SERBIA 64 – LITUANIA 67
(17-22, 34-35, 43-48, 64-67)
Lo sapevamo, in fondo, che ci avrebbe atteso un altro grande spettacolo al cardiopalma. Ok, questa Serbia finora era stata perfetta, ma la Lituania vista contro l’Italia, anzi, la Lituania che siamo abituati a vedere in ogni grande competizione, non avrebbe lasciato vita facile a Teodosic e compagni. Non ci sono prime fasi scricchiolanti o magnifiche che tengano quando il gioco tende a farsi duro. Ieri Spagna e Francia lo avevano già ampiamente dimostrato.
Vuole dimostrarlo anche la Lituania, che inizia a mille nel primo quarto, trascinata dal magistrale asse play-pivot Kalnietis-Valanciunas e da un Maciulis in continuo formato MVP. La Serbia, dopo l’iniziale sfuriata di Teodosic, si aggrappa solo a qualche magia di Bjelica. Troppo poco per evitare lo svantaggio per 17 a 22 dei primi 10 minuti.
La Serbia non riesce a reagire e lascia scappare gli avversari
oltre la doppia cifra di vantaggio grazie al contributo realizzativo di Seibutis e Kuzminskas, uno dei migliori anche con l’Italia. Gli uomini di Djordjevic sprofondano a -11, ma si aggrappano al centrone Raduljica per risalire. Lui e Teodosic mettono insieme quei pochi punti che, assieme a una rocciosa difesa, consentono ai balcanici di chiudere il primo tempo sotto di una sola lunghezza (34-35). Un lusso per come si era messa la partita.
Il terzo periodo è il dominio delle difese. La Serbia pare avere un sussulto con Bogdanovic, che dà il là ad un break di 7 a 0 che vuol dire sorpasso (43-40). Sarà un semplice fuoco di paglia, perché l’attacco serbo si inceppa e la “Lietuva” colma e trasforma il divario con la coppia Valanciunas-Kuzminskas, gli unici a non lasciarsi condizionare dalla pesantezza del match. Il tabellone recita “43-48” prima del rush finale. Gli ultimi 10 minuti vedono tornare sul palcoscenico i protagonisti attesi e troppo discontinui: Bjelica, Teodosic, Maciulis, Kalnietis. Ognuno riprende il feeling con la retina, anche se soprattutto dalla lunetta. La Serbia si avvicina e si perde sul più bello, la Lituania può allungare ma non uccide mai la contesa. Con questa giostra si entra nel caotico minuto finale:
uno sciagurato fallo di Raduljica permette a Seibutis di segnare i liberi del +4 a venti secondi dalla fine. Teodosic, in maniera pazzesca, inventa la tripla della vita e permette alla Serbia di continuare a sperare, soprattutto perché Seibutis sul fallo sistematico segna un solo libero. Bogdanovic si prende la responsabilità per portarla almeno al supplementare, ma la sua conclusione finale è lo specchio di una manifestazione non troppo esaltante per lui. La Lituania si guadagna l’accesso in finale e alle Olimpiadi di Rio.
Un traguardo insperato per come era iniziato quest’Europeo e per il momento migliore vissuto dalle avversarie affrontate nei quarti e in semifinale. La Serbia, grande favorita, smarrisce ancora una volta la possibilità di arrivare alla medaglia più importante, registrando, in maniera beffarda, la prima sconfitta a un passo dalla gloria. Il preolimpico è una magra consolazione, così come per noi.
TABELLINI: Serbia: Teodosic 16, Simonovic, Kuzmic, Raduljica 10, Nedovic 6, Markovic 7, Bogdanovic 9, Bjelica 10, Erceg 4, Milutinov, Kalinic 2, Milosavljevic
Lituania: Maciulis 9, Kavaliauskas, Valanciunas 15, Kalnietis 12, Seibutis 13, Gailius, Sabonis, Jankunas 2, Javtokas, Kuzminskas 13, Milaknis 3, Lekavicius
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