La Virtus torna sul tetto d’Europa FIBA e, dopo il successo di Sassari, un’altro tricolore svetta su una coppa internazionale. Nell’ultimo atto contro Tenerife i bianconeri hanno condotto dal primo all’ultimo minuto, senza voltarsi mai indietro. Dopo esattamente 10 anni dall’EuroChallenge quindi, Bologna torna a sollevare un prestigioso trofeo continentale.
Andiamo a vedere le pagelle della finale della Basketball Champions League.
Virtus Segafredo Bologna
Tony Taylor 7,5 (2/3 da 2, 0/1 da 3, 0/0 ai liberi):
Quando è in campo si sente, la squadra gira a memoria. Solita prestazione totale, tra assist, rimbalzi e giocate difensive. Peccato che compia troppi falli ingenui che ne limitano l’utilizzo.
Kevin Punter 9 (1/5 da 2, 5/5 da 3, 9/9 ai liberi):
Pronti via e ne segna 9 in tre minuti. Poi si prende un quarto di pausa e rientra dopo l’intervallo con un gioco da 4 punti. Chiude con 26 punti ed una sensazione di dominio assoluto. Raccoglie l’immaginario testimone di Keith Langford dieci anni dopo.
Amath M’Baye 8,5 (4/8 da 2, 2/3 da 3, 2/3 ai liberi):
Letteralmente esplosivo nel primo quarto, dove espone tutto il suo repertorio. Triple, schiacciate e lavoro in post basso. Poi continua a mettersi al servizio della squadra, fornendo probabilmente la migliore prestazione in maglia bianconera.
Yannick Moreira 7,5 (1/5 da 2, 0/0 da 3, 2/4 ai liberi):
Si divide quasi scientificamente i minuti con Kravic, lotta sotto le plance non concedendo vita facile ad Iverson.
Dejan Kravic 7,5 (1/2 da 2, 0/0 da 3, 2/4 ai liberi):
Sbaglia meno di Moreira in attacco, pur chiudendo con le stesse cifre. Mentre nella propria area è sempre una presenza che intimorisce.
Kelvin Martin 7,5 (1/3 da 2, 0/0 da 3, 0/0 ai liberi):
Solita fiala di adrenalina per la squadra, nell’allungo iniziale è decisivo con i suoi recuperi.
Filippo Baldi Rossi 7 (0/0 da 2, 0/0 da 3, 0/0 ai liberi):
Utile a far rifiatare i lunghi del quintetto. Non trova gloria personale, ma porta ugualmente il suo contributo.
Pietro Aradori 8 (4/6 da 2, 0/2 da 3, 1/1 ai liberi):
Bravissimo ad attendere che la partita arrivi tra le sue mani, non forza nel primo tempo e si merita di giocare nel finale.
David Cournooh 7 (0/1 da 2, 0/2 da 3, 0/0 ai liberi):
Silenzioso, è preziosissimo nella propria metà campo, dove è il primo aiuto per i compagni, negando qualsiasi vantaggio all’attacco spagnolo.
Mario Chalmers 7,5 (3/5 da 2, 0/3 da 3, 2/4 ai liberi):
Inizia troppo lezioso per confrontarsi con una finale, 3 perse subito cercando più lo spettacolo che la concretezza. Poi però sente la responsabilità dovuta all’assenza di Taylor e sale di colpi, su entrambi i lati del campo.
All. Alexandar Djordjevic 8,5: in una settimana ribalta la Virtus. Dopo le scoppole di Pistoia, Brindisi e Brescia, riesce a dominare tatticamente contro entrambe le squadre date come favorite alla vigilia. Sempre in controllo, se la Virtus è arrivata fin qui va dato merito anche al cammino precedente compiuto da Sacripanti, ma la mano del coach serbo si è vista.
Photo: FIBA
Iberostar Tenerife
Rodrigo San Miguel 6,5 (0/1 da 2, 0/3 da 3, 3/4 ai liberi):
Costretto come sempre agli straordinari, fornisce la solita regia d’esperienza. La carta d’identità si fa sentire in difesa però, dove soffre contro tutti i pari ruolo.
Nicolas Brussino 5 (0/2 da 2, 0/5 da 3, 0/0 a liberi):
Il dominio della semifinale è un pallido ricordo, i problemi di falli gli tolgono ritmo e ne danneggiano le percentuali già deficitarie.
Tim Abroamitis 7 (3/7 da 2, 1/5 da 3, 9/9 ai liberi):
Dopo le difficoltà del venerdì, impiega 20 minuti ad entrare in partita. Nel secondo tempo è l’anima di Tenerife e tiene in vita i suoi.
Javier Berran 6,5 (5/6 da 2, 0/3 da 3, 1/1 ai liberi):
Viene utilizzato come arma tattica, sfruttando le sue caratteristiche spalle a canestro. Il più continuo per rendimento dei suoi, ma viene limitato come i compagni dall’ottima difesa bolognese.
Colton Iverson 6,5 (5/8 da 2, 0/0 da 3, 1/1 ai liberi):
È l’unico degli spagnoli a provare il gioco nel pitturato, si fondano su di lui le speranze di trovare alternative al tiro pesante.
Ferran Bassas 5 (0/2 da 2, 1/6 da 3, 2/2 ai liberi):
Molta esuberanza, troppa, che diventa confusione a tutto campo.
Pierre-Antoine Gillet 5 (0/0 da 2, 1/6 da 3, 0/0 ai liberi):
Tira malissimo, non rispettando la sua fama da specialista. Ha sulla coscienza la tripla aperta che poteva definitivamente riaprire la partita.
Mamadou Niang 5,5 (1/1 da 2, 0/0 da 3, 0/0 ai liberi):
Breve apparizione, dove prova a giocare in verticale e compie sempre un passo di troppo quando ha il pallone tra le mani.
Sebastian Saiz 6 (0/0 da 2 0/0 da 3, 1/2 ai liberi):
Un lampo, un libero, due rimbalzi. Poi torna a sedersi.
Lucca Staiger 5 (0/1 da 2, 1/3 da 3, 0/0 ai liberi):
Evanescente nel suo primo passaggio, dannoso nel secondo. Una delle poche triple dei suoi a bersaglio non ne salva la prestazione.
Davin White 6 (0/0 da 2, 1/6 da 3, 0/0 ai liberi):
Il 37enne trova maggiore minutaggio rispetto al venerdì per i problemi del titolare. Non si tira indietro e mette tutta l’energia possibile sul parquet.
All. Txus Vidorreta 6: Alla vigilia aveva detto:“Dobbiamo pensare a un piano, perché i giocatori lo eseguono perfettamente”. Per fortuna della Virtus il piano partita del coach basco non è andato come ha voluto, dato che si è intestardito nella ricerca del tiro pesante. Tradotto, 3/25 nei primi 3 quarti, ritoccato in 5/37 alla fine. Se da un lato iniziano i meriti della Segafredo nell’aver tolto rifornimento e contestato molti tiri dal lungo raggio, dall’altro ci sono pesanti demeriti dell’Iberostar nel non essere riusciti a trovare adeguate contromisure.