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Ora l’Olimpia Milano deve (almeno) salvare la faccia in EuroLega

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Il finale di 2022 in EuroLega ci aveva dato un po’ di speranze per l’Olimpia Milano. Ora sono tutte evaporate.

I meneghini hanno fatto persino peggio della peggior previsione possibile. Perché si può perdere – anche male – in casa dell’Olympiacos, fa parte del gioco, anche se 6 punti in un quarto per una squadra in rincorsa sono inaccettabili. Ma fare 0/3 contro Alba Berlino (tra l’altro con un -20 finale), Zalgiris Kaunas e ASVEL, queste ultime due in casa, era davvero impronosticabile, per usare un eufemismo.

I lituani si sono rinforzati in questo mercato di “riparazione”, anche perché hanno perso per infortunio fino a fine stagione il loro miglior giocatore, ovvero Keenan Evans. Ma la sconfitta di ieri sera contro il team il cui proprietario è Tony Parker ha letteralmente posto la parola fine alla stagione dell’Olimpia Milano in EuroLega.

Cosa fare nelle prossime 14 partite? Salvare la faccia. Questo è l’unico obiettivo che i meneghini si devono dare perché, con uno dei migliori roster d’Europa – infortuni a parte -, non possono permettersi di arrivare ultimi. Devono almeno riuscire a mettersi dietro ALBA Berlino, Panathinaikos, ASVEL e magari anche un’altra. Lo ripetiamo: non cambierebbe nulla, la stagione europea rimarrebbe comunque fallimentare, ma un po’ meno rispetto a quanto lo è stata finora.

Non sarebbe nemmeno abbastanza vincere Scudetto e Coppa Italia per dare la sufficienza a questa annata. Perché i Playoff di EuroLega, magari con il fattore campo a sfavore considerati i tanti infortuni, erano quasi obbligatori. Essere a pari punti dell’ALBA Berlino, una delle squadre con il budget più limitato della competizione e con sicuramente l’età media più bassa, non è concepibile per una compagine che investe circa una trentina di milioni di euro l’anno con l’obiettivo di raggiungere determinati traguardi.

 

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Foto: Olimpia Milano

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