Olga Danilovic, la figlia di Sasha con il mito di Novak Djokovic

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Ad Olga Danilovic è bastato il secondo torneo professionistico in carriera, dopo l’infelice esperienza a Madrid (uscita subito alle qualificazioni) per vincere il primo suo trofeo importante ed iscrivere il proprio nome nella storia del tennis: con la vittoria all’Internazionale di Mosca la 17enne è diventata la prima tennista nata dopo il 2000 a vincere un titolo WTA, in un torneo che tra l’altro non avrebbe nemmeno dovuto disputare, essendo stata eliminata nell’ultimo turno di qualificazioni. La Danilovic è così entrata nella ristretta cerchia dei Lucky Loser che hanno vinto un torneo dopo essere stati ripescati (cosa riuscita anche a Marco Cecchinato in Ungheria lo scorso Aprile), diventando la seconda donna a riuscirci dopo Andrea Jaeger, campionessa a Las Vegas nel 1980.

La figlia del leggendario Predrag “Sasha” Danilovic ha ripreso dal padre il fisico, 183 cm che le permettono di servire anche a 180 km/h, e come lui ha mosso i primi passi nella polisportiva del Partizan Belgrado, in quel Teniski klub Partizan da cui sono usciti i migliori tennisti serbi come Nole Djokovic, la Ivanović (ormai signora Schweinsteiger) e la Jovanović. Olga però non ha mai sofferto il peso del suo cognome:

Lui di certo non mi dà alcun fastidio, né mi mette pressione. Il suo passato non mi crea problemi, del resto faceva un altro sport e non mi racconta nulla della sua carriera.

Con la vittoria a Mosca la Danilovic, oltre a scalare 75 posizioni nel ranking WTA raggiungendo il 112esimo posto e vincere il notevole premio di 750’000 dollari, è riuscita a vincere un torneo Internazionale femminile che, ad una tennista serba, non accadeva dal 2014 quando Ana Ivanović vinse sul cemento di Auckland e Monterrey. L’idolo della figlia di Sasha, però, non poteva che essere Novak Djokovic, che ha anche avuto occasione di conoscere ad inizio 2018.

Ho avuto la fortuna di conoscerlo. Mamma (Svetlana, famosa giornalista sportiva serba, ndr) e papà mi raccontano che, quando si incontrano, Nole dice sempre che segue i miei risultati e per me significa molto. Finalmente agli Australian Open di Gennaio ho avuto l’onore di palleggiarci un po’ insieme.

Alessio Tarquini

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