Nella notte italiana si è tenuta la cerimonia di introduzione nella Hall of Fame di parecchie leggende NBA degli anni ’90 e 2000. Tra i primi a salire sul palco, accompagnato nientepopodimeno che da Michael Jordan e dal proprietario dei Bulls, Jerry Reinsdorf, è stato Toni Kukoc. L’ex cestista croato ha fatto un lungo discorso, ringraziando tutte le squadre e le figure fondamentali della sua carriera. Kukoc ha menzionato anche Treviso, oltre che i vari Jordan, Pippen e Petrovic.
Questa la traduzione del suo discorso integrale:
Per prima cosa voglio congratularmi con coloro che stanno venendo introdotti insieme a me e ringraziare la Hall of Fame europea per avermi scelto per la classe 2020-21. Mio padre è stato fondamentale nell’infondermi l’amore per lo sport, vorrei raccontarvi una storia su di lui. Era un grande fan della squadra di calcio della nostra città, e casa mia era vicino alla mia scuola. Una volta, mentre ero a scuola e stavo facendo un esame, mio padre salì sul tetto di casa e, dopo che la squadra di calcio aveva segnato, urlò “Toni! Siamo avanti 1-0!”. Dopo un po’ segnammo ancora, l’insegnante ovviamente aveva capito cosa stesse succedendo e, per impedire che distraesse l’intera classe, decise di mandarmi a casa. Grazie al cielo ho passato comunque il test! Ma così è fatto mio papà.
Ho iniziato a fare sport a 8 anni, con il ping pong e il calcio. A 15 anni presi in mano la palla da basket. La mia carriera è stata caratterizzata da due squadre e due città. La città di Spalato, in Croazia, la mia casa e quella della mia squadra, Jugoplastika. E ovviamente Chicago, Illinois, con i Bulls. Secondo me la città di Spalato è una delle più importanti del mondo per lo sport, produce tantissimi grandi atleti in diversi sport. Ringrazio i coach che mi hanno aiutato, insegnandomi i fondamentali del basket. Ho avuto la fortuna di avere tanti bravi allenatori, tra i quali due che hanno vinto tutto in Europa: Božidar Maljković e Željko Pavličević. Voglio ringraziare anche tutti i compagni che, da giovane, mi hanno spinto ad essere un migliore giocatore, una migliore persona e un miglior compagno di squadra. Dino Radja è il più famoso di loro, ed è anche lui nella Hall of Fame, ma provo amore e rispetto per tutti.
Nella mia carriera ho giocato per due Paesi grandiosi, Jugoslavia e Croazia, e ho avuto successo con entrambi. Ringrazio i coach che mi hanno allenato con le due Nazionali. Ovviamente ho giocato al fianco di compagni fortissimi, alcuni sono già Hall of Famer come Drazen Petrovic, Dino Radja, Vlade Divac. Ma ce ne sono anche tanti altri. Inoltre vorrei ringraziare questo gentiluomo qui di fianco, Michael Jordan, e Scottie Pippen per avermi preso a calci nel sedere alle Olimpiadi di Barcellona e in questo modo avermi motivato a lavorare ancora più duramente per diventare parte importante dei Chicago Bulls. La mia gratitudine va anche al qui presente Jerry Reinsdorf e al compianto Jerry Krause per avere insistito nel volermi portare a Chicago e aver creduto in me quando era raro che i giocatori americani arrivassero in NBA.
La città di Chicago e i suoi abitanti hanno accolto fin dall’inizio me e la mia famiglia, voglio ringraziare i tifosi Bulls per il loro continuo supporto. Ho passato tre anni fantastici, vincendo tre titoli sotto la guida di due dei migliori allenatori della storia del gioco, Phil Jackson e Tex Winter, imparando e allenandomi insieme dai migliori giocatori: Michael Jordan, Scottie Pippen e Dennis Rodman, ma anche tutti gli altri. Ho sempre detto che i nostri allenamenti di allora erano più duri di alcune partite che giocavamo. Ma voglio menzionare anche le altre squadre per le quali ho giocato. Benetton Treviso, Philadelphia 76ers, Atlanta Hawks e Milwaukee Bucks. Ho passato bellissimi anni giocando per queste squadre e le voglio ringraziare tutte. Ringrazio anche il mio agente, Luciano Capicchioni, e il suo staff. Ci sono tante persone che non ho menzionato oggi, ma che mi hanno aiutato in questo cammino ed hanno la mia gratitudine. E a tutti i miei amici che sono qui oggi e rendono questa serata ancora più speciale: grazie a tutti per essere venuti.
I miei ultimi ringraziamenti vanno ai miei genitori, mio papà Ante e mia mamma Radojka, e a mia sorella Sandra per i tanti sacrifici e il continuo amore e supporto. Ai miei figli, Marin e Stella, vi voglio bene e mi rendete orgoglioso ogni giorno. A mia moglie Renata, al mio fianco fin dal liceo: ci conosciamo da tanto tempo, eri al mio fianco fin dall’inizio, attraverso tutti gli alti e i bassi, e abbiamo fatto tutto questo insieme. Ti amo.
Mi è sempre interessato di più il successo della squadra, piuttosto che gli obiettivi individuali. E ora che sono su questo palco posso dire che avevo ragione. Sono incredibilmente onorato di entrare nella Hall of Fame. Grazie a tutti.
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