Nikos Galīs e la fondazione di una tradizione cestistica

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Quest’estate durante gli Europei 2015 ben tre giocatori hanno raggiunto un  traguardo ragguardevole che per molto tempo permetterà loro di rimanere ancor di più nella storia della competizione. I tre giocatori sono Tony Parker, Dirk Nowitzki e Pau Gasol e il traguardo ragguardevole è aver raggiunto – nell’ordine in cui sono citati – le prime tre posizioni della lista dei migliori marcatori di ogni epoca degli Europei per numero di punti segnati. Fino a prima dello svolgersi della competizione in cima alla lista, imprendibile per anni, vi era Nikos Galīs. Attualmente il greco è quarto con 1030 punti segnati, impressionante se si pensa che ha giocato appena trentatré partite ai Campionati Europei (davanti a lui quello con meno partite è Nowitzki con quarantanove) e che Parker, il primo della lista, lo ha staccato di appena 74 punti con ben trentacinque partite in più. Stiamo dunque parlando  di uno scorer straordinario, che infatti rivoluzionò il modo di giocare in Europa che ancora detiene il titolo di miglior marcatore per media punti degli Europei con 31.2 ad allacciata di scarpa.

Non siamo però qui per raccontare di tutta la carriera di Galīs bensì, prendendo spunto dal cambio di testa nella lista degli scorer, per raccontare una sua impresa agli Europei che fece la storia. Siamo in Grecia, estate del 1987. Il paese ellenico è stato designato come sede per ospitare la venticinquesima edizione della rassegna continentale. Nell’edizione di precedente la Grecia non fu presente causa mancata qualificazione dovuta alla disastrosa edizione 1983 in cui, nonostante un Galīs miglior marcatore del torneo, arrivò penultima.

Foto: Janusz Pitula
Foto: Janusz Pitula

Questa è dunque l’occasione per riscattarsi, proprio di fronte al caldissimo pubblico amico. La nazionale greca traballa nella fase a gironi, 2-2 nelle prime quattro gare, riesce comunque a qualificarsi per i quarti di finale battendo la Francia nell’ultima partita del girone da dentro o fuori.

L’iniezione di adrenalina dovuta al rischio di un fallimento clamoroso di fronte al pubblico di Atene cambia qualcosa nella squadra: ai quarti viene battuta l’Italia con 38 punti di Galīs; in semifinale cade una delle due super favorite, ovvero la Jugoslavia. Stavolta Galīs ne mette 30.

La finale è contro i campioni in carica dell’Unione Sovietica, l’altra super favorita insieme alla Jugoslavia. Si gioca in un clima epico: diciassettemila sono gli spettatori accorsi a vedere la Grecia per la partita che mette il palio il titolo di regina d’Europa. L’URSS nonostante le tante assenze dovute ad alcuni problemi politici interni sembra destinata a vincere con facilità. La partita inizia proprio con l’Unione Sovietica a martellare i malcapitati greci. Eppure Galīs, quel playmaker di 183 cm più statunitense che greco (nascita a New York e formazione cestistica tutta negli states), è il più forte di tutti: tutto d’un tratto decide di caricarsi la squadra sulle spalle e a fine partita ne piazza 40 con svariati assist, una regia impeccabile, una difesa ottima. Sembra davvero infermabile quel greco, in una azione riesce a piazzare una tripla dopo che quattro difensori avevano deciso di convergere su di lui.

Foto: Babis Karagiannidis
Galīs in maglia Aris Foto: Babis Karagiannidis

La partita finisce 103-101, anche se i punti del distacco non sono di Galīs bensì del titolare meno in vista di quella squadra, Kambouris, che dopo un rimbalzo offensivo subisce fallo e mette i due liberi decisivi. Il miglior tiratore dei sovietici, Kurtinaitis, riceve il pallone dell’ultimo possesso, ma il suo tiro finisce contro il tabellone e la Grecia è campione d’Europa. Galīs è il miglior marcatore con 37 punti di media e alla fine riceve il titolo di MVP del torneo. Il basket in Grecia è definitivamente assurto a sport nazionale.

Quella del 1987 è la definitiva affermazione della Grecia nel basket continentale e mondiale. Tutto grazie a Galīs. Citando Giannīs” Iōannidīs, storica bandiera dell’Aris Salonicco come Nikos, si può dire che: “In Grecia utti quelli che si guadagnano da vivere giocando a basket e tutti quelli che sono spettatori di questo sport dovrebbero pagare un’imposta speciale in onore di Nikos Galīs”. Un bel cambiamento rispetto a quando era stato scartato, dopo un periodo da infortunato, dai Celtics che lo avevano selezionato al draft. Non per niente Red Auerbach in persona ammise che quello fu uno dei più grandi errori di tutta la sua carriera.

Mattia Moretti

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