Negli Stati Uniti, in questi giorni di panico per il coronavirus, si è sollevata una piccola polemica riguardo i privilegi dei giocatori NBA e degli atleti in generale, che possono facilmente essere sottoposti al tampone a differenza delle persone comuni, che invece devono pagare fior fior di dollari per effettuare i test, a causa del sistema sanitario americano.
Un’eccezione in NBA sono i Golden State Warriors, che hanno deciso di non sottoporre i propri giocatori al tampone finché non mostreranno dei sintomi. L’unico ad essere stato testato finora è stato Steph Curry, che aveva contratto una normale influenza settimana scorsa. La franchigia, nella persona del GM Bob Myers, ha spiegato le proprie ragioni per questa decisione:
Ci è stato detto che i tamponi scarseggiano, e trattiamo noi stessi come persone… Non siamo migliori di chiunque altro. Mi hanno detto che in California non dovremmo fare test per le persone asintomatiche.
Bob Myers on whether Warriors players have been tested: "We've been told that the testing is in short supply, and we're treating ourselves like people. … We're not better than anyone else. … I've been told we shouldn't test asymptomatic people in California."
— Connor Letourneau (@Con_Chron) March 17, 2020
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