Openjobmetis Varese: ripetere il miracolo dell’anno scorso sarà difficile, ma Caja e i suoi ragazzi ci proveranno

Home Serie A

L’Openjobmetis Varese arriva da un’annata miracolosa, viste le aspettative e il girone d’andata, con tanti che la davano addirittura come indiziata primaria per la retrocessione.
Il grande artefice di quel capolavoro ha un nome e un cognome: Attilio Caja. Tant’è vero che è stato premiato come miglior coach della passata stagione ed è stato giustamente confermato dalla dirigenza biancorossa, la quale ha perso Claudio Coldebella, emigrato in Russia, e ha acquisito Andrea Conti, reduce da ottime annate come dirigente alla Vanoli Cremona.

Il roster è stato per metà modificato rispetto all’anno scorso, con le conferme di Aleksa Avramovic, probabilmente il MIP della stagione 2017-2018, capitan Giancarlo Ferrero, ormai un beniamino dei tifosi, Tyler Cain, Nicola Natali e Matteo Tambone, chiamato all’annata della conferma, che sappiamo essere sempre la più difficile. Il reparto italiani si conclude con Damiano Verri, proveniente da Gazzada, formazione della C Gold lombarda, e Christian Gatto, anche lui un ex C Gold, ma di Gallarate.

I grandi cambiamenti sono arrivati tra gli stranieri, che però sono tutti grandi conoscitori del nostro campionato perché ci hanno giocato almeno una stagione con maglie diverse da quella varesina.
In cabina di regia l’Openjobmetis ha inserito Ronald Moore, ex Pistoia e Caserta, che ha già dimostrato di essere uno dei migliori playmaker della nostra Lega. Nello sport di guardia è stato firmato Pablo Bertone, proveniente da un campionato più che positivo a Pesaro dove lui ha dato una grassa mano alla salvezza della VL. L’ala piccola è Thomas Scrubb, gran tiratore, l’anno scorso ad Avellino, con cui ha chiuso con il 53% dalla lunga distanza. L’ultimo straniero a roster è Dominique Archie, per lui un passato a Capo d’Orlando, oltre che in giro per l’Europa.

L’obiettivo primario è sempre lo stesso: una salvezza tranquilla. Però l’idea di ripetere il miracolo compiuto nel 2017-2018 c’è, soprattutto perché la mentalità dell’“Artiglio” è molto più che vincente. Un aspetto sul quale Caja sta lavorando sin dal primo giorno di raduno è quello difensivo, un must che ha fatto la differenza l’anno scorso e che si augura possa farlo anche quest’anno.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.