professionale e non, in un bellissimo discorso. Tra i tanti che Duncan ha ringraziato ci sono stati ovviamente anche Manu Ginobili e Tony Parker, compagni di mille battaglie con gli Spurs.
Tim Duncan è però arrivato a commuoversi quando si è trattato di ringraziare Gregg Popovich, corso a Springfield per assistere alla cerimonia e presente in prima fila. Gli Spurs giocavano a Phoenix, ma Pop si è preso un giorno libero perché non poteva proprio mancare. Di seguito tutto il discorso di Duncan:
Non sono mai stato così nervoso in vita mia. Sono stato alle Finals, ho giocato tante volte Gara-7, ma non sono mai stato così nervoso. A tutti coloro che stasera stanno venendo introdotti nella Hall of Fame con me, per me è un onore. È una straordinaria classe, è stato fantastico ascoltare i vostri discorsi e le vostre storie.
A David Robinson, che oggi mi ha presentato. David, la gente mi chiede sempre cosa tu mi abbia insegnato. Io non ricordo una singola volta che ci siamo messi a parlare. Ma quello che fatto David è essere costantemente un professionista, un padre incredibile, una persona incredibile. Mi ha mostrato come essere un buon compagno di squadra, una persona positiva per la comunità. Tutte queste cose. E non lo ha fatto venendomi a dire come avrei dovuto fare, ma facendo lui stesso così. Grazie.
Sei il migliore quando affronti i migliori. Quindi voglio ringraziare la leggenda Kobe Bryant e KG. Mi avete spinto a dare il massimo, vi ringrazio. Mia madre e mio padre: Ione e William Duncan. Combinati, assolutamente zero conoscenza del basket. Ma mi hanno insegnato più loro di questo gioco che chiunque altro. Conoscete il mantra che mia mamma mi ha inculcato: “Good better best, never let it rest, until good is better, and better best”. I miei genitori mi hanno portato a fare il mio meglio in qualsiasi cosa, ad essere orgoglioso, ad essere felice di dove sei e di che ruolo hai. Sono qui grazie a loro. Ho perso mia mamma quando avevo 14 anni. Al suo posto, le mie sorelle mi hanno fatto da madri, da sorelle, da migliori amiche. Grazie Cheryl e Tricia, grazie per esserci sempre state. Vi voglio bene.
Non presi in mano una palla fino ai 14 anni. Ero un nuotatore. Mia sorella è andata alle Olimpiadi e mi ha ispirato ad andarci anche io. La mia motivazione di diventare un nuotatore è svanita quando è morta mia mamma. Quando un uragano ha colpito la mia isola e si è portato via la piscina dove mi allenavo. I miei amici e il marito di mia sorella, Ricky, si fecero avanti e mi guidarono, guidarono un ragazzo decisamente indietro nel gioco del basket. Mi portavano in giro per le isole per giocare partite, campionati e tutto il resto. Grazie per essere stati lì per me.
Una volta Alonzo Mourning portò alcuni ragazzi delle Isole Vergini a giocare una partita. Un mio amico mi chiamò e mi chiese se volevo partecipare. “Assolutamente!” risposi io. Non mi ricordo come giocai quel giorno, se bene o male, ma c’era un ragazzo di Wake Forest che chiamò il suo coach per dirgli di venirmi a dare un’occhiata. Il coach voleva vedermi giocare, andammo al campetto più vicino all’hotel dove stava e aspettai che qualcuno si facesse vivo per giocare. Giocai abbastanza bene per meritarmi una borsa di studio. Aveva visto qualcosa in me e mi diede un’opportunità. Grazie coach per aver visto qualcosa in me che io non sapevo di avere.
E ora i San Antonio Spurs. Che incredibile organizzazione. Dalla proprietà, con grandissima generosità: ci avete messo nelle condizioni di competere per il titolo ogni anno. Grazie per quello che avete fatto per me, per la mia famiglia. Grazie ad RC Buford e alla dirigenza: ogni anno che sono stato agli Spurs, abbiamo avuto una squadra che poteva competere, e questo grazie a voi. Grazie ai miei dottori, ai miei allenatori, grazie per tutto quello che avete fatto. Grazie agli allenatori, agli addetti ai video. Grazie ai coach, non riesco nemmeno a nominarvi tutti.
Grazie ai miei compagni. David [Robinson, ndr], ovviamente. Ho avuto 140 compagni nei miei 19 anni agli Spurs, ho visto questa statistica. Non posso certo nominarli tutti. Arrivai in una squadra guidata da David con giocatori come Avery Johnson, Vinny Del Negro, Sean Elliot, Monty Williams. Quella squadra si mischio con noi giovani: io, Antonio Daniels, Malik Rose, Bruce Bowen. Abbiamo imparato a guidare una squadra e ad essere squadra grazie a quei giocatori. Grazie per tutte le lezioni che ci avete dato.
Guardarti affianco e vedere ogni anno sempre gli stessi compagni è qualcosa di incredibile. È una cosa che non riesco nemmeno a esprimere. Manu Ginobili, Tony Parker. Non vedo l’ora di vedervi su questo palco, e io non essere più su questo palco! È stato un onore condividere il campo con voi. Grazie per tutto, per la vostra amicizia, per la vostra fratellanza, per tutte le esperienze che abbiamo condiviso.
Ai miei figli: non vedo l’ora di vedere cosa ci aspetta. Siete persone meravigliose, non vedo l’ora di vedere ciò che diventerete, so che sarete grandi. Al mio amore Vanessa, grazie per il tuo supporto e per il tuo amore verso la nostra famiglia, grazie per avermi sempre spinto a dare il meglio. Ne avevo bisogno e tu lo hai fatto.
Infine… Infine… Non volevo parlare di lui! Si arrabbierà se parlo di lui! Scusa Pop. Coach Pop. Dopo avermi draftato sei venuto sulla mia isola, hai conosciuto i miei amici, la mia famiglia, hai parlato con mio padre. Pensavo fosse normale: non lo è. Sei una persona eccezionale, grazie per avermi insegnato il basket. Ma oltre a quello, per avermi insegnato che non c’è solo il basket. È importante ciò che accade nel mondo, la tua famiglia. Grazie per tutto, grazie per essere il fantastico essere umano quale sei.
Questa storia e questo viaggio non hanno senso. Sono stato guidato da così tante persone, che mi hanno portato ad essere qui. Uno scenario che sembrava davvero improbabile. Grazie a tutte le persone che ho menzionato e a quelle che non ho menzionato, grazie alla mia famiglia degli Spurs, a quella di Wake Forest, a quella delle Isole Vergini. Grazie. Vi voglio bene.
Tim Duncan thanks Gregg Popovich for the impact he had on his life, on and off the court. #20HoopClass pic.twitter.com/guhsWazCk9
— NBA (@NBA) May 15, 2021
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